Barriera corallina: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m clean up |
Nessun oggetto della modifica |
||
Riga 1:
{{nota disambigua||[[Reef (disambigua)]]|Reef}}
[[File:Coral Reef in the Red Sea.JPG|miniatura|Barriera corallina in [[Mar Rosso]]|324x324px]]
[[File:Blue Linckia Starfish.JPG|thumb|Biodiversità tipica associata alle barriere coralline tropicali.|432x432px]]
[[File:Coral reef PloS.jpg|thumb|Sono visibili le biocostruzioni coralline che costituiscono lo scheletro della barriera corallina, attorno alle quali si sviluppano abbondanti forme di vita|434x434px]]
La '''barriera corallina''' è una formazione tipica dei [[mare|mari]] e [[oceano|oceani]] tropicali, composta da formazioni rocciose sottomarine biogeniche costituite e accresciute dalla [[sedimentazione (geologia)|sedimentazione]] degli scheletri [[calcare]]i dei coralli, [[animali]] [[Polipo (zoologia)|polipoidi]] facenti parte della [[classe (tassonomia)|classe]] [[Anthozoa]], [[phylum]] [[Cnidaria]]. Per questo le barriere sono uno degli organismi più importanti per la biodiversità.<ref name = Zanichelli>{{Cita web|url=//online.scuola.zanichelli.it/phelanscopriamo-files/Biologia/agenda-2030/coralli_in_bianco_scheda_42075_053SD.pdf|titolo=BIOLOGIA|accesso=20 gennaio 2021}}</ref>
Riga 80:
== Coralli ==
[[File:Coral reef with healthy corals and corals with signs of bleaching.png|miniatura|341x341px|I [[Scleractinia|coralli duri]] o [[Scleractinia|madrepore]] sono i principali costruttori delle barriere coralline tropicali.]]
Quando sono vivi, i coralli sono colonie di piccoli animali incastonati in gusci di carbonato di calcio. Le teste di corallo sono costituite da accumuli di singoli animali chiamati polipi, disposti in forme diverse. I polipi sono generalmente piccoli, ma possono variare in dimensioni da una capocchia di spillo a 30 cm (12 pollici).
Riga 85 ⟶ 86:
=== Zooxantelle ===
[[File:Symbiodinium.png|miniatura|341x341px|Le [[zooxantelle]], microalghe dinoflagellate del genere ''[[Symbiodinium]]'', osservate al microscopio ottico. Queste microalghe vivono in endosimbiosi mutualistica dentro i tessuti vivi dei coralli costruttori tropicali, e sono essenziali per l'apporto energetico dei coralli e per l'edificazione delle barriere coralline.]]
I polipi dei coralli non fotosintetizzano, ma hanno una relazione simbiotica con alghe microscopiche (dinoflagellati) del genere ''[[Symbiodinium]]'', comunemente chiamate [[zooxantelle]]. Questi organismi vivono all'interno dei tessuti dei polipi e forniscono nutrienti organici che nutrono il polipo sotto forma di glucosio, glicerolo e amminoacidi. A causa di questa relazione, le barriere coralline crescono molto più velocemente in acque limpide, che ammettono più luce solare. Senza i loro simbionti, la crescita dei coralli sarebbe troppo lenta per formare significative strutture di barriera. I coralli ottengono fino al 90% dei loro nutrienti dai loro simbionti. In cambio, come esempio di mutualismo, i coralli riparano le zooxantelle, in media un milione per ogni centimetro cubo di corallo, e forniscono un apporto costante di anidride carbonica di cui hanno bisogno per la fotosintesi.
I pigmenti variabili nelle diverse specie di zooxantelle conferiscono loro un aspetto complessivamente marrone o marrone dorato e conferiscono ai coralli marroni i loro colori. Altri pigmenti come rossi, blu, verdi, ecc. provengono da proteine colorate prodotte dagli animali corallini. Il corallo che perde una grande frazione delle sue zooxantelle diventa bianco (o talvolta sfumature pastello nei coralli pigmentati con le proprie proteine) e si dice che sia sbiancato, una condizione che, se non corretta, può uccidere il corallo.
