Bozza:Donatello Stefanucci: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
=== Giovinezza ===
Nato in una famiglia di lunga tradizione d'arte, a Cingoli giovanissimo è introdotto al disegno e alla pittura dal padre, Federico, poliedrica figura d'artista e di uomo di cultura, che ne indovina l'innato talento.<ref name = LP1>{{cita|Luca Pernici, Federico Stefanucci : "a Donatello accanto nell'esperienze primissime" in: Luca Pernici - Angelica Mogianesi, Donatello Stefanucci. La collezione comunale cingolana. Catalogo, Cingoli 2012, pp. 14-25}}</ref>.
Come scriverà più tardi un autorevole critico d'arte:
 
{{Citazione|Che Donatello Stefanucci sia nato pittore potrebbero attestarlo le mille persone che in Cingoli lo videro tracciar pupazzetti fin dal primo momento che seppe tenere un lapis in mano|''[[R .Strinati, Giovane arte picena contemporanea. Biografie illustrate, Roma 1927, p. 78]]''}}
 
Appena adolescente inizia il suo apprendistato artistico al seguito di [[Francesco Ferranti]], in vari cantieri, di committenza ecclesiastica e patrizia, in territorio marchigiano.<ref name = LP1LP2>{{cita|Luca Pernici, ''Donatello Stefanucci'', in: Luca Pernici - Angelica Mogianesi, Donatello Stefanucci. La collezione comunale cingolana. Catalogo, Cingoli 2012}}</ref>.
 
Compie gli studi all'[[Accademia di belle arti di Roma]], conseguendovi l'abilitazione all'insegnamento del disegno.
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All'indomani della [[prima guerra mondiale]], rientrato a Cingoli, riprende i pennelli in mano: "molto tempo dedicando a un esercizio proficuo, già esercitato prima della guerra, quello di affrescar grandi zone di muro"<ref name = RS>{{cita|Remigio Strinati, Giovane arte picena contemporanea. Biografie illustrate, Roma 1927, p. 80}}</ref>.
 
In un imprecisato periodo tra gli ultimi anni ’10 e i primi anni ’20, si congeda da Cingoli per trasferirsi nel Lazio, ivi soggiornando per circa un biennio, sostando a lungo nei pressi di [[Grottaferrata]]. Qui approfondisce l'uso e la tecnica del colore, "più mediante l'esempio che la parola"<ref name = RS>{{cita|Remigio Strinati, Giovane arte picena contemporanea. Biografie illustrate, Roma 1927, p. 80}}</ref>, dal pittore e paesaggista [[Andrea Tavernier]]. Da quest’ultimo - come ha scritto Luca Pernici - Stefanucci trae la passione e la voga per la pittura ''en plein air'': una tendenza, ma in fondo un’idea del dipingere, dalla quale egli mai recederà; che sarà anzi – come gran parte della sua produzione palesemente attesta – con continuità un tratto saliente della sua poetica pittorica e del suo fare pittura.<ref name = LP2LP3>{{cita|Luca Pernici, ''Donatello Stefanucci. Pittore'', in: Luca Pernici, Pinacoteca comunale "Donatello Stefanucci". Cingoli nell'Arte del Novecento, Cingoli 2025, pp.15-27}}</ref>.
 
=== Maturità ===
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* Remigio Strinati, ''Giovane arte picena contemporanea''. Biografie illustrate, Roma 1927;
* Pacifico Topa, ''Donatello Stefanucci'', in: D. Bacelli – P. Topa, Cingoli 1944-2002. Vita pubblica e privata, Cingoli 2002, pp. 258-260;
* Luca Pernici, ''DonatelloFederico Stefanucci : "a Donatello accanto nell'',esperienze primissime" in: Luca Pernici - Angelica Mogianesi, Donatello Stefanucci. La collezione comunale cingolana. Catalogo, Cingoli 2012, pp. 14-25;
* Luca Pernici, ''Donatello Stefanucci'', in: Luca Pernici - Angelica Mogianesi, Donatello Stefanucci. La collezione comunale cingolana. Catalogo, Cingoli 2012, pp. 27-47;
* Luca Pernici, ''Donatello Stefanucci. Pittore'', in: Luca Pernici, Pinacoteca comunale "Donatello Stefanucci". Cingoli nell'Arte del Novecento, Cingoli 2025, pp.15-27;