== Storia ==
{{Vedi anche|Storia di Lugo}}
Lugo, come centro urbano, ha una origine certa solo nel pieno Medioevo<ref>{{cita news|autore=Erika Berto|url=https://www.archeomedia.net/wp-content/uploads/2013/04/Erika.pdf|titolo=Note sulla problematica della ricostruzione degli assetti territoriali, infrastrutturali ed insediativi dell’area della Bassa Romagna in età romana|pubblicazione=Archeomedia|data=aprile 2013|accesso=22 dicembre 2020}}</ref>. L'area dove sorge il centro abitato, invece, è stata frequentata dall'uomo sin dalla Preistoria.
L’area di Lugo fu frequentata sin dalla Preistoria, con insediamenti neolitici attribuiti alla [[Cultura di Sasso-Fiorano]] e successivi stanziamenti di popolazioni celtiche<ref>Non è attestata la presenza degli Etruschi né degli Umbri, pur presenti in varie parti della pianura cispadana.</ref>. In [[Storia romana|epoca romana]] (III-II secolo a.C.) il territorio fu interessato dalla [[centuriazione]] e da un popolamento sparso, con asse viario principale lungo la [[via Emilia]]. Dopo un periodo di rarefazione insediativa tra V e VIII secolo, dovuto anche a mutamenti climatici e idrografici, la riorganizzazione agraria medievale portò alla formazione della ''massa sancti Hilari'', nucleo originario dell’abitato.
=== Preistoria e antichità ===
In un'area prossima al centro abitato sono stati rinvenuti i resti di un villaggio neolitico della [[Cultura di Sasso-Fiorano]] ([[V millennio a.C.|quinto millennio a.C.]]). La campagna dove sorge Lugo vide popolamenti diversi e successivi sino a tutto il [[V secolo a.C.]]. I primi popoli che si stanziarono nel territorio in epoca storica furono i [[Celti]]<ref>Non è attestata la presenza degli Etruschi né degli Umbri, pur presenti in varie parti della pianura cispadana.</ref>. Il territorio lughese entrò nell'orbita romana negli ultimi decenni del [[III secolo a.C.]]. Come tutto il territorio conquistato dai Romani, fu interessato al fenomeno della [[centuriazione]], avviato nel secolo seguente. Le terre furono assegnate a veterani di guerra, che giunsero in questi territori dopo essere stati congedati dall'esercito. Il popolamento fu sparso: non si verificarono forme di concentramento urbano come si ebbero, invece lungo la [[via Emilia]], considerata il [[decumano]] massimo della centuriazione delle terre strappate ai Celti.<br/>
La centuriazione romana si fermò al sito dell'attuale Fabriago (9 km a nord-ovest di Lugo). Ciò significa che, oltre, iniziavano le [[Valle Padusa|valli paludose]]. Il [[Cardine (storia romana)|cardo]] corrispondente a Lugo (la strada provinciale «Quarantola», nome dalla lampante etimologia centuriale) terminava a nord con un porto vallivo. Nei documenti dell'Alto Medioevo è chiamato San Giovanni ''in Lyba'' (da cui prenderà nome una delle valli più grandi della valle Padusa, la ''valle Liba'').
Il primo ''castrum'' di Lugo è documentato nel 1037<ref>{{cita|A. Vasina|p. 179.|Vasina, 1995}}</ref>. Tra XIII e XIV secolo il centro passò sotto il controllo di diverse signorie e poteri comunali, fino all’ingresso stabile nei domini estensi nel 1437<ref>{{Cita news|autore=Samuele Taroni|url=http://www.regioneromagna.org/?q=e-rumagnol|titolo=L'origine della Romagna estense|pubblicazione=È Rumagnol|città=Forlì|data=marzo 2013|p=3|accesso=13 marzo 2013|cid=no}}</ref>. Durante il governo estense furono realizzate opere idrauliche sul [[Santerno]], tracciate nuove strade, sviluppate attività mercantili e favorita la presenza della comunità ebraica<ref name="ebraica3">AA.VV., ''La comunità ebraica a Lugo di Romagna'', Lugo, Walberti 1795, 2014.</ref>.
La presenza romana durò sei secoli. A partire dal [[V secolo]] d.C. iniziò un periodo di peggioramento climatico. Il raffreddamento della temperatura durò ben tre secoli causando il progressivo spopolamento del territorio tra i fiumi [[Santerno]] e [[Senio]] (ovvero dove sorgerà Lugo)<ref name="ref_A">Norino Cani, ''Lugo e la Bassa Romagna tra Ostrogoti, Bizantini e Longobardi (V-VIII secolo)'', Lugo, 2012.</ref>. Senza la manutenzione umana dei canali e dei corsi d'acqua naturali, il territorio si riempì progressivamente delle acque fluviali ristagnanti. I fiumi tornarono a spagliare nella pianura. Dopo alcuni secoli, il livello del terreno al tempo dei romani rimase coperto da circa 1,5 metri di depositi alluvionali. La temperatura tornò ottimale nell'[[VIII secolo]].<br />
Solo a partire dal [[XIII secolo]] la rete di strade ortogonali, tipica della centuriazione, fu ricostruita, anche se le dimensioni del reticolo non coincisero con quelle dei tempi dei romani: le vie ortogonali infatti furono allineate ai cardini e decumani del territorio di Ravenna<ref>{{cita|A. Vasina|p. 172.|Vasina, 1995}}</ref>.
Nel 1598 Lugo passò allo [[Stato Pontificio]], mantenendo alcune prerogative locali. Nei secoli XVII e XVIII consolidò il ruolo di centro di mercato e di scambio per la [[Romagna]], con il [[Pavaglione]] come struttura mercatale principale. In questo periodo si svilupparono attività legate alla seta e si dotò la città di edifici pubblici come il [[Teatro Rossini (Lugo)|teatro]] e il Collegio Trisi. Nel 1796 fu teatro di una rivolta contro le truppe napoleoniche, seguita dall’inserimento nella [[Repubblica Cisalpina]].
=== Medioevo ===
[[File:Lugo Pilastrino via Paurosa.jpg|thumb|Pilastrino di via Paurosa. Il pilastrino votivo indica il luogo dove nell'XI secolo sorse l'abitato della ''massa sancti Hilari''.]]
Nell'Italia bizantina il territorio era organizzato in "fondi" (dal [[lingua latina|latino]] ''fundus'', podere = appezzamento di circa 60 ettari). Un insieme di ''fundi'' (poderi), tutti dello stesso proprietario, con almeno una chiesa, costituiva una ''massa''. Nella zona a sud della direttrice via Villa-via Cento vi era un agglomerato di fondi denominato ''massa sancti Hilari'' (o ''Ilarii''). È importante spiegare da dove viene la dedicazione, perché è connessa con l'origine di Lugo. Nel VI secolo [[Ellero di Galeata|Sant'Ilaro]] (Ellero) fondò un monastero a [[Galeata]], località dell'[[Appennino forlivese]]. Dopo la sua morte il monastero divenne una stazione di sosta nel cammino dei pellegrini diretti alla [[valle del Tevere]] (e quindi a Roma), tanto che in paese fu allestito un ospizio. Si può dedurre, quindi, l'esistenza di un percorso nord-sud (parallelo e alternativo rispetto alla via Romea ravennate) le cui tappe erano: [[Ferrara]], [[Argenta]], il porto vallivo di ''Lyba'', le vie Quarantola e Felisio, la [[via Emilia]] sino a [[Forlì]], poi il superamento degli Appennini attraverso la [[valle del Bidente]], lungo la quale si trova Galeata<ref>AA. VV., ''Le Vie dei Romei nella Regione Emilia-Romagna'', Bologna 1997, Regione Emilia-Romagna. Assessorato Turismo.</ref>. Lugo fu fondata su questo percorso.
