Yemen: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Diritti civili: +sezione vuota
Nome italiano corretto
Riga 1:
{{Nota disambigua}}
{{Stato
| nomeCorrente = YemenJemen
| nomeCompleto = Repubblica dello YemenJemen
| nomeUfficiale = الجمهوريّة اليمنية<br />''Al-Jumhūriyya al-Yamaniyya''
| linkBandiera = Flag of Yemen.svg
Riga 31:
| continente = [[Asia]], [[Africa]] (arcipelago di Socotra)
| popolazioneCrescita = 2,575% (2012)<ref>{{cita web|url=https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/fields/2002.html|titolo=Population growth rate|accesso=28 febbraio 2013|sito=CIA World Factbook|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140625150251/https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/fields/2002.html|urlmorto=no}}</ref>
| nomeAbitanti = yemenitijemeniti o iemeniti
| confini = [[Confine tra l'Arabia Saudita e lo Yemen|Arabia Saudita]], [[Confine tra l'Oman e lo Yemen|Oman]]
| orario = [[UTC+3]]
Riga 65:
}}
 
Lo '''YemenJemen''' o '''Iemen''' di recente chiamato anche '''Yemen'''(<small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|/ˈjɛmen/|it}}<ref>{{Dipi|Yemen}}</ref>; {{Arabo|اليمن|al-Yaman}}), ufficialmente '''Repubblica dello YemenJemen''' ({{arabo|الجمهوريّة اليمنية|al-Jumhūriyya al-Yamaniyya}}), è uno Stato situato all'estremità meridionale della [[Penisola araba]].
 
La repubblica, oltre al territorio continentale, comprende l'[[arcipelago di Socotra]], composto da quattro isole fra cui l'[[Socotra|isola di Socotra]] nell'[[Oceano Indiano]], e gli arcipelaghi di [[Perim]], [[Kamaran]] e [[Isole Hanish|Zuqur-Hānīsh]] nel [[Mar Rosso]]. Confina a nord con l'[[Arabia Saudita]], a est con l'[[Oman]], a ovest con il Mar Rosso, a sud con il [[golfo di Aden]]. La sua capitale è [[San'a]].
 
Economicamente, lo YemenJemen è tra i Paesi più poveri del mondo, con condizioni di sottosviluppo diffuso e dipendenza pressoché totale da aiuti esterni, nonostante indubbi progressi siano stati fatti dal 1990, anno della riunificazione<ref>{{cita web |url = http://www.ice.it/paesi/asia/yemen/upload/SP33/Profilo%20Yemen%20Luglio%202010.pdf |titolo = Profilo paese: Yemen |data = luglio 2010 |accesso = 17 febbraio 2015 |urlmorto = sì |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140202110205/http://www.ice.it/paesi/asia/yemen/upload/SP33/Profilo%20Yemen%20Luglio%202010.pdf }}</ref>.
 
== Storia ==
Riga 75:
[[File:Griffon hadhramaut.jpg|thumb|Grifone dal palazzo reale di Shabwa, antica capitale del regno di [[Hadramawt|Ḥaḍramawt]] ([[Aden]], Museo Nazionale)]]
 
Lo YemenJemen è uno dei più antichi centri di civilizzazione del mondo. Fino almeno dal [[II millennio a.C.|secondo millennio a.C.]] nella regione si sono insediate popolazioni che hanno sfruttato le particolari caratteristiche [[orogenesi|orogenetiche]] del territorio. Ricco di alture e di corsi d'acqua a carattere perenne, lo YemenJemen (dalla [[radice (linguistica)|radice]] [[lingue semitiche|semitica]] <nowiki><y-m-n></nowiki>, lett. "destro" o "[[sud|meridionale]]") ospita un tipo di [[vegetazione]] che produce sostanze particolarmente appetite dalle culture circostanti, che gli [[antichi Greci]] chiamavano ''aromata'' e che, sinteticamente, possiamo riferire essenzialmente all'[[incenso]].
 
La capacità di influire [[idrografia|idrograficamente]] sul territorio permise, fin dalle epoche più antiche, ai [[Sabei (Yemen)|Sabei]] che colonizzarono il paese di mettere a frutto la [[fertilità (agricoltura)|fertilità]] del [[suolo]], tanto da legittimare il detto [[beduino]] secondo cui lo YemenJemen è un posto in cui non sono necessarie le provviste perché la natura dà tutto.
 
Tra il [[IX secolo a.C.]] e il [[VI secolo]], nello Yemen si svilupparono diversi regni: [[Sabei (Yemen)|Sabà]], quello di [[Awsan]], dei [[Minei]], dei [[Qatabanici]], del [[Ḥaḍramawt]] e quello [[himyar]]ita, e altri ancora che controllavano diversi importanti centri commerciali.
 
