Yemen: differenze tra le versioni
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{{Nota disambigua}}
{{Stato
| nomeCorrente =
| nomeCompleto = Repubblica dello
| nomeUfficiale = الجمهوريّة اليمنية<br />''Al-Jumhūriyya al-Yamaniyya''
| linkBandiera = Flag of Yemen.svg
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| continente = [[Asia]], [[Africa]] (arcipelago di Socotra)
| popolazioneCrescita = 2,575% (2012)<ref>{{cita web|url=https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/fields/2002.html|titolo=Population growth rate|accesso=28 febbraio 2013|sito=CIA World Factbook|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140625150251/https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/fields/2002.html|urlmorto=no}}</ref>
| nomeAbitanti =
| confini = [[Confine tra l'Arabia Saudita e lo Yemen|Arabia Saudita]], [[Confine tra l'Oman e lo Yemen|Oman]]
| orario = [[UTC+3]]
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}}
Lo '''
La repubblica, oltre al territorio continentale, comprende l'[[arcipelago di Socotra]], composto da quattro isole fra cui l'[[Socotra|isola di Socotra]] nell'[[Oceano Indiano]], e gli arcipelaghi di [[Perim]], [[Kamaran]] e [[Isole Hanish|Zuqur-Hānīsh]] nel [[Mar Rosso]]. Confina a nord con l'[[Arabia Saudita]], a est con l'[[Oman]], a ovest con il Mar Rosso, a sud con il [[golfo di Aden]]. La sua capitale è [[San'a]].
Economicamente, lo
== Storia ==
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[[File:Griffon hadhramaut.jpg|thumb|Grifone dal palazzo reale di Shabwa, antica capitale del regno di [[Hadramawt|Ḥaḍramawt]] ([[Aden]], Museo Nazionale)]]
Lo
La capacità di influire [[idrografia|idrograficamente]] sul territorio permise, fin dalle epoche più antiche, ai [[Sabei (Yemen)|Sabei]] che colonizzarono il paese di mettere a frutto la [[fertilità (agricoltura)|fertilità]] del [[suolo]], tanto da legittimare il detto [[beduino]] secondo cui lo
Tra il [[IX secolo a.C.]] e il [[VI secolo]], nello Yemen si svilupparono diversi regni: [[Sabei (Yemen)|Sabà]], quello di [[Awsan]], dei [[Minei]], dei [[Qatabanici]], del [[Ḥaḍramawt]] e quello [[himyar]]ita, e altri ancora che controllavano diversi importanti centri commerciali.
Lo
A seguito della distruzione di [[Ma'rib|Maʾrib]] molti Sabei, tra la fine del [[VI secolo]] e l'inizio del [[VII secolo]] abbandonarono la regione e migrarono nel [[Nord Africa]] e nella parte settentrionale della [[penisola Araba]].
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Come il resto della [[Penisola araba]], anche lo Yemen prese a muoversi nell'orbita dell'[[Egitto]], il Paese che, con le sue coste orientali che s'affacciano sul [[Mar Rosso]], aveva minori problemi per mantenere un accettabile interscambio con le regioni yemenite.
Nello
Nelle aree fra Janad e in [[Hadramawt|Ḥaḍramawt]] sorse allora la dinastia yuʿfiride, chiamata a reggere il governatorato yemenita settentrionale proprio da uno Ziyadide, mentre cominciava ad affermarsi nel paese lo [[Sciismo]] [[Zaydismo|zaydita]] e quello [[ismailita]]-[[Fatimidi|fatimide]] che ai primi del [[X secolo]] si era impadronito dell'Egitto.<br />
Gli Zayditi, sotto la guida di Yaḥyā b. al-Ḥusayn al-Rassī (il futuro al-Hādī ilā l-Ḥaqq), assunsero il controllo dell'oasi di Najrān, avviando una dinastia che, a causa del suo nome, fu chiamata rasside, in grado di sopravvivere fino alla fine del [[XIV secolo]].
