Impero sovietico: differenze tra le versioni
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Sebbene l'[[Unione Sovietica]] non fosse governata da un [[imperatore]] e si dichiarasse [[Stato socialista]] e anti-imperialista, si sostiene<ref name=is1>{{Cita|Beissinger|pp. 294-303}}.</ref><ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Bhavna Dave|anno=2007|titolo=Kazakhstan: Ethnicity, Language and Power|editore=[[Routledge]]}}</ref><ref name=is2>{{Cita|Caroe|pp. 135-144}}.</ref> che esibisse tendenze comuni agli imperi storici. L'inizio degli studi a tal proposito è tradizionalmente attribuito al libro di [[Richard Pipes]], ''The Formation of the Soviet Union'' (1954).<ref>{{cita libro|autore=Nelly Bekus|anno=2010|titolo=Struggle Over Identity: The Official and the Alternative|editore=Belarusianness|p=4|lingua=en}}</ref> Diversi studiosi ritengono che l'Unione Sovietica fosse un'entità ibrida contenente elementi comuni sia agli imperi multinazionali sia agli [[Stati-nazione]].<ref name=is1/> È stato anche affermato che l'Unione Sovietica ha effettivamente praticato il [[colonialismo]] allo stesso modo di altre potenze imperiali.<ref name=is2/><ref>{{cita libro|lingua=en|Epp Annus|anno=2019|titolo=Soviet Postcolonial Studies: A View from the Western Borderlands|editore=[[Routledge]]|isbn=978-0367-2345-4-6|pp=43-48}}</ref><ref>{{cita web|autore=Riccardo Cucciolla, Riccardo|data=23 marzo 2019|titolo=The Cotton Republic: Colonial Practices in Soviet Uzbekistan?|sito=Central Eurasian Studies Society|accesso=22 marzo 2021|url=https://thecessblog.com/2019/03/the-cotton-republic-colonial-practices-in-soviet-uzbekistan-by-riccardo-mario-cucciolla-higher-school-of-economics-hse/|lingua=en|dataarchivio=15 gennaio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210115001141/https://thecessblog.com/2019/03/the-cotton-republic-colonial-practices-in-soviet-uzbekistan-by-riccardo-mario-cucciolla-higher-school-of-economics-hse/|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Benedikts Kalnačs|anno=2016|titolo=20th Century Baltic Drama: Postcolonial Narratives, Decolonial Options|editore=Aisthesis Verlag|p=14|isbn=978-3849-8114-7-1}}</ref><ref name=is3>{{Cita|Loring|pp. 77-102}}.</ref><ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=Ewa Thompson|anno=[[2014]]|titolo=It is Colonialism After All: Some Epistemological Remarks|editore=[[Accademia polacca delle scienze]]|url=https://rcin.org.pl/ibl/Content/51834/WA248_71045_P-I-2524_thompson-it-is.pdf#page=9|p=74|accesso=22 marzo 2021}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=Vytas Stanley Vardys|anno=[[1964]]|titolo=Soviet Colonialism in the Baltic States: A Note on the Nature of Modern Colonialism|pubblicazione=[[Lituanus]]|volume=10|numero=2|ISSN=0024-5089|url=https://www.lituanus.org/1964/64_2_01_Vardys.html|accesso=22 marzo 2021|dataarchivio=9 novembre 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211109162257/https://www.lituanus.org/1964/64_2_01_Vardys.html|urlmorto=sì}}</ref> I sovietici perseguirono il "colonialismo interno"<ref group="IS">Il "colonialismo interno" è lo sfruttamento di [[minoranza|gruppi minoritari]] all'interno di una società più ampia, che porta a disuguaglianze politiche ed economiche tra le regioni all'interno di uno Stato.</ref> in [[Asia centrale]], ad esempio in [[Kirghizistan]] dove veniva favorita la produzione di grano rispetto all'[[allevamento]] di [[bestiame]] così da avvantaggiare i coloni [[slavi]] rispetto ai [[Kirghisi]], perpetuando le stesse disuguaglianze dell'era coloniale [[zarista]].<ref name=is3/> I [[maoismo|maoisti]] [[cinesi]] sostenevano che l'Unione Sovietica fosse diventata essa stessa una potenza imperialista pur mantenendo una facciata socialista, definendolo un "imperialismo sociale".<ref>{{cita pubblicazione|autore=Albert Szymansk|anno=1977|titolo=SOVIET SOCIAL IMPERIALISM, MYTH OR REALITY: AN EMPIRICAL EXAMINATION OF THE CHINESE THESIS|pubblicazione=Berkeley Journal of Sociology|volume=22|pp=131-166|ISSN=0067-5830|lingua=en|url=https://www.jstor.org/stable/41035250|accesso=19 luglio 2021}}</ref> Un'altra dimensione dell'imperialismo sovietico è l'[[imperialismo culturale]]. La politica dell'imperialismo culturale sovietico implicava la "sovietizzazione" della [[cultura]] e dell'[[istruzione]] a scapito delle tradizioni locali.<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Natalia Tsvetkova|anno=2013|titolo=Failure of American and Soviet Cultural Imperialism in German Universities, 1945-1990}}</ref> [[Leonid Brezhnev]] perseguì una pervasiva politica di [[russificazione]] culturale come parte del [[socialismo reale]], forzando ulteriormente la [[centralizzazione]] nello Stato.<ref name="is/0">{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=Jason A. Roberts|anno=[[2015]]|titolo=The Anti-Imperialist Empire: Soviet Nationality Policies under Brezhnev|pubblicazione=Graduate Theses, Dissertations, and Problem Reports|doi=10.33915/etd.6514|accesso=22 marzo 2021}}</ref> Seweryn Bialer, studioso ed esperto del [[Partito Comunista dell'Unione Sovietica]], ha sostenuto che lo Stato sovietico praticasse il nazionalismo imperiale.<ref name=is4>{{Cita|Noren|pp. 27-38}}.</ref>