Ci sono otto cladi di filotipi ''Symbiodinium''. La maggior parte delle ricerche è stata condotta sui cladi A-D. Ogni clade contribuisce con i propri benefici e attributi meno compatibili alla sopravvivenza dei loro ospiti corallini. Ogni organismo fotosintetico ha un livello specifico di sensibilità al fotodanneggiamento ai composti necessari per la sopravvivenza, come le proteine. I tassi di rigenerazione e replicazione determinano la capacità dell'organismo di sopravvivere. Il filotipo A si trova maggiormente nelle acque poco profonde. È in grado di produrre amminoacidi simili alle micosporine resistenti ai raggi UV, utilizzando un derivato della glicerina per assorbire la radiazione UV e permettendo loro di adattarsi meglio alle temperature dell'acqua più calde. In caso di danni ai raggi UV o termici, se e quando si verifica la riparazione, aumenterà la probabilità di sopravvivenza dell'ospite e del simbionte. Questo porta all'idea che, evolutivamente, il clade A è più resistente ai raggi UV e termicamente rispetto agli altri clade.
Le cladi B e C si trovano più frequentemente in acque più profonde, il che potrebbe spiegare la loro maggiore vulnerabilità all'aumento delle temperature. Le piante terrestri che ricevono meno luce solare perché si trovano nel sottobosco sono analoghe ai cladi B, C e D. Poiché i cladi da B a D si trovano a profondità più profonde, richiedono un elevato tasso di assorbimento della luce per essere in grado di sintetizzare tanta energia . Con elevati tassi di assorbimento alle lunghezze d'onda UV, questi filotipi sono più inclini allo sbiancamento dei coralli rispetto al clade A poco profondo.
Riga 105 ⟶ 107:
Le uova fecondate internamente si sviluppano nel polipo per un periodo che va da giorni a settimane. Lo sviluppo successivo produce una minuscola larva, nota come planula. Le uova fecondate esternamente si sviluppano durante la deposizione delle uova sincronizzata. I polipi attraverso una barriera corallina rilasciano simultaneamente uova e sperma nell'acqua in massa. Le uova si disperdono su una vasta area. La tempistica della deposizione delle uova dipende dal periodo dell'anno, dalla temperatura dell'acqua e dai cicli delle maree e della luna. La deposizione delle uova ha più successo data la piccola variazione tra l'alta e la bassa marea. Minore è il movimento dell'acqua, maggiori sono le possibilità di fertilizzazione. Il momento ideale si verifica in primavera. Il rilascio di uova o planula di solito avviene di notte ed è talvolta in fase con il ciclo lunare (da tre a sei giorni dopo la luna piena). Il periodo dal rilascio all'insediamento dura solo pochi giorni, ma alcune planule possono sopravvivere a galla per diverse settimane. Durante questo processo, le larve possono utilizzare diversi segnali per trovare un luogo adatto per l'insediamento. A lunghe distanze i suoni delle barriere esistenti sono probabilmente importanti, mentre a brevi distanze diventano importanti i composti chimici. Le larve sono vulnerabili alla predazione e alle condizioni ambientali. Le poche fortunate planule che si attaccano con successo al substrato poi competono per cibo e spazio.
== Biodiversità associata alle barriere coralline ==
[[File:Mimic goatfish coral reef Howland Island 2023.png|miniatura|435x435px|Le barriere coralline ospitano una ricchissima biodiversità.]]
Le barriere coralline formano alcuni degli ecosistemi più produttivi del mondo, fornendo habitat marini complessi e vari che supportano un'ampia gamma di altri organismi.
Sebbene occupino solo circa l'1% dei mari e degli oceani del pianeta, le barriere coralline ospitano più del 25% della biodiversità marina globale, questo rende le barriere coralline dei veri e propri hot spot di biodiversità.
Le barriere coralline appena sotto il livello della bassa marea hanno una relazione reciprocamente vantaggiosa con le foreste di mangrovie ad alta marea e le praterie di alghe in mezzo: le scogliere proteggono le mangrovie e le alghe da forti correnti e onde che le danneggerebbero o eroderebbero i sedimenti in cui si trovano radicate, mentre le mangrovie e le alghe proteggono il corallo dai grandi afflussi di limo, acqua dolce e inquinanti. Questo livello di varietà nell'ambiente avvantaggia molti animali della barriera corallina, che, ad esempio, possono nutrirsi dell'erba marina e utilizzare le barriere coralline per la protezione o la riproduzione.
