Strasburgo: differenze tra le versioni
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Presso le sue porte fu combattuta la [[battaglia di Strasburgo|battaglia]] del [[357]] tra gli [[Alemanni]] e l'imperatore [[Flavio Claudio Giuliano|Giuliano]], il quale riuscì a respingerli, facendo prigioniero il loro re [[Cnodomario]]. Pochi anni più tardi, nel [[361]], Giuliano diventava [[imperatore romano]]. Il 2 gennaio [[366]], approfittando della superficie ghiacciata del Reno, fu sferrato un nuovo attacco, e all'inizio del V secolo gli Alemanni si insediarono nell'area dell'odierna Alsazia e in una grande parte dell'attuale [[Svizzera]].
===Il medioevo===
Nel corso del V secolo la città passò dal dominio degli Alemanni a quello degli Unni e poi dei Franchi. Il contesto trilingue nel quale sorse la città, portò con l'alto medioevo alla moderna grafia di ''Stratisburgum'' o ''Strateburgus'' dal latino, che poi divenne ''Strossburi'' in alsaziano e ''Straßburg'' in tedesco e quindi ''Strasbourg'' in francese. Nell'[[842]] vi venne siglato il [[giuramento di Strasburgo]] che è considerato l'atto di formazione di Francia e Germania con la divisione dell'[[Impero carolingio]].<ref>{{cite web|author=Matthias von Hellfeld |url=http://www.dw-world.de/dw/article/0,,3840415,00.html |title=Die Geburt zweier Staaten – Die Straßburger Eide vom 14. Februar 842, Wir Europäer, Deutsche Welle |publisher=Dw-world.de |accessdate=15 April 2010}}</ref>
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[[File:CivitatesOrbisTerrarum Strasbourg.jpg|thumb|left|Strasburgo nel 1521]]
===Storia
====Il Rinascimento e la riforma protestante====
Dopo l'invenzione della stampa da parte di [[Johannes Gutenberg]], nel 1460 il pioniere [[Johannes Mentelin]] con [[Heinrich Eggestein]] aprirono le loro prime stamperie a Strasburgo e la città divenne anche sede del primo notiziario cartaceo nel 1605 quando [[Johann Carolus]] ricevette dal consiglio cittadino il permesso di distribuire un giornale settimanale scritto intedesco con notizie da diverse città europee. La stampa incoraggiò lo sviluppo dell'[[umanesimo]] e la presenza in città di pensatori del calibro di [[Jakob Wimpheling]], [[Johann Geiler von Kaisersberg]] e [[Sébastien Brant]].
Nel luglio del 1518, un incidente noto come la [[peste danzante del 1518]] colpì i residenti di Strasburgo. Circa 400 persone vennero afflitte dal [[ballo di San Vito]] per intere settimane, morendo nella maggior parte dei casi per consunzione o per attacco cardiaco.
Negli anni successivi al [[1520]] la città fece propria la dottrina religiosa di [[Martin Lutero]], i cui seguaci nel secolo successivo fondarono a Strasburgo una loro università. Presumibilmente Strasburgo è la città citata come "Argentina" da Sarpi nella Storia del concilio tridentino. La città, sotto la guida politica dl sindaco [[Jacob Sturm von Sturmeck]] e quella spirituale di [[Martin Bucer]] contribuì alla diffusione del luteranesimo, dapprima seguendo la [[confessione Tetrapolitana]] e poi [[Confessione augustana|quella augustana]]. L'[[iconoclastia]] protestante portò alla distruzione della maggior parte delle chiese e dei monasteri della città.
Il consigliere Sturm e il maestro di gilda Matthias rappresentarono la città di Strasburgo alla [[dieta di Spira (1529)]], contribuendo a dividere ancor più in città cattolici e protestanti. [[Calvino]] si rifugiò a Strasburgo come [[rifugiato politico]] e qui rimase dal 1538 al 1541 presso la chiesa di San Nicola, presso la chiesa di Sainte-Madeleine e presso l'ex chiesa dei domenicani (attuale [[Temple Neuf]]).<ref>
[http://archives.strasbourg.fr/calvin.htm Calvin et Strasbourg] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130908170246/http://archives.strasbourg.fr/calvin.htm |date=8 September 2013 }} {{in lang|fr}}
</ref> Durante questo periodo lavorò alla seconda edizione delle sue ''[[Institutio christianae religionis|Institutio]]'' e nel 1539 pubblicò a Strasburgo la prima edizione del suo salterio, ''Aulcuns Pseaulmes et cantiques mys en chant''<ref>[http://www.psalmen.wursten.be/pidoux_history_of_the_genevan_psalter.htm History of the Genevan Psalter – Dr. Pierre Pidoux], psalmen.wursten.be</ref> che contiene 18 salmi e inni posti in musica. Gran parte delle melodie vennero derivate da canti popolari in uso alla chiesa tedesca, mentre altri vennero composti appositamente da [[Wolfgang Dachstein]] (organista all'epoca della chiesa di St-Thomas), o da [[Matthias Greitter]] del Collegium Argentinense.
