Pieve di Santa Maria a Diecimo: differenze tra le versioni

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==Storia e descrizione==
Costruita a partire dall'inizio del XII secolo dalla Contessa [[Matilde di Canossa]], prentala chiesa presenta un prospetto basilicale, semplice e regolare, che affida la decorazione al paramento murario a grossi blocchi di [[calcare]] e alle figurazioni dell'[[architrave]] del portale di accesso. Esso raffigura una serie di grandi e vigorosi tralci di vite e grappoli d'uva sostenuti da piccole figure, è databile agli ultimi decenni del XII secolo ed è attribuibile ad una bottega influenzata da quelle di [[Biduino]] e di [[Guidetto (architetto)|Guidetto]]<ref>Annamaria Ducci, ''La scultura del medioevo'', in ''Arte nella Valle del Serchio. Tesori in Garfagnana e Mediavalle dall'Alto Medioevo al Novecento'', Lucca, 2018, pagg. 63 - 64.</ref>.
 
A fianco sorge la torre campanaria, ispirata a prototipi [[Lombardia|lombardo]]-[[Lucca|lucchesi]] coronato da una [[merlatura]] inserita nell'Ottocento.
 
L'interno è a tre [[navata|navate]] con grande [[abside]] semicircolare. La chiesa possiede alcuni resti dell'arredo scultoreo della prima metà del XIII secolo: un [[bassorilievo]] raffigurante il ''[[profeta Isaia]]'', due ''[[leone|leoni]] stilofori con preda'' e un [[capitello]] con [[aquila|''aquile'']]. A ciò si aggiunge la presenza di un fonte battesimale esagonale duecentesco, di un [[sarcofago]] [[Storia romana|romano]] e di una lastra erratica raffigurante un ''cavaliere con grande scudo'', localmente denominato ''Re Pipino''. Quest'ultima, proveniente dal cimitero, rappresenta un personaggio di alto rango, di importanza politica, è databile all'inizio del XIII secolo<ref>Annamaria Ducci, ''La scultura del medioevo'', in ''Arte nella Valle del Serchio..., cit.,'', 2018, pagg. 66 - 67.</ref>.
 
In chiesa è anche un ''tabernacolo eucaristico'' quattrocentesco forse attribuibile a [[Matteo Civitali]] per le analogie con le opere dello scultore in [[Cattedrale di San Martino (Lucca)|San Martino]] a Lucca<ref>Claudio Casini, ''La scultura dalla seconda metà del Quattrocento al Settecento'', in ''Arte nella Valle del Serchio. Tesori in Garfagnana e Mediavalle dall'Alto Medioevo al Novecento'', Lucca, 2018, pag. 168.</ref>.