Lo YemenJemen era noto agli [[Storia romana|antichi romani]] come ''[[Arabia Felix]]'' per via dei suoi lucrosi [[commercio|traffici commerciali]]. [[Augusto]] provò a conquistarla, ma la spedizione fallì. Nel [[525]] fu [[annessione|annessa]] al regno [[Etiopia|etiope]] di [[Regno di Axum|Aksum]] e nel [[572]] all'impero persiano dei [[Sasanidi]]<ref>{{cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/etiopia/|titolo=etiopia|accesso=13 aprile 2024}}</ref>.
 
A seguito della distruzione di [[Ma'rib|Maʾrib]] molti Sabei, tra la fine del [[VI secolo]] e l'inizio del [[VII secolo]] abbandonarono la regione e migrarono nel [[Nord Africa]] e nella parte settentrionale della [[penisola Araba]].
Riga 88:
Come il resto della [[Penisola araba]], anche lo Yemen prese a muoversi nell'orbita dell'[[Egitto]], il Paese che, con le sue coste orientali che s'affacciano sul [[Mar Rosso]], aveva minori problemi per mantenere un accettabile interscambio con le regioni yemenite.
 
Nello YemenJemen si susseguirono dinastie locali, la più interessante delle quali, tra il [[IX secolo|IX]] e i primi dell'[[XI secolo]], fu quella [[Zaydismo|zaydita]], del tutto rispettosa nei confronti del [[califfato abbaside]].
Nelle aree fra Janad e in [[Hadramawt|Ḥaḍramawt]] sorse allora la dinastia yuʿfiride, chiamata a reggere il governatorato yemenita settentrionale proprio da uno Ziyadide, mentre cominciava ad affermarsi nel paese lo [[Sciismo]] [[Zaydismo|zaydita]] e quello [[ismailita]]-[[Fatimidi|fatimide]] che ai primi del [[X secolo]] si era impadronito dell'Egitto.<br />
Gli Zayditi, sotto la guida di Yaḥyā b. al-Ḥusayn al-Rassī (il futuro al-Hādī ilā l-Ḥaqq), assunsero il controllo dell'oasi di Najrān, avviando una dinastia che, a causa del suo nome, fu chiamata rasside, in grado di sopravvivere fino alla fine del [[XIV secolo]].
Riga 98:
Tra il 1099 e il 1173 [[Sana'a|Ṣanʿāʾ]] cadde sotto le mani dei Banū Ḥātim, [[sultani]] di Hamdān, mentre ʿAlī b. Mahdī (il cui Islam era venato di elementi [[Kharigismo|kharigiti]]) cercava di ritagliarsi un suo proprio dominio. Proprio per sfuggire a questo pericolo incombente, la città di Zabīd si appellò all'allora [[vizir]] dei Fatimidi, [[Saladino]], che inviò nello Yemen per "pacificarlo" suo fratello Shams al-Dīn Tūrānshāh.
 
Più tardi, dopo una serie di governatori [[ayyubidi]] il Paese fu affidato alla dinastia vassalla dei [[Rasulidi]], che si dimostrarono governanti non disprezzabili, riuscendo a dare nuovo impulso anche culturale e architettonico<ref>Si veda di Roberta Giunta, ''The Rasūlid Architectural Patronage in Yemen. A Catalogue'', Napoli, [[Istituto Universitario Orientale di Napoli|Istituto Universitario Orientale]], 1997.</ref> allo YemenJemen.
 
A metà del [[XV secolo]] la dinastia divenne preda dei soldati schiavi ([[mamelucchi]]) dei [[Rasulidi]] e di una famiglia loro avversa: quella dei [[Tahiridi]] (da Ṭāhir b. Maʿūkha), uno dei signori del Juban e di al-Miqrāna.
 
Nel [[XVI secolo]], fino al [[XX secolo]] lo YemenJemen entrò a far parte dell'[[Impero ottomano]] (anche se lo Zaydismo di fatto seguitò a governarne le regioni più interne) che aveva conquistato l'Egitto e la [[Siria]] e che per vari motivi (strategici certamente, ma anche spirituali) volle a tutti i costi prendere il controllo della [[Penisola araba]], pur contentandosi nei fatti di controllare le sole città costiere e che, in alcuni momenti, prese il controllo anche delle zone più meridionali.
 
Il Nord dello Yemen divenne indipendente dall'Impero ottomano nel [[1918]] e nel [[1962]] vi fu proclamata la [[Repubblica Araba dello Yemen|Repubblica Araba dello Jemen]].
 
Nel [[1839]] l'[[Impero britannico]] aveva occupato il porto della città di [[Aden]] e ne aveva fatto una colonia, circondata da alcuni protettorati su cui esercitava un'effettiva influenza. Nel [[1967]] i britannici, sotto la spinta di forze insurrezionaliste, fomentate soprattutto dall'[[Egitto]], si ritirarono e qui nel [[1970]] fu instaurato il regime [[marxista]] della [[Repubblica Democratica Popolare dello Yemen|Repubblica Democratica Popolare dello Jemen]], nota anche come Yemen del Sud. Nel 1978 iniziò nel Nord il governo assolutista di [['Ali 'Abd Allah Saleh|ʿAlī ʿAbd Allāh Ṣāleḥ]].
 
