Dolfin (famiglia): differenze tra le versioni
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|casataderivazione = [[Gradenigo]]<ref name=":2" group="N">Secondo la leggenda.</ref>
|titoli = '''Non ereditari:'''
* [[Doge di Venezia]]<ref group="N">[[Giovanni Dolfin (doge)|Giovanni Dolfin]] ([[1303]]-[[1361]]) fu doge della Repubblica di Venezia dal
* [[Dogaressa|Dogaressa di Venezia]]<ref group="N">'''Chiara Dolfin''' (...-[[1630]] circa) fu dogaressa della Repubblica di Venezia dal
* [[Cardinale]]
* [[Patriarca (cristianesimo)|Patriarca]]
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* [[Nobile (titolo)|Nobile]]
* [[Patriziato (Venezia)|Patrizio veneto]]
* [[Cavaliere del Sacro Romano Impero]]<ref group="N">Nel 1369 Giacomo Dolfin, ambasciatore presso il Duca [[Leopoldo III d'Asburgo]], trattò e ottenne la rinuncia alle ragioni austriache su Trieste e venne da lui nominato cavaliere.</ref>
|fondatore = Giovanni [[Gradenigo]]<ref name=":2" group="N">Secondo la leggenda.</ref> o Giovanni Dolfin<ref name=":3" group="N">Secondo la prima fonte attestata.</ref>
|datafondazione = [[V secolo]]
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I membri della famiglia si distinsero per il loro ruolo nelle istituzioni politiche e militari della Repubblica, dove acquisirono grande prestigio. Uno di questi fu ad esempio [[Giovanni Dolfin (doge)|Giovanni Dolfin]], 57º [[doge della Repubblica di Venezia]], unico della famiglia a ricoprire tale incarico.<ref name=":15" /><ref name=":21">{{Cita|Scifoni|p. 340}}.</ref><ref name=":16">{{Cita|Da Mosto|pp. 192-194}}.</ref><ref name=":62">{{Cita|Cicogna|p. 340}}.</ref> Numerosi altri membri della casata furono uomini di chiesa al servizio del [[Lista dei papi|Papa]] in qualità di [[Vescovo|vescovi]], [[Patriarca (cristianesimo)|patriarchi]] e [[Cardinale|cardinali]]. Nel corso dei secoli, i discendenti della famiglia ricoprirono importanti ruoli politici nella Repubblica come [[Procuratori di San Marco|procuratori di S. Marco]], governatori di città e terre sotto il dominio veneziano, membri dei ''[[Quarantia]]'' e del [[Consiglio dei Pregadi|Senato]], generali di terra e di mare, oppure ruoli di diplomazia come [[Bailo (Repubblica di Venezia)|baili]] e [[Ambasciatore|ambasciatori]] presso la maggior parte dei paesi dell'[[Europa continentale]].
I Dolfin furono inoltre influenti e abili commercianti<ref name=":17">{{Cita|Mantoan, Quaino|p. 176}}.</ref> e seppero manovrare eccellentemente le dinamiche economiche della [[Talassocrazia|talassocratica]] Venezia,<ref>{{Cita|Andrews, Bourdua|pp. 51-75}}.</ref><ref name=":9">{{Cita|Morche|pp. 11-197}}.</ref><ref>{{Cita|Schultz|pp. 1070-1071}}.</ref><ref>{{Cita|Stahl|pp. 351-364}}.</ref><ref>{{Cita|Goy|pp. 79, 86-87}}.</ref> in particolare sfruttando le alleanze matrimoniali come strumenti strategici per consolidare il proprio potere economico e politico.<ref name=":9" /><ref>{{Cita|Romano|pp. 94-95}}.</ref><ref>{{Cita|Merelo|pp. 13, 17-18, 23-24}}.</ref><ref>{{Cita|Labalme, White|pp. 43-72}}.</ref><ref>{{Cita|Ferraro|pp. 106-107}}.</ref><ref group="N">Un esempio è il matrimonio tra Lorenzo Dolfin e Giovanetta [[Morosini (famiglia)|Morosini]] ([[XV secolo]]),
Come i [[Gonzaga]] a [[Mantova]], la fama dei Dolfin a Venezia e in Italia è soprattutto legata al loro
[[File:Stemma Dolfin di Venezia (XVI secolo) 1.jpg|miniatura|Stemma dei Dolfin presente nello ''Stemmario Genovese'' del Duca di Baviera ([[XVI secolo]]). Lo stemmario è conservato nella [[Bayerische Staatsbibliothek|Biblioteca di Stato Bavarese]].]]
