Roberto Calvi: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Correzione Etichette: Modifica visuale Modifica da mobile Modifica da web per mobile Modifica da mobile avanzata |
m clean up, replaced: America Meridionale → America meridionale |
||
Riga 21:
== Biografia ==
=== Anni giovanili ===
Figlio di Giacomo Calvi e Maria Rubini, suo padre era un dirigente della [[Banca Commerciale Italiana]], dove poi verrà assunto anche lui<ref name="SAN2">{{Cita web|url=http://www.imprese.san.beniculturali.it/web/imprese/protagonisti/scheda-protagonista?p_p_id=56_INSTANCE_6uZ0&articleId=127517&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&groupId=18701&viewMode=normal|titolo=Roberto Calvi|sito=SAN - Portale degli Archivi d'impresa|accesso=5 febbraio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180205185101/http://www.imprese.san.beniculturali.it/web/imprese/protagonisti/scheda-protagonista?p_p_id=56_INSTANCE_6uZ0&articleId=127517&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&groupId=18701&viewMode=normal|dataarchivio=5 febbraio 2018|urlmorto=no}}</ref>. Si diplomò al Liceo Classico; nel 1939 si iscrisse alla facoltà di [[Economia e commercio]] dell'[[Università Bocconi]], dedicandosi nel contempo ad attività politiche, dirigendo l'Ufficio Stampa e Propaganda dei [[Gruppi Universitari Fascisti]]. L'entrata dell'Italia nella [[Seconda guerra mondiale]] lo costrinse ad interrompere gli studi universitari: nel 1940 venne arruolato come sottotenente di [[cavalleria]] nei [[lancieri di Novara]] e schierato sul [[Fronte orientale (1941-1945)|fronte russo]], dove affrontò anche la [[Seconda battaglia difensiva del Don|ritirata]].
Dopo la fine del conflitto ottenne un posto alla Banca Commerciale, ma vi rimase solo fino al 1947, quando venne assunto come impiegato dal [[Banco Ambrosiano]] grazie ai buoni rapporti del padre con uno dei dirigenti della banca, [[Alessandro Canesi]] (futuro direttore generale nel 1959 e, dal 1965, presidente).
Riga 93:
Nel 1993, Valerio Viccei (rapinatore ed ex terrorista dei [[Nuclei Armati Rivoluzionari|NAR]], espatriato dall'Italia a Londra) dichiarò alla magistratura inglese ed italiana che, durante una maxi-rapina a [[Knightsbridge]] nel 1987, sarebbe venuto in possesso di alcuni documenti scottanti appartenenti a Calvi e al boss [[Francesco Di Carlo]] ma non furono mai trovate conferme a tali rivelazioni<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/11/09/ma-forzieri-svizzeri-per-ora-non-svelano.html|titolo=MA I FORZIERI SVIZZERI PER ORA NON SVELANO IL GIALLO DEL CASO CALVI - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|lingua=it|accesso=2023-03-13}}</ref><ref name=":02323">{{Cita web|url=https://archivio.unita.news/assets/main/1993/11/08/page_009.pdf|titolo=Londra, caccia ai documenti di Calvi|editore=L'Unità|data=8 novembre 1993}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/04/19/quel-playboy-dei-nar-che-rubo-140.html|titolo=Quel playboy dei Nar che rubò 140 miliardi - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|lingua=it|accesso=2023-03-13}}</ref> (Viccei sarà ucciso nel 2000 nel corso di un conflitto a fuoco con la polizia mentre era in [[Regime di semilibertà|semilibertà]])<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/04/19/ex-terrorista-in-semiliberta-ucciso-prima-della.html|titolo=Ex terrorista in semilibertà ucciso prima della rapina - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|lingua=it|accesso=2023-03-13}}</ref>. Nel 1996 Francesco Di Carlo, diventato a sua volta [[collaboratore di giustizia]], negò di essere l'assassino di Calvi, ma ammise che Pippo Calò gli aveva chiesto di ucciderlo, ma che poi si organizzò diversamente e gli venne detto che «''la questione era stata risolta con i napoletani''»<ref>{{Cita web |url=https://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/italy/1505250/Mafia-wanted-me-to-kill-Calvi-says-jailed-gangster.html |titolo=Mafia wanted me to kill Calvi, says jailed gangster - Telegraph<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=4 maggio 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190926000834/https://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/italy/1505250/Mafia-wanted-me-to-kill-Calvi-says-jailed-gangster.html |dataarchivio=26 settembre 2019 |urlmorto=no }}</ref>. Infatti nel 1993, i collaboratori di giustizia [[Pasquale Galasso]] e [[Carmine Alfieri]], un tempo capi indiscussi della cosiddetta [[Nuova Famiglia]], avevano raccontato che un uomo di punta della [[Nuova Camorra Organizzata|NCO]], tale Giuseppe Cillari, avrebbe confidato loro che [[Vincenzo Casillo]] (braccio destro di [[Raffaele Cutolo]]) era stato l'esecutore materiale dell'omicidio Calvi perché era passato segretamente dalla parte del [[clan Nuvoletta]] e per questo doveva fare un favore a Pippo Calò<ref>{{Cita web |url=http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2003/12_Dicembre/13/calvi.shtml |titolo=Corriere della Sera - Omicidio Calvi: le ultime verità<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=11 marzo 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130319044830/http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2003/12_Dicembre/13/calvi.shtml |dataarchivio=19 marzo 2013 |urlmorto=no }}</ref>. Già nella seconda metà degli anni 1980, nel contesto dell'inchiesta riguardante il sequestro e la liberazione dell'assessore campano [[Ciro Cirillo]] condotta dal giudice istruttore [[Carlo Alemi]], diversi [[Collaboratore di giustizia (Italia)|collaboratori di giustizia]] provenienti dalle file della [[Nuova Camorra Organizzata]] e della [[banda della Magliana]] rivelarono che Casillo sarebbe stato coinvolto nell'omicidio Calvi<ref name=":023232">{{Cita web|url=https://archivio.unita.news/assets/main/1988/09/03/page_005.pdf|titolo=Alemi riapre il capitolo del «suicidio» di Calvi|editore=L'Unità|data=3 settembre 1988}}</ref>.