Le barriere coralline ospitano una varietà di animali, tra cui pesci, uccelli marini, spugne, cnidari (che includono alcuni tipi di coralli e meduse), vermi, crostacei (compresi gamberetti, gamberetti puliti, aragoste e granchi), molluschi (compresi i cefalopodi), echinodermi (tra cui stelle marine, ricci di mare e cetrioli di mare), ascidie, tartarughe marine e serpenti di mare. A parte gli esseri umani, i mammiferi sono rari sulle barriere coralline, con l'eccezione principale di cetacei in visita come i delfini. Alcune specie si nutrono direttamente di coralli, mentre altre pascolano di alghe sulla barriera corallina. La biomassa della barriera corallina è positivamente correlata alla diversità delle specie.
Gli stessi nascondigli in una barriera corallina possono essere regolarmente abitati da specie diverse in momenti diversi della giornata. I predatori notturni come il pesce cardinale e il pesce scoiattolo si nascondono durante il giorno, mentre castagnole, pesci chirurgo, pesci balestra, labri e pesci pappagallo si nascondono da anguille e squali.
Il gran numero e la diversità dei nascondigli nelle barriere coralline, cioè i rifugi, sono il fattore più importante che causa la grande diversità e l'elevata biomassa degli organismi nelle barriere coralline.
=== Alghe ===
Le barriere coralline sono cronicamente a rischio di invasione di alghe. La pesca eccessiva e l'eccesso di apporto di nutrienti dalla terraferma possono consentire alle alghe di competere e uccidere il corallo. L'aumento dei livelli di nutrienti può essere il risultato del deflusso delle acque reflue o dei fertilizzanti chimici. Il deflusso può trasportare azoto e fosforo che promuovono la crescita eccessiva delle alghe. Le alghe a volte possono competere con il corallo per lo spazio. Le alghe possono quindi soffocare il corallo diminuendo l'apporto di ossigeno disponibile alla barriera corallina. Livelli di ossigeno ridotti possono rallentare i tassi di calcificazione, indebolendo il corallo e rendendolo più suscettibile alle malattie e al degrado. Le alghe abitano una grande percentuale di località coralline esaminate. La popolazione algale è costituita da alghe da tappeto erboso, alghe coralline e macroalghe. Alcuni ricci di mare (come ''[[Diadema antillarum]]'') mangiano queste alghe e potrebbero quindi ridurre il rischio di invasione algale.
Le [[Corallinaceae|alghe coralline]] contribuiscono in modo importante alla struttura della barriera corallina. Sebbene i loro tassi di deposizione di minerali siano molto più lenti dei coralli, sono più tolleranti all'azione delle onde ruvide, e quindi aiutano a creare una crosta protettiva su quelle parti della barriera corallina soggette alle maggiori forze dalle onde, come il fronte della barriera corallina rivolto verso il oceano aperto. Rafforzano anche la struttura della barriera corallina depositando calcare in fogli sulla superficie della barriera corallina.
=== Invertebrati ===
I ricci di mare, i dotidi e le lumache di mare mangiano le alghe. Alcune specie di ricci di mare, come il [[Diadema antillarum|''Diadema antillarum'']], possono svolgere un ruolo fondamentale nell'impedire alle alghe di invadere le barriere coralline. I ricercatori stanno studiando l'uso di ricci da collezione nativi, [[Tripneustes gratilla|''Tripneustes gratilla'']], per il loro potenziale come agenti di biocontrollo per mitigare la diffusione di specie di alghe invasive sulle barriere coralline. I nudibranchi e gli anemoni di mare mangiano le spugne.
Un certo numero di invertebrati, chiamati collettivamente "criptofauna", abitano il substrato scheletrico del corallo stesso, perforando gli scheletri (attraverso il processo di bioerosione) o vivendo in vuoti e fessure preesistenti. Gli animali che scavano nella roccia includono spugne, molluschi bivalvi e sipunculani. Quelli che si stabiliscono sulla barriera corallina includono molte altre specie, in particolare crostacei e vermi policheti.