Nonostante il declino del potere politico della Repubblica di Venezia, l'eredità artistica e culturale della famiglia è tutt'oggi apprezzata.
== Storia ==
=== Origini ===
{{Citazione|Questa famiglia venero da Mazorbo et antichamente questi insiren da cha Gradenigo, et è da saper che ’l fo uno di questa caxada che era bellissimo homo dela persona e per la sua bellezza ognuno il chiamava Dolfin et, schorrendo il tempo, costui fo chiamado da {{maiuscoletto|cha Dolfin}}. Chostui per el dicto nome fo chiamado ''Dolfin'' et perhò lui levò l’arma con uno dolfin d’oro in champo azuro e biancho, ma tutte do queste caxade da {{maiuscoletto|cha Dolfin}} antigamente furono de una caxada e notta che missier Griguol Dolfin da San Chanzian del {{maiuscoletto|mcccl}} fece le separation de queste due caxade.|[[Biblioteca nazionale Marciana]], ''Mss. It. VII'', 794 f. 43v.}}
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* Un altro Giovanni, nel 1074, nominò un Piero in una convenzione a favore del [[patriarcato di Grado]];<ref name=":17" />
* Nel 1095 Domenico Dolfin, detto ''della Ca' Grande'', risultò [[procuratore di San Marco]];<ref name=":17" />
* Nel
* Un Daniele nel 1098 partecipò alla [[Prima crociata]].<ref name=":17" />
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==== Inizio della genealogia ====
La precisa genealogia dei Dolfin ci è nota a partire da un Gregorio, che fu [[ducato di Candia|duca di Candia]] nel
=== Ascesa della famiglia nella società veneziana ===
[[File:Dolfin - Annalium Venetorum, 1943 - 2257450.jpg|sinistra|miniatura|Frontespizio della raccolta epistolare di Pietro Dolfin ''Petri Delphini Annalium venetorum pars quarta'', in un'edizione stampata a Venezia nel
==== Dogado di Giovanni Dolfin ====
{{Vedi anche|Giovanni Dolfin (doge)}}
In questo periodo di grande splendore economico, i Dolfin posero radici più solide nella politica veneziana grazie alla figura di [[Giovanni Dolfin (doge)|Giovanni]], figlio di Benedetto: prima diplomatico presso l'Impero bizantino, combatté poi nella [[Guerre veneziano-genovesi|guerra contro la Repubblica di Genova]] e fu infine eletto 57º [[Doge (Venezia)|Doge]] nel
Durante il suo dogado, si concentrò principalmente nella prosecuzione delle [[Guerre croato-ungheresi-veneziane|guerre]] con il [[Regno d'Ungheria (1000-1538)|Regno d'Ungheria]]. Si impegnò inoltre in numerose missioni diplomatiche e militari, cercando alleanze e gestendo le difficoltà politiche, economiche e sanitarie interne alla Repubblica. Nonostante i tentativi di risolvere il conflitto con l'Ungheria, la pace fu difficile da raggiungere, con la [[Dalmazia Veneta|Dalmazia]] ceduta agli ungheresi nella [[pace di Zara]] e vari scontri fra le varie città dell'odierno Veneto.<ref name=":21" /> Con lui, il titolo "''Dux Venetiarum, Dalmatiae et Chroatiae et Dominus quartae partis et dimidiae totius Imperii Romaniae''", usato sin dai tempi di [[Pietro Ziani]], cambiò e divenne "''Dux Venetiarum, Dei gratia dux Veneciarum et cetera''", il quale rimase inalterato fino alla caduta della Repubblica nel 1797.<ref>{{Cita|Matina|p. 173}}</ref><ref>{{Cita|Cecchetti|p. 297}}</ref>
=== Influenza verso paesi esteri ===
{{Vedi anche|Pietro Dolfin (umanista)|Zaccaria Dolfin}}[[File:Map Italy in 1454- Touring Club Italiano CART-TRC-46.jpg|miniatura|La penisola italiana nel
