== Giuseppe Porta da "Le vite" del Vasari ==
''Fu allievo di Francesco Salviati Giuseppo Porta da Castel Nuovo della Carfagnana, che fu chiamato anch'egli, per rispetto del suo maestro, Giuseppo Salviati. Costui giovanetto, l'anno 1535, essendo stato condotto in Roma da un suo zio, segretario di monsignor Onofrio Bartolini arcivescovo di Pisa, fu acconcio col Salviati, appresso al quale imparò in poco tempo non pure a disegnare benissimo, ma ancora a colorire ottimamente. Andato poi col suo maestro a Vinezia, vi prese tante pratiche di gentiluomini, che, essendovi da lui lasciato, fece conto di volere che quella città fusse sua patria; e così presovi moglie, vi si è stato sempre et ha lavorato in pochi altri luoghi che a Vinezia. In sul campo di S. Stefano dipinse già la facciata della casa de' Loredani di storie colorite a fresco molto vagamente e fatte con bella maniera. Dipinse similmente a San Polo quella de' Bernardi, et un'altra dietro a San Rocco, che è opera bonissima. Tre altre faccia- tefacciate di chiaro scuro ha fatto molto grandi, piene di varie storie: una a San Moisè, la seconda a San Cassiano, e la terza a Santa Maria Zebenigo. Ha dipinto similmente a fresco in un luogo detto Treville, appresso Trevisi, tutto il palazzo de' Priuli, fabrica ricca e grandissima dentro e fuori; della quale fabrica si parlerà a luogo nella Vita del Sansovino. A Pieve di Sacco ha fatto una facciata molto bella; et a Bagnuolo, luogo de' frati di Santo Spirito di Vinezia, ha dipinto una tavola a olio; et ai medesimi padri ha fatto nel convento di Santo Spirito il palco overo soffittato del loro refettorio, con uno spartimen to pieno di quadri dipinti, e nella testa principale un bellissimo Cenacolo. Nel palazzo di San Marco ha dipinto nella sala del Doge le Sibille, i Profeti, le Virtù cardinali, e Cristo con le Marie, che gli sono state infinitamente lodate. E nella già detta Libraria di San Marco fece due storie grandi, a concorrenza degli altri pittori di Vinezia, de' quali si è ragionato di sopra. Essendo chiamato a Roma dal cardinale Emulio dopo la morte di Francesco, finì una delle maggiori storie che sieno nella detta sala dei Re, e ne cominciò un'altra; e dopo, essendo morto papa Pio Quarto, se ne tornò a Venezia, dove gli ha dato la Signoria a dipignere in palazzo un palco pieno di quadri a olio, il quale è a sommo delle scale nuove. Il medesimo ha dipinto sei molto belle tavole a olio: una in San Francesco della Vigna, all'altare della Madonna; la seconda nella chiesa de' Servi all'altar maggiore; la terza ne' Fra' Minori; la quarta nella Madonna dell'Orto; la quinta a San Zacaria, e la sesta a San Moisè; e due n'ha fatto a Murano, che sono belle e fatte con molta diligenza e bella maniera. Di questo Giuseppe, il quale ancor vive e si fa eccellentissimo, non dico altro per ora, se non che, oltre alla pittura, attende con molto studio alla geometria; e di sua mano è la voluta del capitel ionico che oggi mostra in stampa come si deve girare secondo la misura antica; e tosto doverà venire in luce un'opra che ha composto delle cose di geometria''.
== Opere ==
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