Geppetto: differenze tra le versioni
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Geppetto, intanto, è tornato a casa e, costretto a entrare dalla finestra, si spaventa nel vedere Pinocchio senza piedi e, capendo che è affamato, gli dona tre pere, istruendolo a non fare lo schizzinoso quando, ancora affamato, il burattino si trova costretto a mangiare anche le bucce e i torsoli che aveva disdegnato fino a poco fa.<ref>{{Cita libro|autore=Carlo Collodi|wkautore=Carlo Collodi|titolo=[[Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino]]|annooriginale=1881-1883|anno=1902|editore=R. Bemporad & figlio|città=Firenze|capitolo=Capitolo VII}}</ref>
Quando Pinocchio gli chiede di rifargli i piedi, Geppetto rifiuta, considerandola una punizione adatta per il guaio in cui l'ha cacciato il giorno prima, ma Pinocchio gli promette che non solo si comporterà bene, ma è intenzionato ad andare a scuola e imparare un mestiere ed essere il bastone della sua vecchiaia. Convinto, Geppetto gli ricostruisce i piedi, e gli fabbrica poi un vestito di carta, scarpe di corteccia e un cappello di mollica di pane secco. Infine vende la giacca, in pieno inverno, per comprargli l'abbecedario per la scuola.<ref>{{Cita libro|autore=Carlo Collodi|wkautore=Carlo Collodi|titolo=[[Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino]]|annooriginale=1881-1883|anno=1902|editore=R. Bemporad & figlio|città=Firenze|capitolo=Capitolo VIII}}</ref> Purtroppo le buone intenzioni di Pinocchio sono subito sospese dalla curiosità del burattino, dando così il via alle disavventure sue e di suo padre che, per un'intera giornata, lo attende sull'uscio di casa.<ref>{{Cita libro|autore=Carlo Collodi|wkautore=Carlo Collodi|titolo=[[Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino]]|annooriginale=1881-1883|anno=1902|editore=R. Bemporad & figlio|città=Firenze|capitolo=Capitolo XII|citazione=— Buon giorno, Pinocchio, — gli disse la Volpe, salutandolo garbatamente. — Com’è che sai il mio nome? — domandò il burattino.<br/>— Conosco bene il tuo babbo.<br/>— Dove l’hai veduto?<br/>— L’ho veduto ieri sulla porta di casa sua.<br/>— E che cosa faceva?<br/>— Era in maniche di camicia e tremava dal freddo.}}</ref>
Nel capitolo XV (inizialmente concepito dall'autore come conclusivo), Pinocchio, Impicatto alla Grande Quercia, prima di svenire, invoca il padre, chiedendo perdono. <ref>{{Cita libro|autore=Carlo Collodi|wkautore=Carlo Collodi|titolo=[[Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino]]|annooriginale=1881-1883|anno=1902|editore=R. Bemporad & figlio|capitolo=Capitolo XV|citazione=—Ma quando, aspetta aspetta, vide che non compariva nessuno, proprio nessuno, allora gli tornò in mente il suo povero babbo...e balbettò quasi moribondo:
—Oh babbo mio! Se tu fossi qui!...—
—E non ebbe fiato per dir altro. Chiuse gli occhi, aprì la bocca, stirò le gambe e, dato un grande scrollone, rimase lì come intirizzito.}}</ref>
Due giorni dopo, viene avvisato da un inviato della [[Fata dai capelli turchini|bambina dai capelli turchini]] che Pinocchio è sano e salvo a casa sua, dove potrà rivederlo, ma Geppetto non si riunisce a Pinocchio, in quanto sviato ancora da [[il Gatto e la Volpe]].<ref>{{Cita libro|autore=Carlo Collodi|wkautore=Carlo Collodi|titolo=[[Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino]]|annooriginale=1881-1883|anno=1902|editore=R. Bemporad & figlio|città=Firenze|capitolo=Capitolo XVIII|citazione=— Ho pensato a tutto. Il tuo babbo è stato digià avvertito: e prima che faccia notte, sarà qui.<br/>— Davvero?… — gridò Pinocchio, saltando dall’allegrezza. — Allora, Fatina mia, se vi contentate, vorrei andargli incontro! Non vedo l’ora di poter dare un bacio a quel povero vecchio, che ha sofferto tanto per me!<br/>— Vai pure, ma bada di non ti sperdere. Prendi la via del bosco, e sono sicurissima che lo incontrerai. —}}</ref>
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