Nell’Ottocento, dopo la Restaurazione, Lugo fu coinvolta nei moti risorgimentali e nel 1859 entrò a far parte del [[Regno di Sardegna]], poi [[Regno d'Italia]]. L’economia rimase prevalentemente agricola, con un mercato settimanale di rilievo sovraregionale, ma si svilupparono anche attività industriali e cooperative. Alla fine del secolo si affermarono movimenti politici di orientamento repubblicano e socialista.
La maggior parte dei ''fundi'' che componevano la ''massa sancti Hilari'' era di proprietà dei monasteri dell'[[arcidiocesi di Ravenna-Cervia|arcidiocesi di Ravenna]]<ref>I monasteri di San Martino Confessore, Sant'Andrea Maggiore e Santa Maria in Cereseo.</ref>, pur ricadendo nella [[diocesi di Imola]]. Nel territorio non vi era una fonte battesimale: esercitavano la loro giurisdizione le pievi di [[Barbiano (Cotignola)|Barbiano]]<ref>Il più antico documento che attesta la giurisdizione di Barbiano è datato 1037.</ref> e di Bagnacavallo ([[Pieve di San Pietro in Sylvis|San Pietro ''in Sylvis'']]).
Durante la [[prima guerra mondiale]] Lugo subì perdite significative e ospitò iniziative culturali di rilievo. Nel corso della [[seconda guerra mondiale]] il fronte si attestò lungo il [[Senio]] fino alla liberazione, avvenuta il 10 aprile 1945 ad opera di reparti alleati. Nel dopoguerra la città consolidò il proprio ruolo di centro amministrativo e commerciale della Bassa Romagna, con una progressiva espansione urbana. Tra gli eventi recenti si ricorda l’[[Alluvione dell'Emilia-Romagna del 2023]]<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.ilrestodelcarlino.it/ravenna/cronaca/lugo-sottacqua-linondazione-arriva-dopo-le-22-pavaglione-allagato-920d7a62|titolo=Lugo sott’acqua L’inondazione arriva dopo le 22 Pavaglione allagato|sito=Il Resto del Carlino|accesso=2023-05-19}}</ref>.
Appartenevano alla pieve di S. Stefano in Barbiano i fondi<ref>{{cita|A. Vasina|p. 178.|Vasina, 1995}}</ref>:
# "Cento" (citato per la prima volta il 14 novembre [[950]])<ref>Esiste una menzione più antica di un fondo ''Cento'', che è citato in un documento del [[782|782 d.C.]], ma la sua localizzazione appare incerta.</ref>
# "Biancanigo" (la cui più antica attestazione risale al 18 febbraio [[981]])<ref>Nel documento in questione sono nominati insieme i fondi di ''Centum et Blancanicum quae sunt in Massa Sancti Hilari''. Il fondo Cento, dunque, faceva parte, assieme al fondo Biancanigo, della ''massa Sancti Hilari''.</ref>;
# "Stiliano" (citato per la prima volta in un documento del [[1071]]; in esso sorgeva l'unica chiesa della ''massa'', intitolata a Sant'Ilaro).
Appartenevano alla pieve di San Pietro ''trans Sylvas'' (vecchio nome di S. Pietro ''in Sylvis'') i fondi:
# "Sala" (di esso si ha notizia il 15 gennaio [[964]]);
# ''Marcianiculo'' o ''Marzanigolo'' (che compare dall'anno 1033);
# "Lucus" (che trova menzione nel [[1111]]).
[[File:Lugo-disegno rocca.jpg|thumb|upright=0.9|Disegno (di anonimo) della rocca estense (XV secolo)]]
[[File:Statuti Lugo.jpg|thumb|upright=0.9|Frontespizio degli Statuti della comunità lughese (1493)]]
Nel [[1037]] è citato per la prima volta nei documenti un ''castrum'' (fortificazione)<ref>{{cita|A. Vasina|p. 179.|Vasina, 1995}}</ref>. Attorno al ''castrum sancti Hilari'' iniziarono a formarsi dei ''burgus'', ovvero i primi nuclei di abitazioni. Un piccolo borgo è documentato nel 1115. Durante la lotta tra Papato e Impero (1154-1183) nel [[1161]] i [[conti di Cunio]], alleati di [[Federico I Barbarossa]], strapparono la ''massa sancti Hilari'' alla Chiesa ravennate<ref>{{cita|M. Martelli|p. 47|Martelli, 1984}}.</ref>. Nel [[1198]] il legato di [[papa Innocenzo III]] ottenne la sua restituzione e nel [[1202]] l'arcivescovo di Ravenna, Alberto Oselletti, iniziò la costruzione di un nuovo ''castrum'' posto 1,5 km a nord della massa.
Nel [[1218]] il ''castrum'' fu conquistato e distrutto dai Faentini (guidati dal podestà Talamaccio di Cremona), cui si allearono i conti di Cunio. I lughesi dovettero accettare le condizioni del vincitore per ottenere la pace: smantellamento della fortificazione, pagamento di un riscatto per gli ostaggi e trasferimento di molti abitanti nel contado faentino, su terre che necessitavano di nuove braccia da lavoro. Negli anni immediatamente successivi il livello di vita dei lughesi peggiorò notevolmente. Nei documenti dell'epoca l'abitato è definito semplicemente come ''villa''. Risale al [[1224]] il primo documento nel quale appare l'antico nome di Lugo: è una [[bolla pontificia|bolla]] di [[papa Onorio III]] in cui il pontefice conferma a Simeone, arcivescovo di Ravenna, i possedimenti dell'arcidiocesi ravennate. Vi si legge ''villam Luci cum curtibus''<ref>Si veda la ricostruzione etimologica fatta nel XVIII secolo da [[Francesco Leopoldo Bertoldi]]: ''Notizie istoriche dell'antica selva di Lugo''. Faenza: Rinaldi, 1794.</ref>, che in testi cronologicamente successivi diventa ''villa lugi''. La pronuncia gutturale della "g" determinò poi il toponimo.