==== Spugne ====
Le [[Porifera|spugne]] sono fondamentali per il funzionamento della barriera corallina che sistema. Alghe e coralli nelle barriere coralline producono materiale organico. Questo viene filtrato attraverso spugne che convertono questo materiale organico in piccole particelle che a loro volta vengono assorbite da alghe e coralli.
Alcune spugne partecipano alla costruzione delle barriere coralline. "Sclerosponge" è il nome descrittivo di tutti i Poriferi che costruiscono scogliere. All'inizio del periodo Cambriano, le spugne di Archaeocyatha furono i primi organismi al mondo per la costruzione di scogliere e le spugne furono gli unici costruttori di scogliere fino all'Ordoviciano. Le sclerospugne aiutano ancora i coralli a costruire barriere coralline moderne, ma come le alghe coralline hanno una crescita molto più lenta dei coralli e il loro contributo è (di solito) minore.
Nell'Oceano Pacifico settentrionale le spugne delle nuvole creano ancora strutture minerali di acque profonde senza coralli, sebbene le strutture non siano riconoscibili dalla superficie come le barriere coralline tropicali. Sono gli unici organismi esistenti noti per costruire strutture simili a barriere coralline in acqua fredda.
=== Pesci ===
Oltre 4.000 specie di [[Pesce|pesci]] abitano le barriere coralline. Le ragioni di questa diversità rimangono poco chiare. Le ipotesi includono la "lotteria", in cui il primo (fortunato vincitore) recluta in un territorio è tipicamente in grado di difenderlo dai ritardatari, la "competizione", in cui gli adulti competono per il territorio, e le specie meno competitive devono essere in grado di sopravvivere in habitat più povero e "predazione", in cui la dimensione della popolazione è una funzione della mortalità dei piscivori post-insediamento. Le barriere coralline sane possono produrre fino a 35 tonnellate di pesce per chilometro quadrato ogni anno, ma le barriere danneggiate producono molto meno.
=== Uccelli marini ===
I sistemi di barriera corallina forniscono habitat importanti per le specie di uccelli marini, alcune in via di estinzione. Ad esempio, l'atollo di Midway alle Hawaii ospita quasi tre milioni di uccelli marini, inclusi due terzi (1,5 milioni) della popolazione mondiale di albatro di Laysan e un terzo della popolazione mondiale di albatro dai piedi neri. Ogni specie di uccelli marini ha siti specifici sull'atollo in cui nidificano. In totale, a Midway vivono 17 specie di uccelli marini. L'albatro dalla coda corta è il più raro, con meno di 2.200 sopravvissuti dopo un'eccessiva caccia alle piume alla fine del XIX secolo.
=== Altri ===
I serpenti di mare si nutrono esclusivamente di pesce e delle loro uova. Gli uccelli marini, come aironi, sule, pellicani e sule, si nutrono di pesci di barriera. Alcuni rettili terrestri si associano in modo intermittente alle barriere coralline, come i varani, il coccodrillo marino e i serpenti semiacquatici, come Laticauda colubrina. Le tartarughe marine, in particolare le tartarughe marine embricate, si nutrono di spugne.
== Ecosistema ==
Le barriere coralline forniscono servizi ecosistemici al turismo, alla pesca e alla protezione delle coste. Il valore economico globale delle barriere coralline è stato stimato tra i 29,8 miliardi di dollari e i 375 miliardi di dollari all'anno. Circa 500 milioni di persone beneficiano dei servizi ecosistemici forniti dalle barriere coralline.
Il costo economico della distruzione di un chilometro di barriera corallina in un periodo di 25 anni è stato stimato tra i 137.000 e i 1.200.000 dollari.
Per migliorare la gestione delle barriere coralline costiere, il World Resources Institute (WRI) ha sviluppato e pubblicato strumenti per calcolare il valore del turismo correlato alla barriera corallina, della protezione delle coste e della pesca, in collaborazione con cinque paesi dei Caraibi. Ad aprile 2011, i documenti di lavoro pubblicati riguardavano St. Lucia, Tobago, Belize e Repubblica Dominicana. Il WRI stava "assicurandosi che i risultati dello studio supportassero il miglioramento delle politiche costiere e della pianificazione della gestione". Lo studio del Belize ha stimato il valore dei servizi di barriera corallina e mangrovie a $ 395-559 milioni all'anno.
