Umberto Bertozzi: differenze tra le versioni
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==Biografia==
Membro di una agiata famiglia [[Borghesia|borghese]] residente a [[Colorno]] ([[provincia di Parma|PR]]), Umberto Bertozzi era figlio dell'imprenditore Abele Bertozzi (1867-1936), che fu tra i pionieri dell'industria [[Conserve di pomodoro|conserviera]] e casearia di Parma, e di Gemma Bilzi (1873-1940).<ref>{{Cita web|url=https://pomodoro.museidelcibo.it/wp-content/uploads/sites/5/2018/02/LIBRO-STAZIONE-SPERIMENTALE-CONSERVE.pdf|titolo=
Laureato in scienze chimiche a Padova,<ref>GAZZETTA UFFICIALE DEL REGNO D'ITALIA - Anno 72° Roma - Giovedi, 29 ottobre 1931 - ANNO X Numero 250, Elenco dei candidati che hanno superato l'esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio della professione di chimico, pagina 5293</ref> dopo l'[[armistizio dell'8 settembre 1943]], [[Junio Valerio Borghese]], suo amico fin dai tempi dell'Università, gli propose una tenenza; si arruolò così nella [[Marina Nazionale Repubblicana]] col grado di tenente nei reparti chimici.<ref>R. Fruzzetti - A. Grossi - M. Michelucci - “Forno 13 giugno 1944 - Storia di un eccidio”, Ceccotti, Massa, 1994, Intervista a Antonietta Luisa Cattaneo</ref>
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===Il dopoguerra===
Nel primo dopoguerra Bertozzi venne processato dalla [[Corte d'assise]], sezione speciale di [[Vicenza]], assieme ai suoi collaboratori Franco Banchieri e Ranunzio Benedetti, e ritenuto colpevole di oltre cento «omicidi volontari, fra cui il concorso nella [[strage di Forno]] di Massa e di numerose sevizie e atrocità particolarmente efferate perpetrate tra il 1944-1945 con episodi di violenza (rastrellamenti, stragi, torture)<ref>{{Cita web|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0041_01_1947_0108_0001_24632853/|titolo=
Durante il processo, il teste Gino Signori, medico di [[Mareno di Piave]] che fu arrestato nel suo ambulatorio il 19 novembre [[1944]] da uomini della ''Compagnia "O"'' perché accusato di appartenere al movimento partigiano e successivamente liberato per l'intercessione di un amico di vecchia data già maggiore delle [[Brigate Nere]], riferì che già dal settembre del 1944 tutte le formazioni partigiane avevano avuto l'ordine di uccidere Bertozzi, perché condannato a morte da tutti i tribunali partigiani.<ref name="ref_A" />
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