Il popolamento del territorio riprese alla metà del secolo. I campi furono bonificati dalle acque e la rete ortogonale di romana memoria fu ricostruita, partendo da ciò che era sopravvissuto: in alcune zone più elevate, infatti, l'antico disegno centuriale non si era cancellato del tutto. Dal 1232 Rainiero di Cunio tenne in pugno la cittadina per sedici anni<ref>{{cita|M. Martelli|p. 57|Martelli, 1984}}.</ref>. Nel 1248 Rainiero dovette cedere il potere al Senato di [[Bologna]], che aveva ottenuto da [[papa Innocenzo IV]] la sovrintendenza generale sulla Romagna<ref>{{cita|M. Martelli|p. 61|Martelli, 1984}}.</ref>. Lugo venne nominata sede del distretto che comprendeva i centri abitati della diocesi d'Imola a nord della [[via Emilia]] (''subtus Stratam''). A Lugo si insediò il podestà. In un documento del 1256 Lugo tornò ad essere denominata ''castrum''. Nel [[1273]] il comune<ref>La prima attestazione dell'esistenza di un comune risale al 1213, prima ancora che apparisse il toponimo ''Lugo''. Cfr. {{cita|A. Vasina|p. 184.|Vasina, 1995}}</ref> acquistò il plebato di Santa Maria in Fabriago ({{formatnum:5200}} ettari), aumentando notevolmente la propria superficie<ref>{{cita news|autore=Giovanni Baldini|titolo=750 anni fa Lugo "comprò" il plebato di Fabriago|pubblicazione=Giornale di massa|data=febbraio 2014}}</ref>. Iniziò un movimento migratorio convergente dai paesi vicini.
Durante le guerre che coinvolsero la Chiesa e le [[Signorie]] per il possesso delle terre romagnole nel corso dei secoli XIII e XIV, Lugo passò più volte di mano. Nel [[1278]] fu restituita dai [[Guelfi]] bolognesi alla Santa Sede. Dieci anni dopo, nel [[1288]], la distinzione ''subtus/super Stratam'' fu cancellata. Nel [[1296]] fu definitivamente distrutto il ''castrum'' di Cunio. L'anno seguente Lugo fu conquistata dalla compagnia di [[Uguccione della Faggiuola]], alla testa dei [[Ghibellini]] romagnoli. Il predominio dei Ghibellini fu di breve durata: il 29 aprile [[1299]] Lugo tornò alla Chiesa ravennate in base a un trattato tra guelfi (Bologna) e ghibellini (Imola, Faenza, Cesena e Forlì)<ref>{{cita|M. Martelli|p. 65|Martelli, 1984}}.</ref>. Nel [[1307]] l'arcivescovo di Ravenna la donò al comune di [[Bologna]]. Appena due anni dopo fu presa dai conti di [[Cunio]] (insediatisi nella rocca di [[Barbiano (Cotignola)|Barbiano]]) e data nuovamente alla Chiesa ravennate. Affidata nel [[1333]] al governo della famiglia [[Guido da Polenta|da Polenta]] di Ravenna, nel [[1338]] fu presa dai [[Pepoli]] di Bologna, ai quali fu sottratta nel [[1352]] dai [[Visconti]] di [[Milano]] (che la tennero fino al [[1367]]).<ref>[[Lucio Gambi]], «Il censimento del cardinale Anglic in Romagna nell'anno 1371» in ''Rivista Geografica Italiana'', dicembre 1947, pp.221-249.</ref>
Nel [[1367]] Lugo passò alla Chiesa ravennate, ma non definitivamente. Il 28 febbraio [[1376]] il feudo entrò per la prima volta nell'orbita del casato degli [[Este]] di [[Ferrara]]<ref>{{cita|M. Martelli|p. 80|Martelli, 1984}}.</ref>. Il marchese [[Niccolò II d'Este|Niccolò II]] (1338-1388) lo prese in affitto dalla Santa Sede per otto anni. La concessione fu rinnovata più volte finché, nel [[1395]] [[Manfredo da Barbiano|Manfredo]] e [[Giovanni da Barbiano]] la sottrassero agli Este con l'inganno. Nonostante nel [[1408]] venissero sconfitti dalle milizie del cardinale [[Baldassarre Cossa]], i [[da Barbiano]] conservarono la signoria di Lugo fino al [[1436]]<ref>{{cita|M. Martelli|pp. 96-97|Martelli, 1984}}.</ref>. In quell'anno lasciarono definitivamente la [[Romagna]] e presero possesso del castello di [[Belgioioso]], in Lombardia.
=== Lugo nel Ducato di Ferrara ===
L'anno seguente si compì il passaggio definitivo di Lugo agli Este di Ferrara. Il 24 gennaio [[1437]] Nicolò III acquistò dalla [[Santa Sede]] il territorio di Lugo, divenendone così proprietario. Gli Este prevalsero su Nicolò Piccinino, comandante al servizio del duca di Milano, anch'egli pretendente al feudo lughese<ref>{{Cita news|autore=Samuele Taroni|url=http://www.regioneromagna.org/?q=e-rumagnol|titolo=L'origine della Romagna estense|pubblicazione=È Rumagnol|data=marzo 2013|città=Forlì|p=3|accesso=13 marzo 2013|cid=no}}</ref>. I nuovi signori posero Lugo come capoluogo dei propri possedimenti in Romagna. La affrancarono dalla giurisdizione ecclesiastica di Barbiano; fecero costruire la ''via nova'' (poi via Fiumazzo), una strada rettilinea in direzione di Ferrara che tagliava diagonalmente la centuriazione; protessero gli [[ebrei]], attestati a Lugo sin dal XIII secolo<ref name="ebraica">AA.VV., ''La comunità ebraica a Lugo di Romagna'', Lugo, Walberti 1795, 2014.</ref>. La comunità ebraica di Lugo fiorì tra il XV e il XVI secolo, soprattutto negli studi [[talmud]]ici. Gli Estensi consentirono agli ebrei provenienti da [[Spagna]] e [[Portogallo]] di stanziarsi nella cittadina romagnola<ref>Non a caso la maggioranza dei cognomi degli ebrei lughesi è [[sefarditi|sefardita]]: Jacchia (da Yachya), Samaya, Caffaz, Pinto e Saralvo.</ref>. La comunità ebraica lughese raggiunse la vetta della sua importanza culturale e religiosa con i rabbini Samuele Del Vecchio e Beniamino Raffaele da Arezzo. Da Lugo proviene il famoso codice Kaufmann della [[Mishnà]], conservato a [[Budapest]] e realizzato nell'[[XI secolo]] nell'Italia meridionale. L'eccellente patrimonio librario della comunità ebraica di Lugo è disseminato in diverse biblioteche europee, statunitensi e israeliane<ref>Mauro Perani, ''Italia “paniere” dei manoscritti ebraici e la loro diaspora...'', in «La Rassegna mensile di Israel», vol. 82, n. 2-3.</ref>.
Con gli Este Lugo divenne il più importante centro amministrativo, oltre che mercantile, della Romagna estense. Gli Este si occuparono anche del riassetto del [[Santerno]], il fiume che solca il territorio lughese. Nel [[1460]] il letto fu innalzato; il Santerno divenne il primo fiume ad essere arginato e condotto dall'uomo nel [[Po di Primaro]]. L'investimento necessario per realizzare l'opera ammontò ad oltre {{formatnum:33703}} lire<ref>{{cita|M. Martelli|p. 146|Martelli, 1984}}. La cifra esatta fu di 33703,13,8, non precisamente traducibile nell'odierno sistema decimale.</ref>, ripartite tra Ferrara e Lugo. Dopo che il fiume fu messo in sicurezza, sorsero lungo la sua riva destra nuovi centri abitati: Ca' di Lugo (fondata nel punto di intersezione tra la nuova strada voluta dagli Este e il Santerno), Bizzuno (1472), San Lorenzo ''in Selva'' (1473) e San Bernardino ''in Selva'' (1475)<ref>AA. VV., ''L'uomo e le acque in Romagna. Alcuni aspetti del sistema idrografico nel '700'', Bologna, CLUEB, 1981, p. 11.</ref>.