Secondo Sarkis et al (2010), le barriere coralline delle Bermuda forniscono vantaggi economici all'isola per un valore medio di $ 722 milioni all'anno, sulla base di sei servizi ecosistemici chiave.
Le barriere coralline proteggono le coste assorbendo l'energia delle onde e molte piccole isole non esisterebbero senza le barriere coralline. Le barriere coralline possono ridurre l'energia delle onde del 97%, contribuendo a prevenire la perdita di vite umane e danni alle proprietà. Le coste protette dalle barriere coralline sono anche più stabili in termini di erosione rispetto a quelle che ne sono prive. I reef possono attenuare le onde così come o meglio delle strutture artificiali progettate per la difesa costiera come i frangiflutti. Si stima che 197 milioni di persone che vivono sia a un'altitudine inferiore a 10 m che entro 50 km da una barriera corallina potrebbero ricevere benefici di riduzione del rischio dalle barriere. Il ripristino delle barriere coralline è significativamente più economico rispetto alla costruzione di frangiflutti artificiali in ambienti tropicali. I danni attesi dalle inondazioni raddoppierebbero e i costi derivanti da frequenti tempeste triplicherebbero senza il metro più alto di scogliere. Per eventi di tempesta di 100 anni, i danni delle inondazioni aumenterebbero del 91% a 272 miliardi di dollari senza il misuratore più alto.
Circa sei milioni di tonnellate di pesce vengono prelevate ogni anno dalle barriere coralline. Le barriere coralline ben gestite hanno una resa media annua di 15 tonnellate di frutti di mare per chilometro quadrato. La sola pesca della barriera corallina del sud-est asiatico produce circa 2,4 miliardi di dollari all'anno dai frutti di mare.
== Pericoli per l'ecosistema ==
[[File:Restoring a Reef - 3749301185.jpg|thumb|right|Un biologo del [[Florida Keys National Marine Sanctuary]] fotografa i danni che una barca ha causato alla barriera corallina, arenandosi su di essa.]]
Purtroppo questi ecosistemi sono molto fragili e sono minacciati, direttamente o indirettamente, dall'attività umana.<ref name="Zanichelli" /> Pesca a strascico e ancore possono danneggiarle significativamente, mentre l'uso indiscriminato (fortunatamente bandito anni fa) del [[veleno]] per stordire i pesci e il commercio in [[acquariofilia]] ha causato in alcune zone una morìa a ''macchia di leopardo'' dei polipi che si trovavano nella zona.
È recente l'allarme degli scienziati riguardo alle barriere coralline presenti nell'[[Oceano Indiano]]: qui più di ogni altra parte si registra un [[Riscaldamento globale|aumento delle temperature]]<ref name="Zanichelli" /> specialmente nelle aree interessate dal fenomeno di [[El Niño]] come le isole [[Seychelles]], presso le quali si è osservata nel [[1998]], in concomitanza al fenomeno meteorologico, la perdita del 90% dei coralli {{Senza fonte}}.
Una previsione conservativa è quella di alcuni scienziati dell'[[Università del Queensland|Università Australiana del Queensland]], che prevedono la morte della Grande Barriera Corallina entro 50 anni a causa dell'innalzamento delle temperature medie dell'acqua (previsti incrementi da 2 a 6 °C).
Uno dei problemi delle barriere coralline è il tempo che i coralli impiegano per riprendersi dai danni, infatti molti di esse crescono pochi centimetri l'anno. Alcuni ricercatori hanno trovato un modo per riparare le barriere: i coralli per ricrearsi devono essere attaccati a uno substrato solido e devono ricevere un flusso d'acqua continuo, in questo modo i ricercatori hanno costruito dei piccoli telai in acciaio a cui erano attaccati i frammenti di coralli vivi. Questi telai in acciaio, detti stelle della barriera corallina, hanno portato ad un aumento della crescita dei coralli<ref name="Nature" />.