Altri riformati presenti a Strasburgo furono poi [[Wolfgang Capito]] (†1541), [[Matthew Zell|Matthew]] (†1548) e [[Katharina Zell]] (†1562).
[[File:Civatates Orbis Terrarum.jpg|thumb|Veduta a volo d'uccello della città di Argentoratum (Strasburgo). 1540.]]
Dopo la riforma della costituzione imperiale all'inizio del XVI secolo e la fondazione dei [[circoli imperiali]], Strasburgo divenne parte dell'[[Circolo dell'Alto Reno]] assieme ad altri stati tedeschi del sudest del Sacro Romano Impero.
====La Guerra dei Trent'anni e il passaggio alla Francia====
[[File:Nicolas de Largillière - The beautiful Strasbourgian - Musée des Beaux-Arts de Strasbourg.jpg|thumb|left|upright|''[[La belle Strasbourgeoise]]'', di [[Nicolas de Largillière]], 1703: la moda di Strasburgo all'epoca riprendeva elementi della tradizione francese e di quella tedesca]]
La Libera Città di Strasburgo rimase neutrale nel corso della [[Guerra dei Trent'anni]] (1618–1648) e poté mantenere il proprio status di Libera Città Imperiale. La Francia decise di annettere ai propri domini la città di Strasburgo con l'uso della forza nel [[1681]], sotto il regno di [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]]. I consiglieri di re Luigi ritenevano fermamente che una Strasburgo indipendente in un'area peraltro da poco conquistata e poco incline a piegarsi al dominio francese, avrebbe rappresentato una spina nel fianco per l'espansionismo del Re Sole.<ref>John A. Lynn, ''The Wars of Louis XIV: 1667–1714'', p. 164.</ref> Il ponte di Strasburgo era inoltre stato utilizzato più volte dalle truppe imperiali per invadere l'Alsazia francese durante la [[guerra franco-olandese]] e quindi la città rappresentava una ferita sempre potenzialmente scoperta nei confini della Francia.<ref>John A. Lynn, ''The Wars of Louis XIV: 1667–1714'', p. 169.</ref> Nel settembre del 1681, le forze di Luigi XVI, senza un vero e proprio ''[[casus belli]]'', decisero di circondare la città e ne riuscirono a sopraffare le truppe militari alloggiate. Dopo alcuni negoziati, Luigi marciò nella città senza particolari scontri il 30 settembre e ne proclamò l'annessione unilateralmente.<ref>John A. Lynn, ''The Wars of Louis XIV: 1667–1714'', p. 163.</ref>
Quest'annessione fu una delle cause dirette della breve e sanguinosa [[guerra delle riunioni]] che lasciò il possedimento alla città. La conquista viene ratificata dal [[trattato di Ryswick]] del [[1697]].
La politica di intolleranza religiosa verso i protestanti adottata in Francia con l'[[editto di Fontainebleau]] non poté essere applicata a Strasburgo. Questa relativa tolleranza, unita alla crescita dell'industria e del commercio, portò la popolazione cittadina a triplicare fino ad arrivare a 150.000 abitanti. Ad ogni modo, i francesi imposero il ritorno della [[cattedrale di Strasburgo]] al culto cattolico che il Re Sole cercò di promuovere comunque ove possibile in città. La lingua parlata in città rimase invece perlopiù il tedesco, con solo l'1% della popolazione parlante regolarmente il francese.<ref name="Polenz">{{cite book|title=Deutsche Sprachgeschichte vom Spätmittelalter bis zur Gegenwart|volume=3|author=Peter von Polenz|publisher=Walter de Gruyter|year= 2000|pages=115}}</ref>
[[File:Plan-relief f4390593.jpg|thumb|Pianta di Strasburgo; uno dei modelli scala 1:600 richiesti da Luigi XIV per studiare a fondo la città ed oggi in mostra al museo storico di Strasburgo.
