Antieroe: differenze tra le versioni

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Lontano dall’esserne l’opposto, l’antieroe rimane in fondo un eroe che, per qualche motivo, non dovrebbe esserlo: il mondo dove si trova, il suo stesso essere, le azioni che deve compiere non lo permettono. Il modello “eroico” deve rimanere presente “nell´assenza.”<ref name=":0" /><ref name=":1">{{Cita libro|autore=Victor Brombert|titolo=In Praise of Antiheroes. Figures and Themes in Modern European Literature 1830 – 1980|anno=1999|editore=The University of Chicago Press}}</ref>
 
L’antieroe è sempre una figura paradossale,<ref name=":1" /> perché, al contrario del (super)eroe o del cattivo che, nel loro scontro, offrono visioni del mondo conciliatorie che riaffermano la nostra (l´uno in positivo, e l´altro in negativo, ma svolgendo la stessa funzione), l’antieroe invece la mette in dubbio, evidenziandone le aporie e le contraddizioni.<ref name=":0" /><ref>{{Cita libro|autore=David Simmons|titolo=The Anti-Hero in the American Novel. From Joseph Heller to Kurt Vonnegut,|anno=2008|editore=Palgrave Macmillan}}</ref> Si presenta come modello eroico ma scandaloso e inaccettabile, seppure seducenteaccattivante.
 
Il termine è talvolta usato in senso più ampio per comprendere l'eroe imperfetto o parzialmente [[cattivo]], nella tradizione letteraria dell'eroe [[George Gordon Byron|byroniano]].<ref>''Childe Harold's Pilgrimage'' (1812-1818)</ref><ref>''The Giaour'' (1813)</ref><ref>{{Cita web|url=http://web.cn.edu/kwheeler/lit_terms_B.html#byronic_hero_anchor |titolo=Literary Terms and Definitions B |editore=Web.cn.edu |data= |accesso=3 ottobre 2013}}</ref>