=== Sbiancamento dei coralli (''coral bleaching'') ===
[[File:Bleached coral reef.png|miniatura|414x414px|Sbiancamento dei coralli]]
Una delle minacce più importanti per le barriere coralline negli ultimi anni è il cosiddetto fenomeno dello sbiancamento dei coralli (''coral bleaching''), sempre più frequente e dannoso a causa dei recenti [[Cambiamento climatico|cambiamenti climatici]] globali.
[[File:Bleached coral, Acoropora sp.jpg|miniatura|416x416px|Sbiancamento nel corallo tropicale ''[[Acropora]]''.]]
Lo sbiancamento dei coralli è un fenomeno che si verifica quando i coralli espellono le loro alghe simbionti (le zooxantelle) che vivono nei loro tessuti, facendoli apparire bianchi o molto chiari. Questo processo è spesso innescato da stress ambientali, come l'aumento della temperatura dell'acqua, l'acidifcazione dell'acqua o l'inquinamento. Questo fenomeno è quindi molto dannoso per l'ecosistema della barriera corallina, dal momento che le zooxantelle forniscono ai coralli fino al 90% del loro fabbisogno energetico attraverso la fotosintesi, e partecipano attivamente alla biocostruzione della struttura carbonatica.
[[File:Keppelbleaching.jpg|miniatura|422x422px|Un corallo sbiancato a causa delle alte temperature dell'acqua.]]
Temperature elevate, anche di pochi gradi, possono stressare i coralli e indurli a espellere le zooxantelle. In genere il fenomeno dello sbiancamento si verifica quando la temperatura dell'acqua si mantiene a lungo oltre i 30 °C. Questo è molto preoccupante soprattutto in un'ottica di cambiamenti climatici e di riscaldamento globale: i fenomeni di sbiancamento dei coralli potrebbero aumentare sempre di più a causa del progressivo aumento delle temperature, con effetti devastanti per la biodiversità e per l'ecosistema.
[[File:NMSAS - coral bleaching (27416199680).jpg|miniatura|423x423px|Confronto tra un corallo in salute e un corallo sbiancato.]]
L'aumento della [[Anidride carbonica|CO<small>2</small>]] nell'atmosfera porta a un'[[acidificazione degli oceani]], che può influenzare negativamente la salute dei coralli.
Anche l'inquinamento da sostanze chimiche, come quelle presenti in alcune creme solari, può danneggiare i coralli e le loro alghe simbionti.
La luce artificiale, soprattutto quella notturna, può alterare il comportamento dei coralli e delle loro alghe.
L'attività umana nelle zone costiere, come la costruzione di infrastrutture o lo scarico di acque reflue, può avere un impatto negativo sulle barriere coralline.
[[File:Coral Bleaching in Hawaii.jpg|miniatura|425x425px|Un biologo marino subacqueo studia lo sbiancamento dei coralli in immersione.]]
[[File:NOAA scuba diver surveying bleached corals.jpg|miniatura|426x426px|Un biologo marino subacqueo studia lo sbiancamento di un corallo in immersione subacquea attraverso il metodo del quadrato.]]
Le conseguenze dello sbiancamento sono diverse. Innanzitutto si ha perdita di colore: i coralli perdono il loro colore vivace e appaiono bianchi o pallidi. Se lo stress persiste, i coralli possono morire di fame, poiché le zooxantelle forniscono loro gran parte dell'energia. Lo sbiancamento dei coralli può portare alla perdita di specie marine che dipendono dalle barriere coralline per il cibo e il riparo, comportando quindi un drastico calo di biodiversità. Molte comunità dipendono dalle barriere coralline per il turismo, la pesca e la protezione dalle tempeste, quindi lo sbiancamento può avere gravi conseguenze economiche e sociali.
L’Istituto Oceanografico del Principato di Monaco ha individuato 6 soluzioni da mettere in atto immediatamente.
* Contrastare il surriscaldamento dell’atmosfera: invertire la rotta delle emissioni per evitare non solo che l’atmosfera si riscaldi sempre di più – e con essa gli oceani – ma soprattutto diminuire la quota di CO2 aerodispersa che, inevitabilmente, entrando a contatto con le acque oceaniche vi si discioglie, acidificandoli. L’acidificazione delle acque oceaniche comporta un abbassamento del pH che, insieme allo stress da calore, causa lo sbiancamento dei coralli.
