Lingue d'Italia: differenze tra le versioni
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La politica "antidialettale" della scuola italiana, l'influenza dei mezzi di comunicazione e il parere - talvolta apertamente ostile - di {{chiarire|alcuni autorevoli intellettuali}} sono all'origine di una connotazione negativa degli idiomi locali, frequentemente derisi anche in televisione, dei quali l'opinione pubblica ha un'immagine sfavorevole, burlesca e distorta, vedendo in essi "dialetti" culturalmente inferiori e idonei solo a dare un senso di spontaneità al parlato o a suscitare ilarità<ref>{{Cita libro|titolo=Profilo linguistico dell'Emilia-Romagna|autore=Fabio Foresti|editore=Editori Laterza|città=Bari|anno=2010|p=68|citazione=Di certo la connotazione sociale del dialetto, l'idea che ne possiede la pubblica opinione, appare negativa, si tende a considerarlo una sottolingua, valida al più per fare battute e come veicolo di naturalezza. Pesano - come sappiamo - la costante politica antidialettale della scuola, il ruolo dei mezzi di comunicazione, che ne restituiscono in prevalenza un'immagine deformata e buffonesca, ma sono altrettanto influenti i giudizi che di volta in volta ne hanno dato veri e propri numi tutelari nella nostra intellettualità}}</ref>, se non addirittura un insieme di parole prevalentemente scurrili e inadeguate<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/magazine/chiasmo/lettere_e_arti/Parole/1_sns_parole.html|titolo=«Lasciateci parlare!» Il dialetto tra caos, tabù, pregiudizi e parole proibite|autore=Rebecca Bardi|sito=Treccani.it|editore=[[Istituto dell'Enciclopedia Italiana]]|data=3 gennaio 2020|citazione=Tuttavia, è storicamente veritiero affermare che proprio questo «caos» e questa mobilità del lessico − soprattutto dialettale, occorre precisare, che possiede come si sa di notevoli specializzazioni tematiche − hanno causato non pochi scompensi a livello sociale: una conseguenza, ben tangibile ancora oggi, è il pregiudizio per cui al dialetto appartengono per la maggior parte parole sconce e inappropriate, giudicate troppo “sanguigne” e che come tali devono essere soppresse. Parole proibite, insomma.|accesso=7 marzo 2023}}</ref><ref>{{Cita testo|lingua=en|autore=Arturo Tosi|titolo=The Language Situation in Italy|pubblicazione=Current Issues in Language Planning|data=22 dicembre 2008 |url =https://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/14664200408668259|p=279|citazione=Everywhere the dialects lost ground, not only because they were perceived as outdated in a modern industrial society (significantly they were frequently ridiculed on TV) but also because parents tried to provide children with a strong basis in the national language, before they would be required to use it at school.|accesso=24 febbraio 2025}}</ref>.
Invece, dal punto di vista della [[linguistica]], la discriminazione dei cosiddetti "dialetti" è ingiustificata, così come la presunzione di superiorità di alcune [[Varietà (linguistica)|varietà]] rispetto ad altre.<ref name=
È infatti la politica ad attribuire lo status di "lingua" agli idiomi di chi dispone di mezzi di pressione per farsi riconoscere come comunità etnico-linguistica. Una volta ottenuta tale condizione, e relativi finanziamenti, anche gli idiomi minoritari possono venire dotati di quegli strumenti caratterizzanti le lingue statali (standardizzazione, grammatiche, dizionari, insegnamento scolastico, editoria, uso amministrativo ecc.). Sono appunto questi strumenti la conseguenza, e non la causa, dell’ufficialità di una "lingua".<ref>{{Cita testo|autore=Roberto Bolognesi, Matteo Incerti|titolo=Le lingue parlate nel territorio dello Stato italiano|pubblicazione=Eleaml.org|data=1999|url=https://www.eleaml.org/sud/stampa/lingue_ue.html|accesso=22 febbraio 2022}}</ref>. La mancata assegnazione politica dello statuto di ''lingue'' e la scarsa importanza attribuita al patrimonio linguistico italo-romanzo possono essere in parte spiegate come una difesa dell’unità nazionale in un paese di relativamente recente istituzione<ref name>{{Cita libro|titolo=Policy and Planning for Endangered Languages|autore=VVAA|autore-capitolo=Claudia Soria|editore=Cambridge University Press|città=Cambridge|anno=2015|lingua=en|capitolo=Assessing the effect of official recognition on the vitality of endangered languages: a case study from Italy|pp=127-128}}</ref>; l’[[Accademia della Crusca]], che considera i ''dialetti'' quali ''lingue'' sul piano strutturale, teme invece che la loro possibile espansione in contesti ufficiali possa mettere in crisi l’italiano, il quale già soffre la concorrenza dell’[[Lingua inglese|inglese]]<ref>{{Cita web|autore=Paolo D’Achille|url=https://accademiadellacrusca.it/it/contenuti/la-xxi-giornata-europea-delle-lingue-26-settembre-2022-unoccasione-per-riflettere-sullinvadenza-dell/26976|titolo=La XXI Giornata uropea delle lingue (26 settembre 2022). Un’occasione per riflettere sull’invadenza dell’inglese|sito=Accademiadellacrusca.it|editore=Accademia della Crusca|data=27 settembre 2022|accesso=22 febbraio 2022}}</ref>.
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