Un altro importante esponente della famiglia nel periodo del Pietro abate fu [[Giovanni Dolfin (1490-1547)|Giovanni Dolfin]] (1490-1547), il quale entrò a far parte del Maggior Consiglio di Venezia nel 1510. Cinque anni dopo venne eletto membro della [[Quarantia|''Quarantia'' civile]] e nel 1518 diventò [[Savi agli Ordini|Savio agli Ordini]]. Giovanni mostrò un forte senso dell'ordine e della giustizia, esigendo severi provvedimenti contro la [[corruzione]] anche tra gli stessi patrizi. La sua carriera politica lo portò ad assumere incarichi significativi come [[Savi di Terraferma|Savio di Terraferma]] e provveditore generale in campo, dove contribuì alla riorganizzazione difensiva e finanziaria del territorio. La sua figura emerse come quella di un uomo deciso, seppur controverso, che lasciò un'impronta tangibile nella politica e nell'architettura della Serenissima, come testimoniato dalla costruzione del [[Palazzo Dolfin Manin|suo palazzo]] a Venezia nel 1536.<ref name=":20" /> Egli lo fece realizzare da [[Jacopo Sansovino]], padre di [[Francesco Sansovino|Francesco]], il quale nell'opera ''Venetia, città nobilissima, et singolare'', lodò la bellezza del palazzo, considerandolo «uno dei più notevoli palazzi sul [[Canal Grande]] per architettura, per la disposizione delle pietre esposte, il controllo e l'importanza dei volumi e il costo dei lavori intrapresi».<ref name=":12" /><ref>{{Cita|Trivellato, Mazzariol, Dorigato|p. 201}}.</ref>
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=== Periodo d'oro e la caduta di Venezia ===
[[File:Titelpagina van 'La Stravaganza' La Stravaganza, concerti consacrati a sua eccellenza il sig. Vettor Delfino da D. Antonio Vivaldi opera quarta, libro primo (titel op object), RP-P-2016-1496-2.jpg|miniatura|Frontespizio della raccolta di concerti di [[Antonio Vivaldi]], dedicato a Vettor Delfino.]]
Dopo un periodo di "impigrimento" politico dovuto alla [[Monopolio di Stato|monopolizzazione statale]] della compravendita di denaro, e dunque un fitto periodo di lavoro nelle loro banche, tra il [[XVII secolo|XVII]] e il [[XVIII|XVIII secolo]] i Dolfin tornarono nuovamente in auge. I cardinali e i vescovi della famiglia si orientarono prevalentemente verso incarichi diplomatici all'estero. Il membro più illustre di questi secoli fu [[Giovanni Dolfin (1545-1622)|Giovanni]], figlio di Giuseppe detto ''Iseppo'' del ramo di "San Pantalon", ambasciatore nella [[Confederazione polacco-lituana]], nella [[Spagna degli Asburgo|Spagna asburgica]], nel [[Regno di Francia]] e nella [[Stato Pontificio|Santa Sede]], ricevendo inoltre i titoli di [[Camerlengo (Chiesa cattolica)|camerlengo]], nonché investito [[vescovo]] e poi [[cardinale]].<ref name=":19" /> Un altro cardinale fu suo pronipote e omonimo [[Giovanni Dolfin (1617-1699)|Giovanni]], il quale ebbe un ruolo di rilievo nel [[conclave del 1667]]. Dopo la morte di [[Papa Alessandro VII|Alessandro VII]],
[[File:129. Giuseppe Dolfino, fa giurare alla ciurma della sua nave di dar fuoco alle polveri piuttosto che rendersi ai Turchi, 16 Luglio 1654.jpg|sinistra|miniatura|Il 16 Luglio 1654 Giuseppe di Nicolò fa giurare alla ciurma della sua nave di dar fuoco alle polveri piuttosto che arrendersi ai Turchi (stampa del 1863).]]