* Contrastare l’inquinamento marino: tutte le forme di inquinamento chimico e fisico con ripercussioni sul mare devono essere eliminate! L’urbanizzazione spinta delle coste, la moltiplicazione dei lidi e l’incuria umana, insieme alle grandi imbarcazioni, sono le fonti principali di inquinamento chimico e fisico del mare. Rimane fermo il discorso di non inquinare volontariamente le spiagge con mozziconi di sigaretta e rifiuti di vario genere, ma altrettanto importante risulta conoscere anche le altre forme di inquinamento “non volontario” e cominciare a pretendere dai governi locali una seria responsabilizzazione sul tema.
* Promuovere un’economia “blu”: insieme alle soluzioni per ridurre l’inquinamento, serve un’economia che valorizzi (anziché colpire) il mare. Attività sportive e ricreative gestite da enti rispettosi della vita marina e dei suoi ritmi, istituzione ed espansione di aree protette, pratiche agricole e di gestione boschiva responsabili – gli ecosistemi terrestri e marini sono tra loro collegati – sono prioritari.
* Proteggere le zone-rifugio delle specie marine: la protezione deve essere fatta in particolare nella zona mesofotica, tra i 30 e i 150 m di profondità, al riparo dalle onde di calore marine. Qui i coralli sono meno vulnerabili allo sbiancamento e possono fungere da serbatoio di ricolonizzazione delle aree degradate. Parallelamente, è necessario proteggere anche le praterie di fanerogame e le mangrovie, ecosistemi che svolgono un ruolo importante nel ciclo del carbonio e nello stoccaggio, contribuendo a diminuire l'accumulo di gas serra nell'atmosfera.
* Ripristinare le barriere coralline danneggiate: ciò può essere fatto trapiantando il corallo da un sito all'altro (ex-situ), o coltivandolo in situ (in situ) per riformare una nuova colonia.
* Creare una “banca del corallo”: proprio come per i semi delle piante, questa ha l'obiettivo di preservare i ceppi e reimpiantarli in aree devastate. Sarà anche possibile studiare la resistenza delle specie al calore e selezionare le varietà più forti, aumentando le possibilità di conservazione, ammesso che si realizzino anche tutte le soluzioni precedenti.
[[File:Bleachedcoral.jpg|miniatura|415x415px|Gli effetti devastanti dello sbiancamento dei coralli nell'ecosistema della barriera corallina.]]
== Zone ==
Riga 173 ⟶ 258:
Le piante costituiscono la base della catena alimentare e hanno bisogno di luce solare e sostanze nutritive per crescere. Nell'oceano, queste piante sono principalmente fitoplancton microscopici che si spostano nella colonna d'acqua. Hanno bisogno della luce solare per la fotosintesi, che alimenta la fissazione del carbonio, quindi si trovano solo relativamente vicino alla superficie, ma hanno anche bisogno di sostanze nutritive. Il fitoplancton utilizza rapidamente i nutrienti nelle acque superficiali e, ai tropici, questi nutrienti di solito non vengono sostituiti a causa del termoclino.
Intorno alle barriere coralline, le lagune si riempiono di materiale eroso dalla barriera corallina e dall'isola. Diventano paradisi per la vita marina, fornendo protezione da onde e tempeste.
Riga 197 ⟶ 281:
Le barriere coralline spesso dipendono dagli habitat circostanti, come prati di alghe e foreste di mangrovie, per i nutrienti. Le alghe e le mangrovie forniscono piante morte e animali ricchi di azoto e servono a nutrire pesci e animali della barriera corallina fornendo legno e vegetazione. Le barriere coralline, a loro volta, proteggono le mangrovie e le fanerogame dalle onde e producono sedimenti in cui le mangrovie e le fanerogame marine possono radicarsi.
== Barriere coralline nel passato geologico ==
Per tutta la [[storia della Terra]], poche migliaia di anni dopo il primo sviluppo di scheletri o gusci mineralizzati, e quindi solidi, da parte di organismi marini, si sono quasi sempre costituite delle biocostruzioni tipo barriere coralline oggi rinvenibili fossilizzate nei sedimenti che si depositavano negli antichi mari, sempre in condizioni di acque calde temperate, senza apporti di sedimenti terrigeni.
|