Nel [[1471]] [[Borso d'Este]] fu insignito del titolo di Duca. Nel suo viaggio verso l'Urbe (dove ricevette l'[[investitura]] da papa [[Papa Paolo II|Paolo II]]) volle passare da Lugo, dove fu acclamato dalla popolazione. Nel [[1474]] il comune di Lugo acquistò la contea di Donigallia (territorio compreso tra Lugo e [[Fusignano]]); l'anno seguente incamerò Guercinoro (sito nella zona di [[Villa San Martino (Lugo)|Villa San Martino]]). Nel [[1506]] furono determinati i confini settentrionali del territorio lughese. Nell'aprile di quell'anno gli Este stipularono un compromesso con il Comune di Ravenna, all'epoca soggetto alla [[Repubblica di Venezia]], con cui furono fissati i confini tra le rispettive giurisdizioni. In conseguenza di questo atto, passarono agli Este tutti i territori a sud della «via Reale» (odierna [[Strada statale 16 Adriatica|S.S. 16 «Adriatica»]]). Su queste terre sorgeranno gli abitati di [[Giovecca]], Frascata e [[Voltana]]. Negli anni tra il [[1516]] e il [[1518]] il governatore di Lugo ottenne il permesso dal duca di Ferrara di revisionare gli Statuti cittadini per uniformarli a quelli ferraresi. I nuovi Statuti furono approvati da [[Alfonso I d'Este]] il 29 novembre 1518<ref>{{cita|M. Martelli|p. 128 (Nota 45)|Martelli, 1984}}.</ref>. Nel [[1528]] il duca di Ferrara strinse un'alleanza con l'imperatore [[Carlo V]], che garantì la sicurezza dei confini del ducato contro eventuali attacchi dell'esercito pontificio. Il duca però dovette accettare la presenza di ben 4.000 soldati spagnoli sul suo territorio. I soldati furono acquartierati a Lugo e la popolazione locale dovette contribuire al loro mantenimento<ref>{{cita|M. Martelli|p. 126|Martelli, 1984}}.</ref>. Nel [[1544]] Lugo si dotò di un grande orologio da torre. Fu eretto sul frontone del palazzo comunale<ref name="MMartelli">{{cita|M. Martelli|p. 132|Martelli, 1984}}.</ref>.
=== Dagli Estensi allo Stato Pontificio ===
Nel [[1581]] il [[Inquisizione|Tribunale dell'Inquisizione]] condannò a morte per [[eresia]] [[Andrea Relencini]]. Originario di Modena, viveva nella cittadina romagnola da diversi anni come tornitore ed intagliatore<ref>AA.VV., ''Le istituzioni religiose nella storia del territorio'', Lugo, Walberti, 2001, p. 169.</ref>. Nel [[1887]] il Comune fece murare una lapide sull'esterno della rocca estense a ricordo dell'infausto avvenimento<ref>[[Eraldo Baldini]] e [[Giuseppe Bellosi]], ''Misteri e curiosità della Bassa Romagna'', Il Ponte Vecchio, Cesena 2017, pp. 65-69.</ref>.
Nel [[1598]], estintosi il ramo diretto dei signori d'Este, il Ducato di Ferrara ritornò allo [[Stato della Chiesa]], com'era stato pattuito nell'iniziale [[investitura]]. Lugo, così come le località circostanti, furono inseriti nella neonata [[Legazione di Ferrara (1598-1796)|Legazione di Ferrara]]. La cittadina romagnola non perse i privilegi ricevuti dagli Este: esenzione dai dazi, permesso di esportare prodotti non essenziali senza dazi, libertà di mercato senza tasse, esenzione da tributi per il mantenimento di truppe (a meno che non fossero stanziate in città), mantenimento dell'istituzione comunale<ref>AA.VV., ''Le istituzioni religiose nella storia del territorio'', Lugo, Walberti, 2001, p. 164.</ref>. Sempre nel 1598 [[papa Clemente VIII]] intraprese un viaggio nei nuovi territori. Il luogo prescelto per la sosta di una notte fu proprio Lugo (6 maggio 1598).
Negli anni successivi si cominciò a parlare della costruzione di un ghetto per gli ebrei. Fino ad allora la popolazione ebraica di Lugo aveva sempre vissuto accanto a quella cristiana (la sinagoga era situata nell'odierno vicolo Strocchi) e la popolazione si era addensata soprattutto lungo via del Limite (attuale corso Garibaldi)<ref>Ha assunto questo nome nel 1887.</ref>. Ora invece anche gli ebrei lughesi dovettero sottostare alle leggi pontificie. Per essere riconosciuti dovettero indossare sul cappello un distintivo giallo detto lo "Sciamannino"<ref name="Filippi">{{cita libro|Daniele| Filippi | Il ritorno del Busto di Sant'Ilaro | 2011|Edit Faenza| Faenza}}</ref>. Nel [[1638]] papa [[Urbano VIII]] impose agli ebrei dell'ex Ducato ferrarese di rimanere soltanto in tre città: Ferrara, Cento e Lugo. Per l'ubicazione del ghetto lughese fu scelto l'ultimo tratto di via Codalunga (oggi corso Matteotti). Gli ebrei si trasferirono nella nuova zona, sinagoga compresa: il tempo fu edificato al secondo piano del n. 70 di Corso Matteotti. La proprietà delle case rimase ai cristiani della zona, che le concessero in affitto perpetuo<ref name="ebraica" />. Nel ghetto affluirono non solo i lughesi, ma tutti gli ebrei di [[Bagnacavallo]], [[Cotignola]], [[Massa Lombarda]] e [[Fusignano]]. La popolazione ebraica di Lugo crebbe così velocemente da raggiungere in pochi anni il 10% della popolazione<ref>{{cita libro | nome= Elena| cognome= Lolli| titolo= Il ''Pinqas Ha-Niftarim'' della comunità ebraica di Lugo di Romagna per gli anni 1658-1825| anno= 2019| editore= [[Università di Bologna]] |url= https://amsdottorato.unibo.it/8786/1/lolli_elena_tesi.pdf}} (tesi di dottorato)</ref>. Nella comunità fu sempre presente un [[rabbino]] fino al 1839. Ebrei lughesi noti furono [[Agide Jacchia]] (musicista, 1875-1932) e il fratello Rambaldo (aviatore, 1876-1922, fondatore della prima società italiana di aviazione), [[Arrigo Jacchia]] (giornalista, 1891-1963), [[Giulio Salvatore Del Vecchio]] (1845-1917) e [[Gustavo Del Vecchio]] (1883-1972)<ref name="ebraica" />.