Anche in terra natìa i membri della famiglia compirono gesta militari rimarchevoli, con alcuni che si distinsero nelle imprese navali contro [[Impero ottomano|l'Impero ottomano]]. Giuseppe di Nicolò (
Oltre agli incarichi politici, ecclesiastici e militari, il gusto per la cultura e le arti
Il ramo della famiglia più noto fu quello già citato dei [[Chiesa di San Pantalon|''San Pantalon'']], etimologicamente derivante dal nome della parrocchia dove aveva sede,<ref>{{Cita|Mantoan, Quaino|p. 179}}.</ref> estintosi nel [[1798]] con la morte di [[Daniele Andrea Dolfin|Daniele I Andrea]], il quale coprì numerose cariche politiche sia sotto la [[Serenissima]], in qualità di ambasciatore sia presso il [[Sacro Romano Impero]] che sotto i [[Occupazione francese della Repubblica di Venezia|francesi]].<ref name=":18" /> Questo membro può essere considerato, dopo il Doge Giovanni, uno dei più noti membri della casata grazie alla sua intraprendenza politica e alla sua natura da giureconsulto. Tal fama gli permise di poter ricoprire cariche importanti nel contesto dell'Europa pre- e post-[[Rivoluzione francese|rivoluzionaria]], ma anche dal punto di vista sociale godette di un altissimo livello nella società veneziana: uno dei numerosi esempi fu infatti il ricevimento in incognito di re [[Federico IV di Danimarca|Federico IV di Danimarca e Norvegia]] presso [[Ca' Dolfin|Ca’ Dolfin]],<ref>{{Cita|Mantoan, Quaino|p. 196}}.</ref><ref>{{Cita|Bassi|p. 213}}.</ref> la stessa dimora dove soggiornò [[Wolfgang Amadeus Mozart]] a Venezia nei mesi di febbraio e marzo del 1771.<ref>{{Cita web|url=https://mozartiana.org/mozartletters/?page=luoghi&NNN=2320&CCC=133&DDD=P001428#P001428|titolo=Lettere della famiglia Mozart - v. 1.107 - Lettera 232|sito=mozartiana.org|accesso=13 gennaio 2025}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://mozartiana.org/mozartletters/?page=luoghi&NNN=2340&CCC=133#D133|titolo=Lettere della famiglia Mozart - v. 1.107 - Lettera 234|sito=mozartiana.org|accesso=13 gennaio 2025}}</ref> Oltre a ciò, grazie alla carica di ambasciatore per la stessa Serenissima, ebbe modo di avere un rapporto epistolare sia formale che informale con il padre fondatore statunitense [[Benjamin Franklin]],<ref>{{Cita|Celotti|pp. 187-233}}.</ref> permettendogli di intraprendere l'introduzione del [[parafulmine]] e della stufa Franklin nella futura [[Occupazione francese della Repubblica di Venezia|Venezia occupata]].<ref>{{Cita|Celotti|p. 192}}.</ref> Come già accennato, questo scambio non fu solo amicale, bensì anche diplomatico: prima dell'arrivo dei francesi, Daniele Andrea ebbe il ruolo di portare in Senato la richiesta del governo statunitense di redigere un trattato di amicizia e commercio con la Serenissima.<ref>{{Cita|Pelizza|p. 215}}.</ref><ref>{{Cita|Romanin|p. 230}}.</ref><ref group="N">La lettera recita così:
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Sempre secondo le ricerche di [[Samuele Romanin|Romanin]], la lettera in questione in lingua originale con le sottoscrizioni autografate si trova nella raccolta dei dispacci in Francia dello stesso Daniele, nella filza 261 dell'Archivio.</ref> Il 15<ref name=":11">{{Cita|Mantoan, Quaino|p. 183}}.</ref> e il 20<ref>{{Cita|Tivaroni|p. 416}}.</ref> marzo 1797 propose al Senato una confederazione con la Francia e l’aggregazione al Maggior Consiglio di tutte le città della Terraferma, ma era ormai troppo tardi per salvare la Repubblica dall'invasione napoleonica.<ref name=":11" />
Le glorie della casata e la posizione sociale nella società della Serenissima si affievolirono notevolmente dopo l'[[Caduta della Repubblica di Venezia|arrivo dei francesi a Venezia]] nel
=== Dopo la caduta della Serenissima ===
Dopo la conquista francese e il passaggio di potere agli Asburgo, con la conclusione della [[Terza guerra d'indipendenza italiana|terza guerra d'Indipendenza]], avvenuta nel 1866, il [[Regno Lombardo-Veneto]] venne annesso al [[Regno d'Italia]]. Ciò, tuttavia, non fu motivo di revoca o cambio del titolo di [[Conte]] ricevuto dall'[[Monarchia asburgica|Impero asburgico]].<ref>{{Cita libro|lingua=it|titolo=Bollettino ufficiale della Consulta Araldica del Regno|url=https://www.google.it/books/edition/Bollettino_ufficiale_della_Consulta_Aral/AwtM2D5KOkYC?hl=it&gbpv=1&dq=Araldica+%22Dolfin%22&pg=PA141&printsec=frontcover|accesso=2025-06-01|edizione=6|data=1893|editore=Stab. tip. G. Civelli|città=Roma|pp=141-142|volume=Vol. 3}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Bollettino ufficiale della Consulta araldica|url=https://www.google.it/books/edition/Bollettino_ufficiale_della_Consulta_aral/WUIStoHGA4YC?hl=it&gbpv=0|accesso=2025-06-01|edizione=1|data=1891|editore=Stab. tip. G. Civelli|città=Roma|p=94|volume=Vol. 1}}</ref><ref group="N">Con l'articolo 4 del Regio Decreto del 15 giugno 1889, le commissioni locali regionali della [[consulta araldica]]
== Alleanze ==
[[File:Frontespizio per le nozze Manin-Dolfin - acquaforte.jpg|miniatura|Esempio di stampa d'omaggio connubiale. Questa fu scritta in occasione del matrimonio di Giovanni Manin, figlio di [[Ludovico Manin|Ludovico]], con Samaritana Dolfin. Poesie di [[Gasparo Gozzi]].]]