[[File:EasternBloc BasicMembersOnly (it).svg|upright 0.8|thumb|right|L'[[Unione Sovietica]] (in rosso) e gli [[Stato satellite|Stati satelliti]] del [[blocco orientale]] (in rosso chiaro); la [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia]] (in viola), alleata sovietica fino al 1948 e la [[Repubblica Popolare Socialista d'Albania]] (in arancione), alleata sovietica fino al 1961]]
[[Iosif Stalin]] ordinò trasferimenti di popolazione nell'Unione Sovietica e la deportazione di persone, spesso interi gruppi etnici, dagli [[anni 1930]] agli [[anni 1950]] con destinazioni in aree remote e sottopopolate. Ciò terminò ufficialmente nell'era di [[Chruščëv]], con molte delle etnie autorizzate a tornare nelle loro zone d'origine nel [[1957]]. Tuttavia, Nikita Chruščëv e Leonid Brežnev rifiutarono il diritto al ritorno per i [[Tartari di Crimea]], i [[Tedeschi di Russia]] e i turchi meskheti.<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Junius P. Rodriguez|anno=2011|titolo=Slavery in the Modern World: A History of Political, Social, and Economic Oppression|editore=ABC-CLIO|p=179|isbn=978-1-85109-783-8|url=https://books.google.it/books?id=kzro5ziGRRoC&pg=PA179&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false|accesso=22 marzo 2021}}</ref> Nel 1991 il [[Soviet Supremo della RSFS Russa]] dichiarò le deportazioni di massa staliniste come "politiche di diffamazione e genocidio".<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Jeronim Perovic|anno=2018|titolo=From Conquest to Deportation: The North Caucasus under Russian Rule|editore=[[Oxford University Press]]|isbn=978-0-19-093467-5|url=https://books.google.it/books?id=O19gDwAAQBAJ&pg=PA320&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false|accesso=22 marzo 2021}}</ref>
La storia delle relazioni tra la [[RSFS Russa]] (la Repubblica sovietica dominante) e il [[blocco orientale]] aiuta a comprendere i sentimenti degli Stati dell'[[Europa orientale]] nei confronti dei residui della cultura sovietica, vale a dire l'odio e il desiderio di sradicamento di quest'ultima. La [[Repubblica Popolare di Polonia]] e la [[sovietizzazione dei
Con la [[dottrina Brežnev]], la politica del "[[socialismo reale]]" è stata utilizzata per sancire il socialismo così come applicato in Unione Sovietica come "il più completo" (secondo la dottrina, seppure altri Paesi erano "socialisti", l'URSS era "socialista per davvero") evidenziando il suo ruolo dominante e l'egemonia sugli altri Paesi socialisti.<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=Mark Sandle|anno=2002|capitolo=Brezhnev and Developed Socialism: The Ideology of Zastoi?|titolo=Brezhnev Reconsidered, Studies in Russian and East European History and Society|editore=Palgrave Macmillan UK|pp=165-187|doi=10.1057/9780230501089_8|ISBN=978-0-230-50108-9|accesso=19 luglio 2021}}</ref> Questa dottrina e l'interventismo di Brežnev, giustificarono l'invasione di altri Paesi socialisti e portarono alla caratterizzazione dell'URSS come impero.<ref name="is/0" />
Anche la penetrazione dell'influenza sovietica nei cosiddetti "Stati di tendenza socialista"<ref group="IS">Nella terminologia politica dell'[[Unione Sovietica]], gli "Stati di tendenza socialista" (in russo: Страны социалистической ориентации; ''Strany socialističeskoj orientacii'', lett. "Stati di orientamento socialista") erano Stati del [[
Ciò non significa che l'espansione economica non abbia giocato un ruolo significativo nelle ragioni sovietiche di diffondere la loro influenza nei suddetti territori satelliti. In teoria, questi nuovi territori avrebbero garantito un aumento della ricchezza globale su cui l'Unione Sovietica avrebbe avuto una presa.<ref name=is6/> Seguendo l'ideologia teorica del [[comunismo]], questa espansione avrebbe ipoteticamente contribuito a un [[reddito pro capite]] più alto per ogni cittadino sovietico attraverso il processo di ri[[distribuzione della ricchezza]].
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