{{approfondimento|allineamento=destra|larghezza=240px|titolo=Popolazione ebraica a Lugo|contenuto=
* 606 nel 1613 (si dovettero trasferire in via Codalunga nel 1639)
* 242 nel 1703
* ca. 400 nel 1732<ref>L'aumento fu dovuto alle immigrazioni.</ref>
* 643 nel 1797
* 456 nel 1811
* ca. 300 nel 1830
* ca. 20 nel 1933<ref>Dopo l'[[unità d'Italia]] cominciò una consistente emigrazione verso le città, soprattutto [[Bologna]] e [[Ferrara]]. Nel 1930 la comunità ebraica di Lugo passò sotto la giurisdizione di Ferrara.</ref>
* ca. 10 nel 1970
Nel 1944 ventisei ebrei lughesi furono deportati nei [[Campo di sterminio|campi di sterminio]].
----
<small>Fonti: a) fino al 1811: don Mino Martelli, ''Storia di Lugo di Romagna in chiave francescana'', Walberti, Lugo, 1984; b) dopo il 1811 ''La comunità ebraica a Lugo di Romagna'', Lugo, Walberti, 2014.</small>
}}
Nel [[XVII secolo]] il problema della regimentazione delle acque dei fiumi [[Santerno]] e [[Senio]] si acuì enormemente. Dopo la rotta del Santerno del 1597 (o 1598), furono effettuati nuovi interventi. Nonostante ciò, si ebbero nuove inondazioni a San Bernardino e a Lavezzola. Bonifiche successive furono svolte a San Bernardino, ma negli anni successivi le rotte, alternate, del Senio e del Santerno divennero eventi normali, trasformando le zone di San Lorenzo e San Bernardino in paludi<ref name="ponseggi">{{cita web|url=http://www.ponseggi.it/sabbatino/STOLUG.html|titolo=Storia di Lugo|accesso=5 aprile 2016}}</ref>.
Come se non bastassero le inondazioni, il Seicento lughese fu funestato anche dalla [[peste]]. L'[[Peste del 1630|epidemia del 1630]] (la “peste manzoniana”) provocò un calo di circa duemila abitanti, facendo scendere la popolazione dalle {{formatnum:5756}} unità del 1583 alle {{formatnum:3818}} del 1632<ref>{{cita|M. Martelli|p. 157|Martelli, 1984}}.</ref>. Infine, fra il 1641 e il 1644 Lugo fu coinvolta nella [[guerra di Castro]]: mille lughesi vennero arruolati. Si ebbero morti e povertà per il passaggio delle truppe sul territorio<ref name="ponseggi"/>.
Nel corso del XVII secolo sorsero le prime tre industrie: fabbricazione di polvere da [[schioppo]] (1639); produzione del ghiaccio (nella rocca, in via Cento e nelle fosse di S. Francesco); del filo del [[baco da seta]]. Il permesso di istituire il mercato della seta era stato ottenuto nel [[1609]] da Roma<ref name="MMartelli_A">{{cita|M. Martelli|p. 149|Martelli, 1984}}.</ref>. Alla fine del XVII secolo Lugo contava {{formatnum:5353}} abitanti.
=== XVIII secolo ===
Il secolo XVIII fu per la gran parte un periodo di pace in Romagna. La città di Lugo crebbe in prosperità e ricchezza. Il mercato del mercoledì iniziò ad attirare gente anche da altre città. I generi maggiormente trattati erano: [[Triticum|grano]] e altri [[cereali]], [[uva|uve]] e [[vino|vini]], [[bovini]] e, soprattutto, la [[seta]], i cui bozzoli (che erano richiesti anche dai mercanti toscani) venivano commerciati a quintali<ref>Il fiorente commercio di bozzoli di seta continuò fino al XX secolo inoltrato.</ref>.
Situata in posizione centrale fra le tre [[Legazione di Bologna (1540-1796)|Legazioni di Bologna]], [[Legazione di Ferrara (1598-1796)|Ferrara]] e [[Legazione di Romagna|Romagna]], Lugo era divenuta il principale emporio dei tre territori e la città più ricca del ravennate. La Fiera del paese, che si teneva ogni due anni, era la più ricca di tutto lo Stato Pontificio, dopo quella di [[Senigallia]].
Alla metà del [[XVIII secolo]], Lugo si era dotata anche di un moderno teatro, uno dei primi teatri settecenteschi della Romagna<ref>Poi denominato [[Teatro Rossini (Lugo)|Teatro Rossini]], la costruzione risale al 1757-61.</ref>. In città aveva sede dal [[1674]] un istituto di istruzione superiore come il Collegio Trisi<ref name="ReferenceB">{{cita|M. Martelli|p. 153|Martelli, 1984}}. Per l'istruzione femminile si dovette attendere il 1765 con la scuola delle Maestre Pie.</ref>. In questo periodo, Lugo contava circa {{formatnum:6000}} abitanti.
Negli ultimi decenni del secolo avvennero: il trasferimento del Collegio Trisi da via Codalunga ad un ampio Palazzo che si affaccia sul Pavaglione (1774)<ref>Oggi Palazzo Trisi, sede della biblioteca comunale. Il vecchio Collegio era stato chiuso nel 1763.</ref>, la ristrutturazione della Chiesa del Carmine, l'edificazione della nuova chiesa di San Francesco, la costruzione di un nuovo ponte in pietra sul [[Senio]] e la sistemazione di varie strade e piazze<ref>{{cita libro|AA. | VV. | La Romagna nella Legazione ferrarese | 1988 | Centro Studi Romandiola | Lugo}}</ref>.
Alla fine del XVIII secolo la città contava {{formatnum:8000}} abitanti e con il contado superava i {{formatnum:16000}}. Il secolo terminò con un evento bellico che a Lugo lasciò tracce profonde: il [[sommossa e sacco di Lugo|sacco dei francesi]]<ref>In precedenza, Lugo era già stata vessata da truppe straniere, a causa della sua prosperità: aveva dovuto versato un tributo di {{formatnum:30000}} scudi al passaggio di truppe straniere durante le [[Guerra di successione polacca|guerre di successione di Polonia]] (1733-1739) e d'[[Guerra di successione austriaca|Austria]] (1740-48).</ref>. Nel [[1796]] l'esercito di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] invase l'Italia. Alla caccia di bottino, le truppe francesi si spinsero fino alla Bassa Romagna. Tutte le città e i paesi incontrati alzarono [[bandiera bianca]]. Solo a Lugo i napoleonici incontrarono resistenza.<br />La rivoltà cominciò il 30 giugno quando durante l'opera di requisizione, venne confiscato anche il veneratissimo busto del patrono [[Ellero di Galeata|sant'Illaro]]. Fu gettato sopra gli altri oggetti, come un qualsiasi soprammobile. Il popolo insorse per il grave oltraggio e, appoggiato dai conti Manzoni e dal clero, mise in fuga i soldati e si impossessò del paese. Intervenne il vescovo di [[Diocesi di Imola|Imola]], il cardinal Chiaramonti (futuro [[papa Pio VII]]) che, temendo il peggio, propose una mediazione. Ma i sollevati non accettarono. La vendetta francese fu dura: dopo un primo assalto, che fu respinto, il 7 luglio i napoleonici, guidati dal generale [[Pierre François Charles Augereau|Augereau]], abbatterono le resistenze a colpi di cannonate. Per un giorno intero Lugo fu teatro di un terribile saccheggio.
