Terza Repubblica francese: differenze tra le versioni

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{{vedi anche|Crisi di Tangeri|Crisi di Agadir|Triplice intesa}}
[[File:Africa1910s.jpg|thumb|upright=0.8|left|L'[[Africa]] dopo la [[Crisi di Agadir]]. In verde i possedimenti della Francia.]]
L'''[[Entente cordiale]]'' prevedeva il consenso della Gran Bretagna alla Francia di includere nella sua sfera d'influenza il [[Marocco]]. Consenso che diedero anche l'[[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]] e la [[Spagna]], ma non la Germania che, alle prime pressioni francesi sul [[sultano|sultanato]] nordafricano, si dichiarò contraria. Ciò causò, nel [[1906]], in un momento in cui la [[Impero russo|Russia]] era in grave difficoltà per la sconfitta nella [[Guerraguerra russo-giapponese]], una crisi tra Francia e Germania: la cosiddetta [[Crisicrisi di Tangeri]], che si risolse con il cedimento del governo francese di [[Maurice Rouvier]]. Parigi acconsentì, infatti, a dirimere la questione con una conferenza internazionale e il Ministroministro degli Esteriesteri [[Théophile Delcassé]], acceso sostenitore della linea dura contro la Germania, fu costretto a dimettersi.
 
La [[Conferenza di Algeciras|Conferenzaconferenza sul Marocco]] che si tenne ad [[Algeciras]] (Spagna) nel 1906, sancì, tuttavia una vittoria politica della Francia che riuscì a fare alcuni passi nella direzione della [[colonia (insediamento)|colonizzazione]] del Marocco. Quando però nel [[1911]], a seguito di una rivolta locale, il governo francese di [[Ernest Monis]] fece occupare [[Fès]], Parigi si trovò a dover gestire una nuova crisi con Berlino: la [[Crisi di Agadir]]. Di fronte alla discesa in campo della Gran Bretagna questa volta ad arretrare fu la Germania che, in cambio di alcuni territori in [[Africa occidentale]], cedette sul Marocco, divenuto a tutti gli effetti francese nel [[1912]] ([[Trattato di Fez]]).
 
Il compromesso con la Germania non trovò d'accordo il Ministro degli Esteri francese [[Justin Germain Casimir de Selves|Justin de Selves]] (1848-1934) e i sostenitori della linea dura dell'esercito. A consentire le trattative era stato invece il Presidente del Consiglio [[Joseph Caillaux]] che, di fronte alle proteste dei nazionalisti, dovette dimettersi.<ref>{{Cita|Barjot|pp. 410, 440}}.</ref>