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Vengono chiamati a ricoprire le due cattedre il prof. [[Michele Peyron]], torinese, per la Chimica, e il prof. [[Giovanni Ansaldo (imprenditore)|Giovanni Ansaldo]], professore all'[[Università di Genova]], per la Meccanica, entrambi con lo stipendio annuo di 1.200 lire nuove.
 
La Camera di Commercio mette a disposizione i locali in Vico San Matteo, 12 all'interno del palazzo Pagano Doria, e finanzia i lavori necessari per l'avvio delle scuole, dotandole di laboratori, biblioteca e persino di un anfiteatro in legno con oltre 300 posti. L’illuminazioneL'illuminazione non è più affidata alle candele, ma al gas, una novità assoluta per l’epocal'epoca, resa possibile dal recente impianto dello stabilimento del gas illuminante a [[San Fruttuoso (Genova)#Borgo Incrociati|Borgo Incrociati]]. Vengono assunti un bidello e un portiere, ai quali si aggiungerà in seguito un preparatore di laboratorio.
 
Attraverso giornali e manifesti si invitano ai corsi del serale "Commercianti, Manifatturieri e Direttori di fabbriche e officine [...] a voler sin d'ora, col loro autorevole consiglio, eccitare gli Operaj da loro dipendenti ad approfittarsi di una istituzione, la cui utilità ognun di loro saprà giustamente apprezzare".
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Nello stesso anno il Ministero rilevò la necessità di dare maggiore ordine e coordinamento ai corsi, anche in considerazione dell'avvio degli insegnamenti nautici. Fu quindi redatto un Regolamento delle Scuole Tecniche, approvato dal ministro il 25 novembre 1852, che rimase un punto di riferimento per gli anni successivi. Nel settembre 1853 fu nominato ispettore responsabile del funzionamento delle scuole Giovanni Marchese, proveniente da Torino.
 
All’inizioAll'inizio del 1858 l'ispettore Giovanni Marchese chiese due mesi di congedo e, poco dopo, rassegnò le dimissioni. Al suo posto venne nominato [[Gerolamo Boccardo]], che avviò anche il corso di Economia Politica, accolto con grande successo.
 
Con la promulgazione della [[legge Casati]] del 13 novembre 1859, l'insegnamento tecnico a Genova si equiparò a quello già attivo a Torino nei corsi speciali previsti dal Regio Decreto del 7 settembre 1856. In seguito, il Consiglio provinciale di Genova affidò a una Commissione interna il compito di elaborare un progetto per un nuovo istituto tecnico cittadino. La proposta prevedeva due sole sezioni, commerciale e industriale, e da essa nacque ufficialmente il Regio Istituto Tecnico “Vittorio Emanuele II”.
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Nel 1866 venne introdotto nel serale il corso di Computisteria Applicata con [[Michele Erede]]. Sapeto, esperto di lingue orientali e missionario in [[Libano]], [[Egitto]] e [[Abissinia]], contribuì anche all'acquisizione dell'approdo di [[Assab]] in [[Eritrea]] per le navi italiane sul [[Mar Rosso]]. Erede, studioso di scienze economiche e fondatore dell'Istituto Generale di Commercio di Genova, mise a punto i primi programmi di insegnamento commerciale e tecnico.
 
Negli anni successivi, il Prof. Carlotti sviluppò un'esperienza di "azienda simulata", in cui gli studenti del serale gestivano ditte virtuali per apprendere pratica contabile e gestionale. Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, sotto la guida del Preside [[Carlo Bressan]], furono introdotti corsi di Economia politica e lingue straniere come tedesco e spagnolo (quest'ultima per impegni diplomatici con l'Argentina). Le Scuole serali contavano circa 300 uditori all’inizioall'inizio del Novecento.
 
Durante il Novecento, i corsi serali continuarono nonostante le guerre e il bombardamento del 1944. Negli anni '20 e '30, l’offerta comprendeva insegnamenti commerciali, industriali e per capimastri, con particolare attenzione a frequenza, profitto e partecipazione attiva degli studenti. La presenza femminile aumentò gradualmente, e i corsi serali rimasero uno strumento di istruzione accessibile e flessibile per lavoratori e giovani.
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Pur attraversando scissioni e fusioni nel corso degli anni l'Istituto mantiene sempre un ruolo di primo piano nell’istruzione superiore genovese e ligure.
 
Il 25 giugno 1915 conseguì nell'Istituto il diploma di ragioniere [[Eugenio Montale]] e iniziò a svolgere un’attivitàun'attività impiegatizia intermittente presso la ditta G.G. Montale & C., gestita dal padre insieme ai cugini Domenico e Lorenzo.
 
Negli anni tra il 1923 e il 1932 l’Istitutol'Istituto tecnico commerciale "Vittorio Emanuele II" registrò significative variazioni nel corpo docente e nel numero degli studenti. Nel 1923 contava 64 insegnanti e 1.247 allievi nei corsi diurni, mentre i corsi serali erano frequentati da 446 studenti, seguiti da 11 insegnanti. Nel 1929 il corpo docente dei corsi diurni era composto da 47 insegnanti con 771 studenti iscritti; i corsi serali registravano 426 studenti con 13 insegnanti. Nell'anno scolastico 1930-1931 erano iscritti 734 studenti ai corsi diurni e 426 a quelli serali, mentre nell’anno 1931-1932 il numero degli studenti raggiunse 800 nei corsi diurni e 411 nei corsi serali. Questi dati evidenziano l’evoluzione dell’istituto negli anni venti e trenta e il suo ruolo rilevante nella formazione tecnica dell’epoca.
 
Il bombardamento del 13 giugno 1944 provocò gravi danni alle aule e ai gabinetti scientifici di fisica e topografia, distruggendo circa il 30% del materiale didattico e scientifico.