Nel [[1798]] i francesi introdussero in tutta la [[Repubblica Cisalpina]] la [[coscrizione]] obbligatoria per i maschi dai 18 ai 26 anni. L'aliquota lughese fu indicata in 39 unità poi largamente superata<ref>{{cita|M. Martelli|pp. 241-242|Martelli, 1984}}.</ref>. Le guerre delle coalizioni anti-francesi si susseguirono, così come si susseguì il passaggio di truppe sul territorio lughese: nel solo anno 1799 ben {{formatnum:9168}} soldati (sommando francesi e austriaci) transitarono per Lugo<ref>{{cita|M. Martelli|p. 245|Martelli, 1984}}.</ref>.
=== XIX secolo ===
Nel [[1805]] fu inaugurato il servizio di illuminazione pubblica (ad olio). Furono piazzati 42 lampioni, di cui 28 all’interno della città e 14 nella circonvallazione<ref>«Il Messaggero», Lugo, 15 giugno 1946, n. 23.</ref>. Nel [[1806]] fu costruito il nuovo cimitero che, per le leggi del governo laico francese, doveva sorgere fuori dell'abitato. Per non turbare troppo la sensibilità dei lughesi, fu edificato nello spazio antistante il Santuario del Molino<ref>Anna Tamburini (a cura di), ''Lugo, il volto della città'', 1992, p. 95.</ref>. In occasione della Fiera del [[1809]] si svolse una dimostrazione pubblica di volo con “macchina aerostatica” (la [[mongolfiera]]) da parte dell'aeronauta Filippo Silvestrini<ref>{{cita web|url=http://www.bibliotecatrisi.it/Archivio-notizie/I-lughesi-e-il-sogno-del-volo|titolo=I lughesi e il sogno del volo|accesso=2 giugno 2019}}</ref>.
La dominazione francese ebbe termine nel [[1814]]. Con la [[Restaurazione]] Lugo tornò a far parte dello Stato Pontificio. L'evento fu festeggiato pubblicamente il 20 luglio 1815<ref>Sante Medri, ''Cultura e società a Lugo dal '600 al '900'', Imola, La Mandragora, 2001, p. 121. La cittadina fu reinserita nella [[Legazione di Ferrara]].</ref>. Nel [[1817]] [[papa Pio VII]] concesse a Lugo il [[Titolo di città in Italia|titolo di Città]] perché rimase fedele ai valori del trono e dell'altare anche durante l'occupazione armata francese.
Negli anni seguenti si diffusero a Lugo, come in tutti i principali centri della [[Romagna pontificia]], le idee mazziniane e sorsero circoli [[Carboneria|carbonari]]. Nel [[1831]] molti lughesi parteciparono ai moti rivoluzionari; i repubblicani costituirono la [[Guardia nazionale italiana|Guardia nazionale]], corpo di cittadini armati. L'intervento dell'esercito austriaco ne impose lo scioglimento. Nel [[1848]] lo Stato Pontificio introdusse la Guardia civica, un corpo militare formato dai ceti urbani, per la tutela dell'ordine pubblico.
Nel [[1848]] allo scoppio della [[Seconda guerra d'indipendenza italiana|seconda guerra d'indipendenza]], il Papa dichiarò la neutralità dello Stato della Chiesa. Nonostante ciò, 250 lughesi si arruolarono volontari e combatterono in [[Veneto]] inquadrati nel Battaglione del Senio. L'anno seguente, tre alte personalità di Lugo ebbero un ruolo preminente nella nascita della [[Repubblica Romana (1849)|Repubblica Romana del 1849]]: [[Giacomo Maria Manzoni (politico)|Giacomo Maria Manzoni]], Silvestro Gherardi e Giacomo Pescantini, che furono membri della Costituente. I primi due fecero anche parte del governo: Manzoni fu ministro delle Finanze, Gherardi fu titolare dell'Istruzione. Nel [[1855]] Lugo fu tra le città colpite dall'epidemia di [[colera]] che attraversò la regione. Nel 1857 [[papa Pio IX]] intraprese un viaggio nelle città romagnole. Il pontefice si fermò due volte a Lugo, nell’andata e nel ritorno da [[Ravenna]], il 25-26 luglio.
L'amministrazione pontificia in Romagna terminò definitivamente nel [[1859]]: il 13 giugno, infatti, i liberali lughesi insediarono nella Rocca un governo provvisorio. Il 27 dicembre dello stesso anno furono ridisegnate le circoscrizioni territoriali; il Comune di Lugo, insieme a tutta la [[Romandiola]] fu aggregato alla [[Provincia di Ravenna]]. L'evento fu ricordato nel 1909 con l'apposizione di una lapida (tuttora visibile) sul bastione ovest della Rocca estense, il cui testo fu dettato da Fausto Balbo, direttore della Biblioteca Trisi<ref>Fausto Balbo era il fratello maggiore di [[Italo Balbo]]. La loro madre, Malvina Zuffi, era lughese.</ref>.
L'11-12 marzo 1860 si tenne nelle ex Legazioni pontificie il [[Plebisciti risorgimentali#Plebisciti del 1860|plebiscito di annessione al Regno di Sardegna]]. Il 17 marzo [[1861]] fu proclamato il Regno d'Italia. Nel [[1866]] 450 lughesi parteciparono come volontari alla [[terza guerra d'indipendenza]], l'anno dopo in 200 seguono Garibaldi nella campagna dell'Agro romano che terminò tragicamente a [[Battaglia di Mentana|Mentana]]. Vi morirono due lughesi: il conte Giulio Bolis e Francesco Bosi<ref>Il garibaldino Valentino Stoppa lo ricorda nelle sue memorie.</ref>. Nel 1869 venne inaugurato l'[[ippodromo]], che i lughesi soprannominarono subito «il Tondo» (30 agosto 1869)<ref>Fino al 1869 le corse dei cavalli con fantini si erano tenute nel Pavaglione.</ref>.
La nota «Inchiesta Agraria [[Stefano Jacini|Jacini]]» ([[1871]]) tracciò un quadro della gestione del territorio di Lugo negli anni immediatamente successivi alla nascita del Regno d'Italia. L'economia lughese non aveva subito grandi variazioni. L'occupazione principale continuava ad essere l'agricoltura:
* I braccianti a ore ricevevano un salario giornaliero di 1 lira/1,5 lire<ref>Per le donne il salario spaziava da 0,60 a 1 lira all'ora.</ref>
* I coltivatori diretti prendevano la terra in affitto a 120-180 lire/ettaro. La rendita oscillava fra le 132 e le 198 lire/ettaro.
* I piccoli proprietari, una minoranza della popolazione, possedevano in media 10-12 ettari di terra<ref>Giovanni Baldini, «L'avvocato lughese dell'Inchiesta Jacini», ''Giornale di massa'', n. 5/2011, p. 14.</ref>.
