Cartagine: differenze tra le versioni

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Non ha importanza che Tertulliano ometta qualsiasi menzione alla regione circostante, alla rete di villaggi, alle società delle proprietà terriere.
Alcuni anni dopo, al poco documentato [[Concilio di Cartagine]] parteciparono non meno di settanta [[Vescovivescovi]]. Poco dopo Tertulliano si distaccò dalla corrente principale rappresentata dal sempre crescente potere del Vescovovescovo di Roma; ma un più serio pericolo per i cristiani fu la controversia [[Donatismo|donatista]] che interessò [[Agostino di Ippona|Sant'Agostino]] di [[Ippona]] mentre terminava la sua educazione a Cartagine, prima di spostarsi a Roma.
 
La ricaduta politica della profonda disaffezione dei cristiani d'Africa fu un fattore cruciale per la facilità con cui Cartagine e le città vicine furono conquistate, nel [[439]], da [[Genserico]] re dei [[Vandali]] che sconfisse la guarnigione romana facendo di Cartagine la sua capitale. Genserico era considerato anch'egli un eretico, un [[Arianesimo|ariano]] che in quanto tale si opponeva ai cristiani cattolici.
 
Dopo un fallito tentativo di riconquistare la città nel [[V secolo]], i Bizantini riuscirono infine a entrare in Cartagine nel [[VI secolo]]. Con il pretesto della deposizione del nipote di Genserico [[Ilderico]] da parte di un lontano cugino [[Gelimero]], i Bizantini inviarono un esercito a [[Guerra vandalica|conquistare]] il regno dei Vandali. La domenica del 15 ottobre 533 il generale bizantino [[Belisario]], accompagnato dalla moglie [[Antonina (moglie di Belisario)|Antonina]], fece il suo formale ingresso a Cartagine risparmiandole saccheggio e massacro. Cartagine, come del resto tutta l'Africa vandalica, venne riannessa all'Impero e divenne la capitale della neocostituita [[Prefetturaprefettura del pretorio d'Africa]]. Negli anni successivi i Bizantini dovettero affrontare le rivolte dei berberi, che giunsero a minacciare più volte Cartagine, fino a quando essi vennero sconfitti da [[Giovanni Troglita]], le cui gesta vengono cantate dal poeta [[Flavio Cresconio Corippo]] nella ''Ioanneide''.
 
Durante il regno dell'imperatore bizantino [[Maurizio (imperatore)|Maurizio]] Cartagine divenne la capitale di un [[Esarcato d'Africa|Esarcato]], come [[Ravenna]] in Italia. Questi due Esarcati furono il bastione occidentale dell'[[Impero Romano d'Oriente]], tutto ciò che rimaneva del suo potere in Occidente. All'inizio del [[VII secolo]] fu il figlio dell'Esarcaesarca di Cartagine, [[Eraclio I|Eraclio]], a rivoltarsi, insieme al padre [[Eraclio il Vecchio]], contro l'Imperatore [[Foca (imperatore)|Foca]], un crudele tiranno, e a rovesciarlo. Salito al potere, Eraclio riuscì a vincere una [[Guerra romano-persiana del 602-628|guerra]] che sembrava ormai persa contro i Persiani [[Sasanidi]], che avevano occupato la Siria, l'Egitto e parte dell'[[Asia Minore]], ma che poi nella seconda fase della guerra vennero più volte sconfitti dai Bizantini e costretti a ritirarsi dai territori occupati.
 
L'Esarcato bizantino non fu in grado, però, di reggere la pressione dei [[Espansione islamica|conquistatori]] [[Arabi]] del [[VII secolo]]. Essi, favoriti dalla lunga e logorante guerra bizantino-sasanide (che aveva indebolito l'Impero), conquistarono in poco tempo [[Conquista musulmana della Siria|Siria]] ed [[Conquista musulmana dell'Egitto|Egitto]] e poi si lanciarono alla [[Conquista umayyade del Nord Africa|conquista dell'Esarcato]]. Il primo attacco arabo all'Esarcato di Cartagine ebbe inizio in Libia nel [[647]]; gli arabi sconfissero l'[[esarca]] [[Gregorio il Patrizio|Gregorio]], che si era reso indipendente da Bisanzio, e annessero al loro impero la [[Tripolitania]]. La campagna finale contro Cartagine si ebbe dal [[670]] al [[683]].
Nel [[697]] gli Arabi invadono l'Africa Settentrionale e occupano Cartagine strappandola ai Bizantini, ma poco dopo vengono scacciati per l'intervento della [[Marina bizantina|Flotta Bizantina]] mandata dall'Imperatore [[Leonzio (imperatore)|Leonzio]] di Bisanzio. Nel [[698]] gli Arabi [[Battaglia di Cartagine (698)|occupano nuovamente Cartagine]] e scacciano i Bizantini dall'Africa, ponendo definitivamente fine all'[[Esarcato d'Africa]].
 
Devono però fronteggiare le popolazioni montanare dell'Aures guidate da ''Kāhina'', soprannome con cui è conosciuta [[Dihya]], regina della tribù berbera nomade dei Ğerawa, la principale figura della resistenza all'invasione araba del Nordafrica tra il 695 e il 705. Partendo dai monti dell'Aurès (nord-est dell'[[Algeria]]), sede della sua tribù (sembra, di [[religione ebraica]]), riuscì a porsi a capo di un'alleanza di tribù indigene di religione sia ebraica che cristiana, che contrastò efficacemente per oltre un decennio l'espansione musulmana.
 
== Commercio cartaginese ==