Michail Bakunin: differenze tra le versioni

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===In Italia===
[[File:Bakunin Pryamukhino.png|thumb|La casa natale di Bakunin a Prjamuchino]]
In un colloquio con [[Karl Marx]] avvenuto a Londra il 3 novembre 1864, i due rivoluzionari concordarono che Bakunin si sarebbe adoperato in Italia per cercare adesioni all'[[Associazione internazionaleInternazionale dei lavoratoriLavoratori]], costituita da poche settimane, e per scalzare l'influenza di [[Giuseppe Mazzini|Mazzini]], allora predominante nelle società operaie<ref>{{cita|Masini|pp. 15-22}}.</ref>.
Quello stesso anno si stabilì a [[Firenze]] e nel [[1865]] iniziò il suo soggiorno a [[Napoli]], dove fondò il giornale ''Libertà e giustizia'' e organizzò una associazione segreta (di cui poco si sa) denominata ''Fratellanza internazionale''<ref>{{cita|Woodcock, 1966|pp. 139-141}}.</ref>.
 
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Questo è il testo più noto di Bakunin, in cui egli espone la sua posizione rispetto al mondo a lui contemporaneo: l'[[Europa]] della fine dell'[[Ottocento]], dal punto di vista di un pensatore [[Russia|russo]] e [[anarchismo|anarchico]]. Della Russia traspare l'interesse alle sorti del mondo slavo e la preoccupazione della contrapposizione tra [[pangermanesimo]] e [[panslavismo]]. Ma il suo interesse è rivolto generalmente a tutto il mondo, con particolare attenzione a quella Europa in fermento sociale.
 
I movimenti operai, l'[[Associazione internazionaleInternazionale dei lavoratoriLavoratori|Internazionale]] e la [[Rivoluzione]] sociale incombente sono le condizioni storiche e sociali che fanno da contorno alla sua visione dello [[Stato]]. Il testo in sé non ha una struttura individuabile, ma si presenta come una lunga serie di dissertazioni concatenate tra loro, sui più svariati argomenti di storia, politica, riflessione sociale e [[filosofia]], oltre che di [[polemica]] con i [[Marxismo|marxisti]] e contro tutte le istituzioni esercitanti una qualche autorità.
 
In questo discorso si manifesta l'[[anarchia]] come modello sociale ideale ma, come ogni dottrina politica votata all'azione, considerato veramente realizzabile.<ref>''Stato e anarchia'', Introduzione</ref> In sostanza questo testo può essere visto come una sorta di breviario di “epistemi”, una fonte di [[slogan]] e concetti forti espressi all'interno di un discorso sullo Stato come fonte di oppressione, un manuale del rivoluzionario anarchico che trova buona parte della sua forza persuasiva nella sua struttura anch'essa anarchica, senza divisione in capitoli e ragionata come un flusso di coscienza, di cui l'argomento ricorrente è lo Stato oppressore e la necessità da parte del [[proletariato]] di liberarsene.