Il terreno era coltivato soprattutto a [[cereali]]. La frutticoltura era ancora di là da venire: su {{formatnum:11000}} ettari coltivabili, solo 16 erano destinati ad alberi da frutta. La [[Canapa (tessile)|canapa]] occupava il 5% della superficie. Nel 1869 la produzione di [[baco da seta]] era di 582 quintali (dieci anni più tardi aumentarono a 1243). Nel [[Circondario di Lugo|circondario lughese]] si contavano circa 18 000 [[bovini]]. Lugo si qualificava all'epoca soprattutto come grande emporio, in virtù del tradizionale mercato del mercoledì (in essere fin dal Medioevo), che col tempo aveva acquisito una dimensione sovraregionale.
Nel [[1876]] [[Giosuè Carducci]] salì al Parlamento venendo eletto nel [[Collegio elettorale di Lugo (Regno d'Italia)|collegio di Lugo]]. Nel decennio successivo si affermarono tra i lughesi i movimenti socialista e repubblicano, quale alternativa politica e amministrativa ai moderati e monarchici. Le giunte guidate dal repubblicano radicale [[Ercole Bedeschi]] dal [[1885]] al [[1890]] diedero vita ad importanti esperienze innovative in campo economico e sociale (ad esempio, costruzione di case per gli operai e fondazione di cooperative). Le istituzioni più importanti erano la Banca Popolare, il Canapificio, la «Società fra le Arti Costruttrici» e la «Società edificatrice di case operaje». Lugo vantava anche la più ricca Società di Mutuo Soccorso della Romagna, con una sezione femminile con più di 200 socie e un capitale di {{formatnum:17363.59}} lire.
Negli anni 1885-86 due lughesi, Luigi Capucci e Luigi Cicognani, effettuarono l'esplorazione dell'[[Abissinia]], dalla costa alla regione dello [[Scioa]]<ref>{{treccani|luigi-capucci|Luigi Capucci}}</ref><ref>{{treccani|luigi-cicognani|Luigi Cicognani}}</ref>.
Tra la fine del secolo e la [[prima guerra mondiale]] Lugo fu amministrata da partiti moderati, salvo la parentesi repubblicana nel primo decennio del secolo. Dopo la tragedia della prima guerra mondiale, nel [[1920]] fu eletto il primo sindaco [[socialista]] di Lugo, Giovanni Foschini (un bracciante di [[Voltana]]), ma nel [[1922]] fu estromesso con la violenza da parte dei [[fascisti]].
[[File:Lugo-1943.jpg|thumb|upright=0.9|Lugo in una fotografia dell'Aviazione britannica scattata il 6 agosto [[1943]] durante la [[Campagna d'Italia (1943-1945)|Campagna d'Italia]]]]
=== XX e XXI secolo ===
{{Approfondimento
|allineamento = destra
|larghezza = 240px
|titolo = Lughesi decorati con la<br/>[[Medaglia d'oro al valor militare]]
|contenuto = *[[Antonio Calderoni]] (1888-1916)
*[[Francesco Baracca]] (1888-1918)
*[[Giovanni Bertacchi (militare)|Giovanni Bertacchi]] (1894-1917)
*[[Aurelio Baruzzi]] (1897-1985)
*[[Federico Padovani]] (1912-1937)
*[[Pietro Gramigna]] (1912-1987)
}}
[[File:Lugo inaugurazione monumento Baracca.jpeg|thumb|Inaugurazione del monumento dedicato a [[Francesco Baracca]] (giugno 1936).]]
Nel 1917, in piena [[Prima guerra mondiale]], si tenne a Lugo una «Esposizione interregionale d'arte»<ref>{{cita web|url=https://patrimonioculturale.regione.emilia-romagna.it/multimedia/gallerie-di-immagini/immagini-dalla-mostra-note-futuriste.-larchivio-di-francesco-balilla-pratella-e-il-cenacolo-artistico-lughese|titolo=Note futuriste. L'archivio di Francesco Balilla Pratella e il cenacolo artistico lughese|accesso=29 gennaio 2021}}</ref>. Vi parteciparono artisti locali e nazionali. Domenico (Nino) Pasi, Virgilio Ricci, [[Giannetto Malmerendi]], Giacomo Vespignani, [[Orazio Toschi]], [[Enrico Prampolini]], [[Esodo Pratelli]] e [[Roberto Baldessari]] (forse oggi il più quotato tra gli artisti presenti) esposero le loro opere<ref>{{cita libro|autore=[[Maurizio Scudiero]]|url=http://www.farsettiarte.it/uploads/files/61it-baldessari2.pdf|titolo=Roberto Marcello Baldessari "Iras". Opere 1915–1934|anno=2008|editore=Farsetti Arte|accesso=26 agosto 2014}}</ref>. La scelta di Lugo sede della manifestazione confermò la vivacità e il peso dell'ambiente locale nel [[futurismo]] nazionale. <br/>
Nel [[1925]] furono realizzati i lavori per il raddoppio della parte posteriore del cimitero comunale. <br/>
Lugo diede all'aviazione militare italiana l'asso [[Francesco Baracca]] (1888-1918), [[medaglia d'oro al valore militare]]. Oltre 400 furono i militari lughesi morti in guerra o a causa della guerra.
Durante la [[seconda guerra mondiale]] il fronte stazionò lungo il fiume [[Senio]] dal dicembre del [[1944]] al 10 aprile [[1945]], quando Lugo fu liberata. I primi ad entrare nella cittadina furono i soldati indiani dell'Esercito britannico (''1st Jaipur Infantry'', VIII Divisione di Fanteria)<ref>Sono noti i nomi dei primi due liberatori: Ali Xiaidar e Namdeo Jadhao. La divisione era interamente composta da soldati [[india]]ni.</ref>, reparto di rinforzo, dopo che il Punjab ed il Maharatta con i Lancieri del Bengala sopportarono lo sfondamento del fronte. Un monumento, collocato in un angolo tra via Mentana e viale Europa, ricorda il loro sacrificio.
Risorta rapidamente dalle rovine della guerra, grazie all'operosità dei suoi abitanti e alla stabilità amministrativa, Lugo riveste un importante ruolo nell'economia romagnola come centro di scambi e di commercializzazione per i prodotti agricoli della Bassa Romagna. Il 21 ottobre del [[1971]] il film ''[[...continuavano a chiamarlo Trinità]]'' venne proiettato al cinema Astra in anteprima mondiale. Fu un regalo del produttore del film, [[Italo Zingarelli]] alla propria città natale<ref>{{cita web|url=http://www.pavaglionelugo.net/2016/06/quando-bud-spencer-passeggiava-per-lugo.html|titolo=Quando Bud Spencer passeggiava per Lugo|accesso=5 luglio 2020|dataarchivio=5 luglio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200705074705/http://www.pavaglionelugo.net/2016/06/quando-bud-spencer-passeggiava-per-lugo.html|urlmorto=sì}}</ref>.