Le posizioni rivoluzionarie del governo dello Yemen del Sud hanno causato il suo isolamento all'interno della penisola arabica. Le monarchie assolute della regione si considerano minacciate, considerando lo YemenJemen del Sud come l'avanguardia di potenziali movimenti rivoluzionari nei loro stessi stati. Questi, in particolare l'[[Arabia Saudita]], promuovono l'isolamento economico del paese e sostengono le incursioni armate dei gruppi di opposizione, costringendo il regime a concentrarsi sulle spese militari e di difesa a scapito dello sviluppo. Lo YemenJemen meridionale è stato oggetto di diversi interventi militari: dall'Arabia Saudita nell'ottobre 1968, dicembre 1969 e novembre 1970; dallo YemenJemen del Nord nel settembre e ottobre 1972; e gli aerei britannici hanno bombardato la città di Hauf nel maggio 1972. Le difficoltà economiche sono ulteriormente aggravate dalla chiusura del [[canale di Suez]] a partire dal giugno 1967 (su cui si basava gran parte delle attività del porto di [[Aden]]) e dalla fuga dell'élite economica privata. L'entroterra, prevalentemente desertico, ha un potenziale limitato.<ref name=":1">{{Cita web|url=https://orientxxi.info/magazine/quand-le-drapeau-rouge-flottait-sur-aden,2152|titolo=Quand le drapeau rouge flottait sur Aden - Il y a cinquante ans, l'indépendance du Yémen du Sud|autore=Helen Lackner|sito=Orient XXI|data=30 novembre 2017|lingua=|accesso=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191007010934/https://orientxxi.info/magazine/quand-le-drapeau-rouge-flottait-sur-aden,2152|urlmorto=sì}}</ref>
 
Nonostante questo ambiente ostile, il regime dello YemenJemen meridionale sta adottando importanti riforme politiche, sociali ed economiche: istruzione universale, servizi sanitari gratuiti, uguaglianza formale per le donne. Anche il governo sta cercando di combattere il tribalismo. Il divario tra le condizioni di vita rurale e quelle urbane è notevolmente ridotto; il regime, alcuni dei cui leader erano di origine rurale, ha fatto in modo che la campagna non fosse trascurata nonostante la bassa densità di popolazione e le dimensioni geografiche del paese. Tuttavia, i ricorrenti conflitti tra le fazioni all'interno del governo finiranno per minare la sua credibilità.<ref name=":1" />
 
Dopo alcuni anni di trattative, il 22 maggio 1990 i due Stati yemenitijemeniti si riunirono in un unico Stato, l'attuale YemenJemen. Nel luglio [[1994]] alcuni ufficiali e politici di ispirazione marxista proclamarono la secessione della regione meridionale dello YemenJemen che assunse il nome di ''Repubblica Democratica dello YemenJemen'' con capitale Aden. Non riconosciuto a livello internazionale, questo tentativo di secessione venne stroncato in due settimane di combattimenti dalle forze governative. Non si verificarono rappresaglie di rilievo e fu garantita l'amnistia ai combattenti e ai membri della frangia secessionista, con l'eccezione dei capi che riuscirono in buona parte a fuggire all'estero. Successivamente vennero avviate riforme politiche allo scopo di evitare nuove possibili ribellioni, in particolare venne stabilita l'elezione del Presidente della Repubblica con voto popolare.
 
Il 27 febbraio 2012 Ṣāleḥ, a seguito della [[rivolta yemenita|rivolta jemenita]], ha formalmente ceduto il potere al suo ex vice, [['Abd Rabbih Mansur Hadi|ʿAbd Rabbih Manṣūr Hādī]]<ref>''[http://topics.nytimes.com/topics/reference/timestopics/people/s/ali_abdullah_saleh/index.html?inline=nyt-per Ali Abdullah Saleh] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120321190412/http://topics.nytimes.com/topics/reference/timestopics/people/s/ali_abdullah_saleh/index.html?inline=nyt-per |data=21 marzo 2012 }}'', sul ''[[New York Times]]'' online del 28 febbraio 2012.</ref>.
 
Il 22 gennaio 2015, a seguito di un tentativo di [[colpo di Stato]] da parte della importante minoranza zaydita [[Huthi]], il presidente, ʿAbd Rabbih Manṣūr Hādī, e il [[Primo ministro]], [[Khaled Bahah|Khālid Baḥāḥ]], uomo di compromesso fra il passato regime e le figure uscite dalla Primavera Araba, hanno rassegnato le dimissioni.