Diocesi di Cos: differenze tra le versioni

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Giuliano<ref>Resta incerta l'attribuzione della sede di questo vescovo. Destephen, nella sua ''Prosopographie du diocèse d'Asie'', lo assegna alla diocesi di Cos. Altri autori invece all'[[arcidiocesi di Cio]]. Roger Aubert, [https://archive.org/details/dictionnairedhis0028unse/page/n275/mode/1up ''Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques''], vol. XXVIII 2003, coll. 523-524.</ref> è attestato in più occasioni negli atti conciliari della metà del V secolo ed è noto anche grazie alla corrispondenza di [[papa Leone I]], dalla quale si viene a conoscere che il vescovo era originario di [[Roma]] e legato da amicizia con il pontefice.<ref>Destephen, ''Prosopographie du diocèse d'Asie (325-641)'', pp. 528-541.</ref> Prese parte ai due sinodi convocati a [[Costantinopoli]] nel novembre 448 e nell'aprile 449 per verificare l'ortodossia della teologia insegnata dal monaco [[Eutiche]]; nel primo sinodo Giuliano intervenne per professare la [[cristologia]] definita dai padri a [[Concilio di Nicea I|Nicea]] (325) e a [[Concilio di Efeso|Efeso]] (431) e per dichiarare l'[[eresia]] professata da Eutiche. Dall'epistolario leoniano, si è a conoscenza di un fitto scambio di lettere tra il pontefice Leone I e Giuliano, prima e dopo il [[Secondo concilio di Efeso|concilio di Efeso]] indetto dell'[[imperatori bizantini|imperatore]] [[Teodosio II]] per il mese di agosto del 449, durante il quale fu riabilitato Eutiche e condannati tutti i sostenitori della doppia natura di Cristo dopo l'[[incarnazione]]. Giuliano non prese parte a questo concilio, ma fu presente alle sedute del [[concilio di Calcedonia]] del 451; gli atti greci della prima seduta lo presentano come "Giuliano della città di Cos, che agisce al posto di Leone del trono apostolico dell'antica Roma", ossia nella duplice veste di vescovo e di legato papale. Altre lettere tra Giuliano e papa Leone sono note tra maggio 452 e dicembre 457. Giuliano appose la sua firma alla lettera dei vescovi della provincia delle Isole all'imperatore [[Leone I il Trace|Leone]] nel 458 in seguito all'uccisione del [[Patriarcato di Alessandria|patriarca alessandrino]] [[Proterio di Alessandria|Proterio]]. L'ultima menzione di Giuliano è la sua sottoscrizione nel 459 al decreto sinodale di [[Gennadio I]] contro i [[simonia]]ci.
 
Doroteo sottoscrisse la petizione indirizzata dal sinodo di [[Costantinopoli]] il 20 luglio 518 al [[Patriarchi di Costantinopoli|patriarca]] Giovanni II perché rompesse con [[Severo di Antiochia]] e ristabilisse la teologia sancita a Calcedonia.<ref>Destephen, ''Prosopographie du diocèse d'Asie (325-641)'', p. 235.</ref> Giorgio fu uno dei membri del [[Concilio di Costantinopoli III|concilio di Costantinopoli]] del 680-681. Infine Costantino prese parte al [[concilio di Costantinopoli dell'879-880]] che riabilitò il patriarca [[Fozio di Costantinopoli]].
 
Secondo la ''Cronaca'' di [[Michele il Siro]], un anonimo vescovo di Cos rese possibile con il tradimento il saccheggio della città ad opera degli Arabi nel 653/654.<ref>[https://www.degruyter.com/view/PMBZ/PMBZ20659 ''Anonymus''], Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit nº 10691.</ref>