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=== La crisi messinese ===
Una nutrita compagnia di mercenari era stata assunta al servizio di [[Agatocle]]. Alla morte del Tiranno nel [[288 a.C.]], questi si trovarono improvvisamente senza lavoro. Anziché lasciare la Sicilia si posero all'assedio di [[Messana]], conquistandola. Con il nome di "[[Mamertini]]" (figli di [[Marte]]), si posero al comando della città terrorizzando i territori circostanti.
 
Dopo anni di scaramucce, nel [[265 a.C.]], [[Gerone II]], nuovo Tirannotiranno di [[Siracusa]] e [[Rere di Sicilia]], entrò in azione. Trovandosi di fronte a forze preponderanti i Mamertini si divisero in due fazioni. Una pensava di arrendersi ai cartaginesi, la seconda preferiva chiedere aiuto a Roma. Così due ambasciate furono inviate alle due città.
 
Mentre il Senato di Roma dibatteva sul comportamento da tenere, i cartaginesi decisero rapidamente di inviare una guarnigione a [[Messina]]. La guarnigione fu ammessa in città e una flotta cartaginese entrò nel [[porto di Messina]]. Poco dopo, però i cartaginesi cominciarono a negoziare con Gerone mettendo in allarme i Mamertini che inviarono un'altra ambasciata a Roma chiedendo l'espulsione dei cartaginesi da Messina.
 
L'arrivo dei cartaginesi aveva posto notevoli forze militari proprio attraverso lo [[Strettostretto di Messina]]. Per di più la flotta cartaginese deteneva l'effettivo controllo dello Stretto stesso. Era chiaro ed evidente il pericolo per i vicini di Roma e per i suoi interessi.
Come risultato il [[Senato di Roma]], anche se riluttante ad aiutare una banda di mercenari, inviò una spedizione per restituire il controllo di Messina ai Mamertini.