Luce d'Eramo: differenze tra le versioni
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Nata nel 1925 a [[Reims]] ([[Francia]]) da genitori italiani, Lucette Mangione (poi nota come Luce d'Eramo, nome da sposata che manterrà anche dopo il [[divorzio]] dal marito Pacifico d'Eramo) vive fino ai quattordici anni a [[Parigi]].<ref name="Repubblica">{{Cita web|autore=Susanna Nirenstein|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/03/07/luce-eramo-una-vita-da-romanzo.html|titolo=Luce d'Eramo, una vita da romanzo|sito=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=7 marzo 2001|accesso=25 luglio 2024|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171227235607/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/03/07/luce-eramo-una-vita-da-romanzo.html|dataarchivio=27 dicembre 2017|urlmorto=no}}</ref> Il padre, Publio Mangione, illustratore e pittore, è vissuto a Parigi tra il 1912 e il 1915, ha combattuto durante la [[prima guerra mondiale]], nel 1918 ha preso il [[Licenza di pilota|brevetto di pilota]] di aerei, quindi si è stabilito di nuovo in Francia, dove è diventato imprenditore edile. La madre, Maria Concetta Straccamore, a Parigi assume l'incarico di segretaria del Fascio e si occupa di assistere i lavoratori [[Emigrazione italiana|italiani emigrati]]. Nel [[1938]] Luce rimpatria con la famiglia in [[Italia]], in un primo tempo presso la casa della nonna materna ad [[Alatri]], dove si iscrive al [[liceo classico]].
Il cambiamento d'ambiente, come racconterà lei stessa anni dopo in ''Io sono un'aliena'', non poteva essere più netto. Si lasciava alle spalle una Parigi moderna e democratica, la Parigi del [[Fronte popolare (Francia)|Fronte Popolare]], per essere catapultata involontariamente nella piccola realtà locale della [[Ciociaria]], all'interno di un
Successivamente il padre viene richiamato in servizio come pilota e poi passa all'[[ufficio stampa]] dell'[[Aeronautica militare italiana|aeronautica militare]]. La famiglia si trasferisce a Roma, dove Lucetta (così la chiamano in famiglia) frequenta l'ultimo anno di liceo all'''Umberto'' (oggi Pilo Albertelli) e si iscrive poi alla facoltà di lettere dell'università, e ai [[Gruppi Universitari Fascisti|GUF]], come ci si aspettava da una ragazza cresciuta in una famiglia fascista come la sua.
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