Nel 1994, [[Antonio Mancini (criminale)|Antonio Mancini]], ex esponente della [[banda della Magliana]] divenuto collaboratore di giustizia, dichiarò che Calvi venne ucciso su ordine di Pippo Calò e del faccendiere [[Flavio Carboni]], che costituiva un anello di raccordo tra la banda della Magliana, la mafia di Pippo Calò e gli esponenti della loggia [[P2]] di [[Licio Gelli]]<ref>{{Cita news|url=http://www.philipwillan.com/images/calvi%5B1%5D.pdf|titolo=Motivazione della sentenza per il processo per l'omicidio di Roberto Calvi - Tribunale di Roma|urlmorto=sì|urlarchivio=https://archive.is/20140102110216/www.philipwillan.com/images/calvi%5B1%5D.pdf|dataarchivio=2 gennaio 2014}}</ref>. Nello stesso anno, un altro collaboratore di giustizia siciliano, [[Vincenzo Calcara]], sostenne di avere personalmente partecipato, pochi mesi prima dell'[[attentato a Giovanni Paolo II]] nel 1981, al trasferimento di due valigie, contenenti ciascuna cinque miliardi di lire, dall’abitazione siciliana di [[Francesco Messina Denaro]] (capo della "[[Famiglia (mafia)|famiglia]]" di [[Castelvetrano]]) a quella romana del notaio Salvatore Albano (a detta di Calcara membro, come Marcinkus, dell'[[Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme|Ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro]], "contatto" fra Cosa nostra e il Vaticano, nonché notaio personale di [[Giulio Andreotti]]<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/10/22/caso-calvi-pentito-accusa-notaio-cosi-riciclava.html|titolo=Caso Calvi, pentito accusa notaio Così riciclava i soldi della mafia - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|lingua=it|accesso=2023-01-05}}</ref>) per essere investiti in [[America
Nel 2003, Eligio Paoli (ex contrabbandiere [[Trieste|triestino]] ed amico di Silvano Vittor con un passato di informatore della [[Guardia di Finanza]]) rivelò ai pm Anna Maria Monteleone e Luca Tescaroli che Calvi sarebbe caduto vittima di una trappola architettata da [[Licio Gelli]] ed [[Umberto Ortolani]] e che uno degli assassini del banchiere sarebbe stato l'[[antiquario]] e trafficante di droga romano Sergio Vaccari, da tempo residente a Londra ed a sua volta ucciso in circostanze poco chiare il 16 settembre 1982, a soli tre mesi dalla morte di Calvi<ref name=":2" /><ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/12/14/cosi-calvi-fini-in-trappola.html|titolo=Così Calvi finì in trappola - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|lingua=it|accesso=2023-03-13}}</ref>. Il presunto coinvolgimento di Vaccari era già emerso nel 1992, nel corso di un [[reportage]] del giornalista del ''[[Sunday Times]]'' Charles Raw<ref name=":02323" />.
Riga 149:
===Il presunto ruolo dei cartelli sudamericani della droga===
Nel suo libro [[Autobiografia|autobiografico]] ''Il re della cocaina'' (2012), edito in [[Italia]] da [[Mondadori]], Ayda Suarez Levy, vedova del narcotrafficante [[bolivia]]no Roberto Suarez Gomez, afferma che Calvi stava riciclando i soldi del [[Cartello di Medellín]] attraverso la filiale del Banco Ambrosiano a [[Nassau]], nelle [[Bahamas]]. Infatti raccontò che, sei mesi prima della sua morte a Londra, il banchiere italiano avrebbe richiesto l'intervento di suo marito attraverso l'uomo d'affari tedesco [[Gunter Sachs]] per placare le richieste di [[Pablo Escobar]], il quale voleva restituito il denaro investito nel Banco<ref>{{Cita web|url=https://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/italy/9703479/Gods-banker-linked-to-Pablo-Escobar.html?onwardjourney=584162_c1|titolo=God's banker linked to Pablo Escobar|sito=www.telegraph.co.uk|accesso=2022-12-18}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Ayda|cognome=Levy|titolo=Il re della cocaina|url=https://books.google.it/books?id=iFiAk4Ar5u4C&pg=PT79&lpg=PT79&dq=roberto+calvi+gunther+sachs&source=bl&ots=d6-bbMQEKN&sig=ACfU3U0v9HXy3rxNh5GBycW3YClHO_kU7A&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwi9n7Wag4T8AhW7QvEDHRK9BUkQ6AF6BAgZEAI#v=onepage&q=roberto%20calvi%20gunther%20sachs&f=false|accesso=2022-12-18|data=2012-11-30|editore=Edizioni Mondadori|lingua=it|ISBN=978-88-520-3169-4}}</ref>.
Questa pista troverebbe un labile ed indiretto riscontro nelle affermazioni del collaboratore di giustizia [[Angelo Siino]], il quale disse di aver saputo dal boss mafioso catanese [[Benedetto Santapaola]] che Calvi era stato ucciso per essersi «''impadronito dei soldi non solo di [[Cosa nostra]], ma anche di altri. Fece menzione ai [[Clan dei marsigliesi|marsigliesi]] e ai sudamericani''».<ref>[[Ferruccio Pinotti]], ''Fratelli d'Italia'', Biblioteca Universale Rizzoli, 2012.</ref>
| |||