[[File:Duke of Lorraine crossing the Rhine before Strasbourg-f4340609.jpg|thumb|Il [[Stanisław Leszczyński|duca di Lorena]] e le truppe imperiali passano il Reno a Strasburgo nel corso della [[guerra di successione austriaca]], 1744 ]]
====Il periodo rivoluzionario e napoleonico====
La notizia della [[presa della Bastiglia]] il 14 luglio 1789 si diffuse rapidamente in città ed il 21 luglio il municipio venne saccheggiato. Strasburgo perse alcuni storici possedimenti come i villaggi di di [[Wasselonne]] e [[Barr]]. Nel 1790 le proprietà del clero vennero statalizzate e l'università (all'epoca di stampo luterano) perse gran parte delle proprie rendite.
L'inno nazionale francese ''Canto per l'Esercito del Reno'', conosciuto come "[[La Marsigliese]]", venne composto a Strasburgo il 25 aprile [[1792]] da [[Claude Joseph Rouget de Lisle]] durante una cena organizzata dal sindaco, [[Philippe-Frédéric de Dietrich]]. In quello stesso anno, [[François Christophe Kellermann]], di Strasburgo, venne nominato comandante dell'Armata della Mosella. Guidò vittoriosamente la sua compagnia nella [[battaglia di Valmy]] e salvò la giovane nascente repubblica francese. Venne poi nominato duca di Valmy da Napoleone nel 1808. Un altro strasburghese, [[Jean-Baptiste Kléber]], guidò l'esercito francese in diverse battaglie vittoriose e una sua statua si trova oggi nel centro cittadino, nella piazza omonima.
[[File:Kleber (statue).jpg|thumb|left|upright|Statua di Kléber a Strasburgo]]
Il sindaco di Strasburgo, Philippe-Frédéric de Dietrich, venne ghigliottinato nel dicembre del 1793.
Lo statu di città libera venne revocato dalla rivoluzione francese e gli [[enragés]], con [[Eulogius Schneider]] in testa, presero il potere in città. Nuovamente diverse chiese e monasteri della città vennero saccheggiati e distrutti. La cattedrale perse centinaia delle proprie statue originali (vennero poi rimpiazzate da copie nel XIX secolo) e nell'aprile del 1794 si discusse anche di abbatterne la [[guglia]] maggiore come segno di uguaglianza di tutti i cittadini. La torre si salvò ad ogni modo quando furono gli stessi cittadini di Strasburgo a volerla coronare di un enorme [[berretto frigio]] come simbolo della rivoluzione imperante.<ref>{{cite web|url=http://www.inlibroveritas.net/lire/oeuvre6886-chapitre28829.html |title=Strasbourg Cathedral and the French Revolution (1789–1802) |publisher=Inlibroveritas.net |accessdate=15 April 2010}}</ref>
Nel 1797 l'esercito francese catturò le città tedesche di [[Kehl]] e [[Offenburg]], ponendo Strasburgo fuori pericolo di essere invasa, ma la Rivoluzione aveva ormai profondamente cambiato la città.
Sul finire del 1799, [[Napoleone Bonaparte]] prese il potere ed ordinò di ristabilire le prefetture, il mercato (1801) e la camera di commercio (1801) anche nel territorio di Strasburgo. Venne costruito un nuovo ponte sul Reno e tutto questo portò ad una rapida ripresa della crescita delle attività commerciali.
Nel 1805, 1806 e nel 1809, Napoleone e sua moglie [[Joséphine de Beauharnais|Joséphine]] visitarono Strasburgo.<ref>{{cite web |url=http://ameliefr.club.fr/Kleber.html |title=The Napoleon room |language=French |publisher=Ameliefr.club.fr |accessdate=15 April 2010 |url-status=dead |archiveurl=https://web.archive.org/web/20090406171514/http://ameliefr.club.fr/Kleber.html |archivedate=6 April 2009 }}</ref> Nel 1810, la città venne visitata anche dalla seconda moglie dell'imperatore, l'arciduchessa [[Maria Luisa d'Asburgo-Lorena]]. Nel 1828 la città venne visitata da re [[Carlo X di Francia]].<ref>Recht, Roland; Foessel, Georges; Klein, Jean-Pierre: ''Connaître Strasbourg'', 1988, {{ISBN|2-7032-0185-0}} {{in lang|fr}}</ref> Nel 1836, [[Napoleone III|Luigi Napoleone Bonaparte]] tentò senza successo di guidare il proprio primo colpo di stato bonapartista proprio partendo da Strasburgo.
[[File:Karte Strassburg MK1888.png|thumb|Mappa tedesca del 1888 che mostra Strasburgo come parte dell'[[Impero tedesco]]]]
Con la crescita di industria e commercio, la popolazione di Strasburgo triplicò nel XIX secolo, raggiungendo i 150.000 abitanti.
=== Storia contemporanea ===
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