Giovanni Falcone: differenze tra le versioni

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Contemporaneamente all'inchiesta Spatola, Falcone sviluppò un filone d'indagine parallelo riguardante sempre il [[traffico di droga]], scaturito dall'arresto nel marzo 1980 all'[[Aeroporto di Roma-Fiumicino|aeroporto di Fiumicino]] di tre corrieri stranieri (Albert Gillet, Edgard Barbè ed Eric Chartier) che trasportavano 8&nbsp;kg di [[eroina]]:<ref name=":3" /><ref name=":4" /> i tre iniziarono subito a collaborare con il magistrato ed ammisero di lavorare per conto di un'organizzazione siculo-americana che aveva come capofila un certo Francesco Mafara, costruttore edile legato al ''boss'' [[Stefano Bontate]], e come destinatari finali della droga sempre esponenti della famiglia Gambino; nel [[1983]], a conclusione dell'indagine, Falcone rinviò a giudizio 22 persone, in quello che giornalisticamente venne chiamato "processo Mafara".<ref>{{Cita web|url=https://archivio.unita.news/assets/main/1983/07/01/page_005.pdf|titolo=Mafia e droga: chieste pene per 264 anni e 2 miliardi|autore=Saverio Lodato|editore=L'Unità|data=1º luglio 1983}}</ref><ref>{{Cita news|url=https://archivio.unita.news/assets/main/1983/05/10/page_006.pdf|titolo=Sotto processo i «sensali» della droga|pubblicazione=|editore=L'Unità|data=10 maggio 1983|p=6}}</ref>
 
Falcone avvertiva, quindi, l'esigenza di una collaborazione internazionale nelle indagini contro il fenomeno mafioso, attraverso mirate [[Rogatoria|rogatorie]] all'estero che furono occasione per allacciare una rete personale di contatti con alcuni dei più validi inquirenti di quei Paesi: nei primi giorni del mese di dicembre [[1980]] si recò per la prima volta a [[New York]] per discutere di mafia e stringere una collaborazione con Victor Rocco, investigatore del distretto est.<ref>{{cita libro|cognome=Lodato |nome=Saverio |wkautore=Saverio Lodato |titolo=[[Trent'anni di mafia]] |annooriginale=2008 |editore=Rizzoli |isbn=978-88-17-01136-5 |p=58 |capitolo= I professionisti dell'antimafia}}</ref> Entrando negli uffici del Procuratore [[Rudolph Giuliani]] rimase stupito dall'efficienza e dai loro strumenti, fra i quali c'era per esempio il [[computer]]. Falcone seppe instaurare subito un rapporto di fiducia con Giuliani e con i suoi collaboratori Louis J. Freeh e Richard Martin, oltre che con gli agenti della [[Drug Enforcement Administration|Dea]] e dell'[[FbiFBI]]. Grazie a questa collaborazione riuscirono a sgominare il traffico di eroina gestito dalla famiglia Gambino utilizzando come copertura la gestione di bar, [[Ristorante|ristoranti]] e [[Pizzeria|pizzerie]] nel New Jersey (che sarebbe sfociata nella famosa inchiesta c.d. "[[Pizza connection]]" condotta dall'[[Federal Bureau of Investigation|FbiFBI]]). Anche la stampa americana seguiva con attenzione questa sinergia e presentava la figura di Falcone con stima e grandissimo favore. Nonostante la buona collaborazione con l'allora U.S. Attorney (Procuratore Federale) per il distretto sud di New York [[Rudy Giuliani]], Falcone non nascose perplessità nei suoi confronti circa la sua integrità.<ref>{{Cita libro|titolo = Vendetta: The Mafia, Judge Falcone and the Quest for Justice|url = https://archive.org/details/vendettamafiajud0000foll|nome = John|cognome = Follain|editore = Hodder & Stoughton|città = Londra|anno = 2012|lingua = en|p = {{cita testo|url=https://archive.org/details/vendettamafiajud0000foll/page/45|titolo=45}}|ISBN = 978-1444714142}}</ref>
 
Nei suoi diari, [[Rocco Chinnici]] scrisse di aver ricevuto nel maggio [[1982]] la visita del Procuratore generale Pizzillo, che lo esortò "''in malo modo''" a caricare Falcone soltanto di processi di poco conto perché, con i suoi accertamenti presso le banche, stava "''rovinando l'economia palermitana''".<ref>{{Cita web|url=https://www.csm.it/web/csm-internet/aree-tematiche/per-non-dimenticare/rocco-chinnici|titolo=Rocco Chinnici|accesso=10 gennaio 2022|dataarchivio=5 maggio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210505154046/https://www.csm.it/web/csm-internet/aree-tematiche/per-non-dimenticare/rocco-chinnici|urlmorto=sì}}</ref> Il 25 gennaio 1982, Falcone chiuse l'inchiesta Spatola, rinviando a giudizio 120 indagati.<ref name=":3" /><ref name=":14">{{Cita web|url=http://mafie.blogautore.repubblica.it/2018/05/19/1848/|titolo=Le prime indagini sui grandi misteri di Palermo|autore=Attilio Bolzoni|sito=Mafie|lingua=it|accesso=10 gennaio 2022}}</ref><ref name=":9">{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-falcone_(Dizionario-Biografico)|titolo=FALCONE, Giovanni in "Dizionario Biografico"|lingua=it|accesso=4 gennaio 2022}}</ref> Il 6 giugno [[1983]], al termine del processo, Rosario Spatola fu infine condannato, insieme con altri 75 esponenti della cosca Spatola-Gambino-Inzerillo, a dieci anni di reclusione ma sarebbe stato arrestato a New York dall'FBI, in collaborazione con la polizia italiana, solo nel [[1999]].<ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/online/fatti/spatola/spatola/spatola.html|titolo=la Repubblica/fatti: Arrestato a New York il boss amico di Sindona|accesso=10 gennaio 2022}}</ref> In precedenza per indagare su Spatola avevano già perso la vita il capo della Mobile [[Boris Giuliano]] e il capitano dei Carabinieri [[Emanuele Basile (carabiniere)|Emanuele Basile]]. I processi Spatola e Mafara furono quindi molto delicati, ma rappresentarono anche un successo per Falcone perché venne così universalmente riconosciuto il ''"metodo Falcone"'':<ref name="Falcone eroe solo"/><ref name=":13" />