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Tra il 1099 e il 1173 [[Sana'a|Ṣanʿāʾ]] cadde sotto le mani dei Banū Ḥātim, [[sultani]] di Hamdān, mentre ʿAlī b. Mahdī (il cui Islam era venato di elementi [[Kharigismo|kharigiti]]) cercava di ritagliarsi un suo proprio dominio. Proprio per sfuggire a questo pericolo incombente, la città di Zabīd si appellò all'allora [[vizir]] dei Fatimidi, [[Saladino]], che inviò nello Yemen per "pacificarlo" suo fratello Shams al-Dīn Tūrānshāh.
Più tardi, dopo una serie di governatori [[ayyubidi]] il Paese fu affidato alla dinastia vassalla dei [[Rasulidi]], che si dimostrarono governanti non disprezzabili, riuscendo a dare nuovo impulso anche culturale e architettonico<ref>Si veda di Roberta Giunta, ''The Rasūlid Architectural Patronage in Yemen. A Catalogue'', Napoli, [[Istituto Universitario Orientale di Napoli|Istituto Universitario Orientale]], 1997.</ref> allo
A metà del [[XV secolo]] la dinastia divenne preda dei soldati schiavi ([[mamelucchi]]) dei [[Rasulidi]] e di una famiglia loro avversa: quella dei [[Tahiridi]] (da Ṭāhir b. Maʿūkha), uno dei signori del Juban e di al-Miqrāna.
Nel [[XVI secolo]], fino al [[XX secolo]] lo
Il Nord dello Yemen divenne indipendente dall'Impero ottomano nel [[1918]] e nel [[1962]] vi fu proclamata la [[Repubblica Araba dello Yemen|Repubblica Araba dello Jemen]].
Nel [[1839]] l'[[Impero britannico]] aveva occupato il porto della città di [[Aden]] e ne aveva fatto una colonia, circondata da alcuni protettorati su cui esercitava un'effettiva influenza. Nel [[1967]] i britannici, sotto la spinta di forze insurrezionaliste, fomentate soprattutto dall'[[Egitto]], si ritirarono e qui nel [[1970]] fu instaurato il regime [[marxista]] della [[Repubblica Democratica Popolare dello Yemen|Repubblica Democratica Popolare dello Jemen]], nota anche come Yemen del Sud. Nel 1978 iniziò nel Nord il governo assolutista di [['Ali 'Abd Allah Saleh|ʿAlī ʿAbd Allāh Ṣāleḥ]].
Le posizioni rivoluzionarie del governo dello Yemen del Sud hanno causato il suo isolamento all'interno della penisola arabica. Le monarchie assolute della regione si considerano minacciate, considerando lo
Nonostante questo ambiente ostile, il regime dello
Dopo alcuni anni di trattative, il 22 maggio 1990 i due Stati
Il 27 febbraio 2012 Ṣāleḥ, a seguito della [[rivolta yemenita|rivolta jemenita]], ha formalmente ceduto il potere al suo ex vice, [['Abd Rabbih Mansur Hadi|ʿAbd Rabbih Manṣūr Hādī]]<ref>''[http://topics.nytimes.com/topics/reference/timestopics/people/s/ali_abdullah_saleh/index.html?inline=nyt-per Ali Abdullah Saleh] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120321190412/http://topics.nytimes.com/topics/reference/timestopics/people/s/ali_abdullah_saleh/index.html?inline=nyt-per |data=21 marzo 2012 }}'', sul ''[[New York Times]]'' online del 28 febbraio 2012.</ref>.
Il 22 gennaio 2015, a seguito di un tentativo di [[colpo di Stato]] da parte della importante minoranza zaydita [[Huthi]], il presidente, ʿAbd Rabbih Manṣūr Hādī, e il [[Primo ministro]], [[Khaled Bahah|Khālid Baḥāḥ]], uomo di compromesso fra il passato regime e le figure uscite dalla Primavera Araba, hanno rassegnato le dimissioni.
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