Angelo Brofferio: differenze tra le versioni

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==Biografia==
[[File:Portret van Angelo Brofferio, RP-P-1909-5234.jpg|thumb|left|upright|Angelo Brofferio, litografia di Luigi Rados.]]
 
Nato a Castelnuovo Calcea, vi trascorse la sua infanzia, e di quegli anni ne dà una descrizione commovente nella sua biografia ''I miei tempi'', mantenendo un ricordo sempre vivo del suo paese natale, che citò spesso nei suoi libri con affetto e nostalgia.
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Discendente da una famiglia di dottori benestanti, ricevette un'educazione [[illuminismo|illuminista]] e [[Anticlericalismo|anticlericale]]. In quegli anni giovanili, seguendo l'esempio di [[Vittorio Alfieri]], scoprí la sua passione per il teatro e la poesia che mantenne per tutta la vita.
 
Frequentò il liceo ad [[Asti]] e nel [[1814]] si trasferì a [[Torino]] con la famiglia, dove si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza.
 
Nel [[1821]] Brofferio fu costretto a rifugiarsi nel paese natio per sfuggire alla dura repressione messa in atto dopo le sommosse [[Moti piemontesi|antimonarchiche]] sfociate a Torino e alle quali aveva preso parte.
 
Allontanato anche dall'università, iniziò a scrivere drammi sulla [[libertà]], ma le sue rappresentazioni furono [[censura]]te. Nel [[1822]], riammesso all'ateneo, si laureò in [[giurisprudenza]].
 
Ispirandosi all'Alfieri, continuò a scrivere commedie che furono portate in scena anche all'estero con successo. Conobbe così numerosi patrioti e rivoluzionari che rafforzarono il suo odio verso i governi reazionari<ref>Esprimendo scetticismo per le idee [[neoguelfismo|neoguelfe]]: v. [https://patrimonio.archivio.senato.it/inventario/scheda/archivio-giobertiano-raccolta-antonio-bruers/IT-SEN-013-000004/angelo-brofferio-vincenzo-gioberti#lg=1&slide=0 lettera 25 maggio 1825] da Angelo Brofferio a [[Vincenzo Gioberti]], in Archivio storico del Senato della Repubblica (ASSR), Archivio giobertiano. Raccolta di Antonio Bruers, 1.1.1.</ref>. Nel [[1831]] entrò a far parte delle associazioni di stampo [[Massoneria|massonico]] Franchi Muratori e [[Cavalieri della libertà]], ma fu ben presto arrestato e, dopo aver reso una confessione sull'organizzazione di tali [[società segreta|società segrete]] ed essere stato rilasciato, sembra che se ne sia allontanato<ref name=":0">{{Cita libro|autore-capitolo=Alessandro Luzio|titolo=Carlo Alberto e Giuseppe Mazzini: studi e ricerche di storia del risorgimento|url=https://books.google.it/books/about/Carlo_Alberto_e_Giuseppe_Mazzini.html?id=oMtWAAAAMAAJ&redir_esc=y|anno=1923|editore=Fratelli Bocca Editori, Torino|pp=55-124|capitolo=I Cavalieri della Libertà e il processo di A. Brofferio}}</ref>. In relazione a quanto riferito alle autorità su tali società segrete pesò per molto tempo su di lui il sospetto di essere un delatore <ref name=":0" /><ref>{{Cita news|autore=Rosario Romeo|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,1113_01_1974_0180_0003_16259367/|titolo=Brofferio delatore|pubblicazione=La Stampa|data=14/08/1974}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Maud Tyler|anno=1990|titolo=A dissenting voice in the Risorgimento: Angelo Brofferio in mid-nineteenth-century Piedmont|rivista=The Historical Journal, 33, 2 (1990), pp. 403-415|volume=33|numero=2|pagine=403-415}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Laurana Lajolo|anno=2011|titolo=Brofferio e il popolo|rivista=Quaderni di storia contemporanea|volume=50|pp=49-72}}</ref>.
 
Si sposò con [[Felicie Perret]], dalla quale ebbe tre figli<ref>https://gw.geneanet.org/accu2jal?n=brofferio&oc=&p=angelo+giuseppe.</ref>, e poi con [[Giuseppina Zauner]], dalla quale ebbe altri tre figli.
 
Nel [[1835]] iniziò la collaborazione con il giornale ''Il Messaggiere Torinese'', divenendone il direttore. Si occupava di letteratura, teatro e critica di costume. Nel 1840 curò un periodico ada uscita settimanale di tono [[Progressismo|progressista]] e a finalità divulgativo-enciclopediche che, non a caso, intitolò ''Il dagherrotipo: galleria popolare enciclopedica''.
 
A maggio [[1848]] fu eletto [[Parlamento del Regno di Sardegna|parlamentare subalpino]] e appoggiò la [[Costituente italiana]] nell'anno successivo, e il riconoscimento della [[Repubblica Romana (1849)|Repubblica Romana]], che fu costituita il 9 febbraio [[1849]], che vedeva la decadenza del [[Potere temporale|governo temporale]] del papa.
 
