Giovanni Merloni: differenze tra le versioni

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Merloni nasce da Raffaele e Cleta Alessandri.<ref name="Ivo Biagianti 1990, pp. 327-358">Ivo Biagianti, Massoneria e socialismo nell'età giolittiana: il caso di Giovanni Merloni, in "La liberazione d'Italia nell'opera della massoneria. Atti del Convegno di Torino 1988", a cura di A.A. Mola, Bastogi, Foggia 1990, pp. 327-358</ref> Ancor prima della laurea in lingue, conseguita a [[Venezia]], risulta tra gli iscritti al nascente partito socialista già nel [[1892]].<ref name="A.A. Quaglino 1919">A.A. Quaglino, Chi sono i deputati socialisti della XXV legislatura (156 biografie), Torino 1919, ad nomen</ref>
 
Nel [[1898]] a seguito della repressione del governo [[Pelloux]] è arrestato e processato per incitamento all'odio tra le classi e per aver cantato l'[[inno dei lavoratori]] durante un comizio a [[Cervia]].<ref name="N. Capitini Maccabruni 1943, pp. 438-442"/> Condannato a quattro mesi di prigione riesce a riparare a [[Londra]] prima di beneficiare dell'[[amnistia]].<ref name="C. Pompei 1921">V. Bonfigli - C. Pompei, I 535 di Montecitorio, Roma 1921, ad nomen</ref> In questi anni affianca alla militanza politica l'attività di pubblicista scrivendo per [[Critica Sociale]] e per il [[Il Messaggero|Messaggero]].<ref name="ReferenceA" />
 
Il [[1900]] segna il trasferimento nella Capitale dove viene assunto all'[[Avanti!]] diretto da [[Leonida Bissolati]]. Resterà al giornale come caporedattore per cinque anni fino al [[1905]].<ref name="ReferenceA" /> Nell'autunno dello stesso anno sarà inviato dal Messaggero a seguire il Congresso coloniale italiano ad [[Asmara]].<ref>[https://archive.org/stream/attiememoriedel00dargoog#page/n24/mode/2up/search/%22giovanni+merloni%22 Atti] del Congresso Coloniale Italiano in Asmara (Settembre - Ottobre 1905), a cura di C. Rossetti, Volume I, Relazioni, Comunicazioni e Conferenze, Tipografia dell'Unione Cooperativa Editrice, Roma, 1906, p. 16</ref> Delegato della federazione di Cesena al congresso di Roma del 1900, appoggiò la linea del “programma minimo” mostrando un approccio gradualista, ispirato più al [[positivismo]] che al [[marxismo]].<ref name="N. Capitini Maccabruni 1943, pp. 438-442"/>