Bozza:Donatello Stefanucci: differenze tra le versioni

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Gli anni ‘20 e ‘30 vedono Cingoli impegnata in un’ambiziosa politica di promozione turistica </ref><ref name = LP4>{{cita| Luca Pernici, ''Cingoli - Gli anni del fascismo: infrastrutture, valorizzazione turistica, fermenti culturali'' in: Atlante storico delle città italiane – Marche - Cingoli, a cura di Francesca Bartolacci, Macerata, EUM, 2024. pp.15-27}}</ref>. Condividendo il fervore dilagante in città, egli mette a disposizione la sua arte. Ne usciranno tra le sue opere più iconiche, tra cui il manifesto per la stagione estiva 1934: "''Cingoli Balcone delle Marche Stazione Climatica Estiva Posizione Incantevole Panorami Sconfinati''" </ref><ref name = LP3>{{cita|Luca Pernici, ''Donatello Stefanucci. Pittore'', in: Luca Pernici, Pinacoteca comunale "Donatello Stefanucci". Cingoli nell'Arte del Novecento, Cingoli 2025, pp.15-27}}</ref>.
 
Nel 1940, per ragioni molteplici e tutt’oggi in gran parte ignote, Stefanucci lascia, per sempre, Cingoli.
Si trasferisce a [[Fano]], città a cui è legata tutta la seconda parte della sua vita.
All’attività artistica qui affianca quella didattica, quale docente presso il locale Istituto d’Arte, oggi [[Liceo artistico Nolfi Apolloni]].
 
Dipinge, con quella fecondità e passione che sempre l’animarono, fino agli ultimi suoi giorni.
Nella città adriatica «se ne va» nell’autunno 1987 «di notte, in punta di piedi, senza disturbare nessuno, così come aveva sempre fatto in vita: vita che tutta aveva dedicato all’Arte».
Forse con l’intento di rimarginare quella ferita apertasi tanti anni prima con la sua città, «l’amore per la quale in lui non si era mai sopito», dispose una importante donazione di suoi dipinti al Comune di Cingoli. Ciò anche con il fine di favorire l’istituzione sul “Balcone delle Marche” di una civica pinacoteca: idea – in Cingoli molti anni prima a lungo dibattuta e da «cittadini cospicui e colti» promossa – a cui egli stesso, e avanti lui suo padre, aveva concepito e sostenuto.
Nell’autunno 1988, nella ricorrenza del primo anniversario della sua morte, Cingoli gli tributa il meritato riconoscimento intitolandogli la neo-istuita Pinacoteca comunale.
 
...a seconda guerra mondiale si trasferì a [[Fano]] dove fondò la Accolta dei 15, un cenacolo di artisti impegnati ad operare per la diffusione dell’arte. Insegnò decorazione pittorica all'Istituto d'arte Apolloni e poi in altri Istituti di Pesaro, dove fu per alcuni anni Preside al Liceo Scientifico.
 
Conosciuto e apprezzato, a lui è intitolata la Pinacoteca Comunale di Cingoli, nella quale sono conservate diverse opere; le più conosciute si trovano nella Chiesa Cattedrale di Cingoli: nell'altare dell'abside destro c'è il dipinto con il ''Discorso della Montagna'', mentre nel catino absidale, l’''Assunzione al cielo di Maria (1939)''.
 
Compilare un catalogo delle sue opere è molto difficile ma doveroso, in quanto sono disseminate in molte abitazioni private; si hanno quadri ad olio, cartoni pubblicitari, tra cui quello per lo champagne della ditta Grasselli di Cingoli, scenografie per opere teatrali, litografie, disegni e pitture su seta.
 
I quadri di Stefanucci, raffiguranti paesaggi campestri, fiori, soprattutto cardi, scorci di Cingoli, interni di abitazioni, giardini, nature morte e ritratti, nonostante riscuotessero molto successo presso i suoi contemporanei, venivano dal pittore per lo più regalati (tanto che molte famiglie cingolane posseggono opere dell'artista) e per questo non si inserirono mai nel grande circuito dei mercanti d'arte.
 
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* Luca Pernici, ''Donatello Stefanucci'', in: Luca Pernici - Angelica Mogianesi, Donatello Stefanucci. La collezione comunale cingolana. Catalogo, Cingoli 2012, pp. 27-47;
* Luca Pernici, ''Donatello Stefanucci. Pittore'', in: Luca Pernici, Pinacoteca comunale "Donatello Stefanucci". Cingoli nell'Arte del Novecento, Cingoli 2025, pp.15-27;
* Luca Pernici, ''Cingoli - Gli anni del fascismo: infrastrutture, valorizzazione turistica, fermenti culturali'' in: Atlante storico delle città italiane – Marche - Cingoli, a cura di Francesca Bartolacci, Macerata, EUM, 2024. pp.15-27;
 
(Da completare)