Nel [[1849]] in Piemonte si consumò la [[battaglia di Novara (1849)|battaglia di Novara]] e il generale [[Gerolamo Ramorino|Ramorino]] fu accusato di disobbedienza per aver portato la divisione alla destra del [[Po]], contravvenendo agli ordini e causando la disfatta contro l'esercito austriaco di [[Josef Radetzky|Radetzky]]. Brofferio ne assunse le difese, ma perse la causa e il generale fu fucilato.
 
Nell'ottobre del [[1851]] al conte [[Camillo Benso, conte di Cavour|Camillo Benso di Cavour]] fu dato il portafoglio dell'Agricolturaagricoltura nel Ministero [[Massimo d'Azeglio|D'Azeglio]]. Di destra moderata, Cavour cercò l'appoggio del "centro-sinistra" di [[Urbano Rattazzi|Rattazzi]] per crearsi una propria base governativa alternativa a quella del D'Azeglio, causando la frattura della compagine liberaldemocratica. <br>Brofferio, di estrema sinistra, tra i membri dell'opposizione democratica, era contrario alle idee monarchiche del Cavour e si oppose ai suoi disegni di legge di indipendenza italiana a fianco dell'industrializzazione inglese e al coinvolgimento alla [[guerra di Crimea]].
Brofferio, di estrema sinistra, tra i membri dell'opposizione democratica, era contrario alle idee monarchiche del Cavour e si oppose ai suoi disegni di legge di indipendenza italiana a fianco dell'industrializzazione inglese e al coinvolgimento alla [[guerra di Crimea]].
 
{{Citazione|... non ha un preciso indirizzo politico, né rispetto per le convenzioni e la moralità...}}
 
Nel 1861 nel dibattito per la legge della proclamazione del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] prese posizione contro il progetto di legge di Cavour sostenendo che la legge sarebbeavrebbe dovutadovuto essere d'iniziativa popolare e non del governo, ma per non infrangere il clima unitario, ritirò il suo progetto.<ref>[[s:Pagina:Atti del parlamento italiano (1861).djvu/10|Atti del parlamento italiano (1861)]].</ref> Nel 1864, Brofferio fu tra gli oppositori del trasferimento della [[Capitale (città)|capitale]] da Torino a [[Firenze]], come conseguenza degli accordi franco-italiani, che fece esplodere nel centro cittadino torinese gravi tumulti che si conclusero con 30 morti e oltre 200 feriti.
Nel [[1864]], Brofferio fu tra gli oppositori del trasferimento della [[Capitale (città)|capitale]] da Torino a [[Firenze]], come conseguenza degli accordi franco-italiani, che fece esplodere nel centro cittadino torinese gravi tumulti che si conclusero con 30 morti ed oltre 200 feriti.
 
Nel 1865 Brofferio venne eletto per la sinistra a [[Dronero]]; questo fu il suo ultimo impegno politico; trovò la morte nel 1866 nella sua villa di Minusio, la "Verbanella".
 
==Ideologia politica==
[[File:Pincio - busti - Brofferio P1080983.jpg|thumb|upright|Angelo Brofferio, busto al [[Pincio]].]]
 
Anticonformista e anticlericale, si oppose sempre al [[potere temporale]] del Papa che osteggiava l'[[Risorgimento|Unità d'Italia]] ed era molto presente nella vita politica.<br>Cercò di ripristinare i diritti all'educazione laica e una maggiore tolleranza alle confessioni religiose.<br>Si occupò di [[libertà di stampa]] e censura, diritto di associazione, abolizione della [[pena di morte]] e delle torture.
Cercò di ripristinare i diritti all'educazione laica e una maggiore tolleranza alle confessioni religiose.<br>
Si occupò di [[libertà di stampa]] e censura, diritto di associazione, abolizione della [[pena di morte]] e delle torture.
 
==Nei giudizi dei contemporanei==
In un [[epigramma]] contemporaneo si legge<ref>Epigrammisti dell'Ottocento, a cura di G. Scognamiglio, Salerno editore, 1988.</ref>:
 
{{Citazione| [[Aurelio Bianchi-Giovini|Bianchi-Giovin]], Brofferio e compagnia
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''La stèila dël Piemont'' del 1847
 
''Dal prim di ch' i eu fait la sapa''<br>''d' canté d'arie an stil monfrin,''<br>''për gnun Prinsi, për gnun Papa''<br>''i eu mai fait ël buratin.''<br>''Sensa mai perde l'aptit,''<br>''pr'esse pòver, pr'esse cit,''<br>''sospirand, i aussava 'l front''<br>''vers la stèila dël Piemont!''
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''Dal prim di ch' i eu fait la sapa''<br>
''d' canté d'arie an stil monfrin,''<br>
''për gnun Prinsi, për gnun Papa''<br>
''i eu mai fait ël buratin.''<br>
''Sensa mai perde l'aptit,''<br>
''pr'esse pòver, pr'esse cit,''<br>
''sospirand, i aussava 'l front''<br>
''vers la stèila dël Piemont!''
 
== Note ==