I Dolfin sfruttarono i matrimoni per creare legami di sangue ed economici con le altre famiglie della Serenissima.
Famiglie veneziane:
* [[Gradenigo]],<ref>{{Cita web|url=https://nbm.regione.veneto.it/Generale/ricerca/AnteprimaManoscritto.html?codiceMan=32861|titolo=Vite di tre personaggi illustri della famiglia Gradenigo benemeriti della letteratura nel secolo XVIII pubblicate nelle faustissime nozze Gradenigo-Dolfin.|curatore=Nuova Biblioteca Manoscritta|accesso=3 giugno 2025}}</ref> [[Manin (famiglia)|Manin]],<ref>{{Cita web|url=http://catalogo.cultura.gov.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0500260567|titolo=frontespizio per le nozze Manin Dolfin motivi decorativi vegetali|sito=catalogo.cultura.gov.it|curatore=Catalogo generale dei Beni Culturali|accesso=2025-06-03}}</ref> [[Contarini]],<ref group="N">L'unione fra Bertucci Contarini e Laura Dolfin diede vita al 95° Doge [[Francesco Contarini]]. Per altre informazioni sui matrimoni Dolfin-Contarini confrontare {{Cita|Merelo|''passim''}}.</ref> [[Salamon (famiglia)|Salomon]], [[Corner (famiglia)|Corner]],<ref group="N">La [[Dogaressa]] [[Chiara Dolfin]] fu moglie del 96° Doge [[Giovanni I Corner]]. Ebbero numerosi figli, fra cui il cardinale [[Federico Corner (cardinale 1579)|Federico Corner]] e il 101º Doge [[Francesco Corner (doge)|Francesco Corner]].</ref> [[Correr]],<ref>{{Cita libro|lingua=it|nome=Andrea|cognome=Cesalpino|titolo=Per le nobilissime nozze Dolfin - Correr|url=https://www.google.it/books/edition/Per_le_nobilissime_nozze_Dolfin_Correr/eVdOAAAAcAAJ?hl=it&gbpv=1&dq=dolfin&pg=PP10&printsec=frontcover|accesso=2025-06-03|data=1847|editore=Seminario}}</ref> [[Boldù]],<ref group="N">''[[Dolfin (famiglia)#Dolfin-Boldù|Vedi sezione]]''.</ref> [[Tiepolo (famiglia)|Tiepolo]],<ref group="N">Famosa è la storia romantica fra [[Andrea Tron]] e [[Caterina Dolfin]], la quale
Famiglie della Serenissima:
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== Membri ==
{{Vedi anche|Membri della famiglia Dolfin}}
La famiglia ebbe
Furono inoltre Capitani, Duchi e Conti. Questi ultimi due titoli, però, non devono essere visti come tali, bensì come carica politica: essendo la Serenissima una repubblica aristocratica,<ref>{{Cita|Del Negro|Treccani}}.</ref><ref>{{Cita|Ponso|Treccani}}.</ref> queste cariche pubbliche venivano assegnate come "titoli non ereditari", in quanto a succedere non era un membro della famiglia ma un politico assegnato dal governo.<ref group="N">Un esempio fu il già citato Nicolò di Marco Dolfin, 22º Capitano di Cipro dal 1522 al 1525, succeduto da Andrea II di Andrea Donà.</ref>
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