Omicidio di Alvise di Robilant: differenze tra le versioni
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Altro dettaglio che insospettì gli inquirenti fu il fatto che il conte, al momento dell'aggressione, indossava solo una vestaglia e che sotto di essa era nudo. Gli investigatori ipotizzarono quindi che il conte di Robilant avesse aperto la porta a qualcuno mentre si stava preparando per uscire, dato che sulla porta non c'erano segni di scasso, e che l'assassino fosse una persona di cui si fidava.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.ilgiornale.it/news/cronaca-nera/quadro-impronte-e-bottiglia-conte-conosce-suo-assasino-2151465.html#google_vignette|titolo=Il quadro, le impronte e la bottiglia: "Il conte aprì al killer in accappatoio"|sito=www.ilgiornale.it|data=30 maggio 2023|accesso=4 settembre 2025}}</ref> Venne percorsa con particolare attenzione la pista dell'antiquariato clandestino considerando l'ipotesi secondo la quale il conte, grande appassionato d'arte tanto da avere un quadro antico raffigurante ''[[San Girolamo]]'' nella sua camera da letto (quadro poi sfregiato dall'assassino con un taglio della tela), fosse finito in un affare sporco, magari di riciclaggio o di esportazione illegale di opere d'arte, e che fosse state ucciso per un regolamento di conti. Tale supposizione fu supportata anche dal ritrovamento di un assegno di 1.400.000 lire, firmato dal conte stesso e lasciato in salotto, reperto forse collegato a tale scenario. Fu rinvenuto anche il monitor sfondato del computer usato dal conte, ma ciò non danneggiò il computer stesso, da cui furono recuperati tutti i dati, senza tuttavia trovare materiale utile alle indagini.
La pista sul mondo dell'arte non portò a nessuna svolta, e fu ripetutamente ritenuta improbabile dagli amici dello stesso conte di Robilant. Vennero trovate diverse analogie tra l'omicidio del conte e quelli di [[Filippo Giordano delle Lanze]] (19 luglio 1970) e di [[Rodolfo Lodovigi]] (1991), un antiquario e un rappresentante di moda con legami col mondo gay, ma i tre delitti non furono mai collegati in modo ufficiale. L'arma del delitto, capace di tagliare e di colpire con
Per l'omicidio di Alvise di Robilant non ci furono mai indagati, diverse persone vennero sospettate ma le indagini giunsero a un punto morto dopo alcuni anni a causa della scarsità di indizi: a oggi il delitto resta senza un colpevole. [[Andrea di Robilant (giornalista)|Andrea di Robilant]], figlio di Alvise, terminò il libro riguardante il rapporto tra [[Andrea Memmo]] e [[Giustiniana Wynne]] e lo pubblicò con la casa editrice [[Arnoldo Mondadori Editore]] nel 2003, dedicando l'opera al padre scomparso sei anni prima.
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