Durante l'[[Alluvione dell'Emilia-Romagna del 2023|alluvione dell'Emilia-Romagna del maggio 2023]], il territorio di Lugo è stato completamente allagato dalle acque del [[Senio]], del [[Santerno]] e del [[Canale Emiliano Romagnolo]].<ref>{{Cita web|url=https://www.ilrestodelcarlino.it/ravenna/cronaca/lugo-sottacqua-linondazione-arriva-dopo-le-22-pavaglione-allagato-920d7a62|titolo=Lugo sott’acqua L’inondazione arriva dopo le 22 Pavaglione allagato|sito=Il Resto del Carlino|lingua=it|accesso=2023-05-19}}</ref>
===Simboli===
;Chiese nel forese:
* Oratorio di Croce Coperta – Uno dei più antichi luoghi di culto lughesi, è situato esattamente a un [[miglio romano]] dal centro<ref name="ref_A">Norino Cani, ''Lugo e la Bassa Romagna tra Ostrogoti, Bizantini e Longobardi (V-VIII secolo)'', Lugo, 2012.</ref>. Di origine altomedievale, la data di edificazione è sconosciuta. Nel 1465 era in stato di abbandono: il vescovo di Imola la affidò ai Carmelitani che la restaurarono<ref>Anna Tamburini, ''Lugo, il volto della città'', Edizioni Essegi, 1993, p. 85.</ref>. Nel [[1802]] fu completamente spogliata e messa in vendita. L'acquistò Gian Antonio Bolis per salvarla dalla distruzione (1803)<ref>{{cita|M. Martelli|p. 248|Martelli, 1984}}. L'interno è completamente decorato con un ampio ciclo di [[affresco|affreschi]] devozionali che caratterizza questa chiesa come un unicum nel panorama romagnolo.</ref><ref>Estinta la famiglia Bolis, la chiesetta passò a Guglielmo Tamburini, medico condotto e nonno del successivo Guglielmo, [[Podestà (fascismo)|podestà]] di Lugo dal 1927 al 1931.</ref>.
* [[Chiesa di Campanile|Pieve di Campanile]] – Sita in campagna, a circa 10 km nord di Lugo, è un antico complesso ecclesiale comprendente una chiesa altomedievale e un campanile ancora intatto risalente all'[[XI secolo]]. La chiesa, originariamente a tre navate, è stata ricostruita dopo che fu devastata dalle esondazioni del fiume [[Santerno]]. La forma a navata unica, risale al [[XVI secolo]]. Nell'[[Alto Medioevo]] il complesso fece parte della rete di pievi rurali che sostituì l'amministrazione romana del territorio. La pieve fu al centro di una vasta zona, delle dimensioni di circa 5200 ettari.
* Chiesa di Ascensione - A pochi km da Lugo, fu edificata nel [[1534]]. La chiesa ha dato il nome al piccolo centro abitato sorto nei dintorni.
; Palazzo Trisi
Palazzo signorile del [[XVIII secolo]] progettato da [[Cosimo Morelli]]. Fu fatto costruire dal Comune per riunire in un'unica moderna sede le scuole pubbliche e il Collegio Trisi. La storia del Collegio può essere distinta in due parti. Fu fondato per donazione testamentaria del nobile Fabrizio Trisi (1580-1630) il quale volle che parte del suo patrimonio, nonché la sua residenza, fossero impiegate nella fondazione di un collegio a lui intitolato dove mantenere dieci giovani lughesi meritevoli<ref>Il numero degli alunni variò nel corso degli anni, stabilizzandosi intorno alle cinque unità. Le famiglie Cassani, Belletti e Taroni godettero del privilegio di poter far iscrivere i propri membri senza affrontare l'esame di ammissione.</ref>. Affidò infine la gestione dell'istituzione all'amministrazione comunale. Il Collegio voluto da Trisi entrò in attività nel [[1674]] grazie alle sollecitazioni del vescovo Costanzo Zani sul Consiglio comunale. La prima sede fu in via Codalunga (oggi via Matteotti) nella casa del nobile. Dapprima rilasciò solo la laurea in legge; a partire dal 1706 anche quella in filosofia<ref name="ReferenceB">{{cita|M. Martelli|p. 153|Martelli, 1984}}. Per l'istruzione femminile si dovette attendere il 1765 con la scuola delle Maestre Pie.</ref>. Nel [[1760]] il consiglio comunale deliberò l'accorpamento del Collegio Trisi con le scuole pubbliche lughesi. Cominciò così la seconda fase della vita dell'istituzione. Si decise di finanziare la costruzione di un nuovo palazzo dove alloggiare il Collegio e le scuole. A quel tempo esistevano a Lugo tre scuole pubbliche: elementare, «Grammatica inferiore» (per lo studio della [[lingua latina]]) e «scuola maggiore», dove si insegnavano Umanità e Retorica<ref name="Medri84">{{cita news|autore=Sante Medri|url=|titolo=Il Collegio Trisi di Lugo e la formazione della «Libraria» nei secoli XVII e XVIII|pubblicazione=Studi Romagnoli|data=1984 (XXXV)}}</ref>. La sede di via Codalunga fu chiusa nel 1763; l'anno seguente iniziarono i lavori, che si conclusero nel [[1774]]. Le scuole pubbliche furono aperte già nel [[1772]], quando i lavori erano ancora in esecuzione. Il Collegio Trisi era dotato di una biblioteca giuridica aperta al pubblico, che divenne municipale durante la dominazione francese e fu aperta al pubblico nel [[1803]].
[[File:Scuolamalerbi.jpg|thumb|200px|upright=1.1|La scuola di musica intitolata ai fratelli Malerbi]]
; Villa Malerbi
Risale a questo periodo l’attestazione sui documenti del mercoledì come giorno di mercato cittadino. Il mercato di Lugo, ricco di merci di ogni genere, nei settori più importanti, vale a dire mercato del bestiame e del vino, godeva dell'esenzione dai dazi della [[Camera Apostolica]] per tutti coloro che vi portavano le proprie merci. Il regolamento per la riscossione dei dazi del 1437, il più antico pervenuto sino a noi, riporta la presenza sulla piazza lughese di un fiorente mercato di: bestiame, vino, polli d'allevamento, selvaggina, lino, canapa, bozzoli da seta, frutta e ortaggi. I [[bachi da seta]], il cui commercio fu introdotto all'inizio del [[XVI secolo]], divennero una delle merci più ricercate<ref>Mariano Minardi, ''Il Messaggero'', 7 giugno 1975, n. 23 e 28 giugno, n. 26.</ref>. La piazza Maggiore si trovava dov'è oggi piazza Baracca. Vi si fronteggiavano: sul lato sud il palazzo comunale con la torre civica<ref>Entrambi furono demoliti tra il 1895 e il 1898.</ref>; sul lato nord la chiesa del suffragio. La piazza principale era ricompresa nella cittadella fortificata. L'area della cittadella si estendeva fino all'attuale piazza Trisi.
{{approfondimento |allineamento = destra |larghezza = 240px |titolo = Cronologia sugli ebrei lughesi e sul ghetto|contenuto=
|contenuto = *XIII secolo: Stanziamento della prima comunità ebraica. Gli ebrei si insediano lungo la strada di Santa Maria (poi via del Limite, oggi via Garibaldi) e nelle strade adiacenti;
*XV secolo: Lugo entra nel Ducato di Ferrara. Costruzione del primo cimitero;
*1639: obbligo per gli ebrei lughesi di risiedere nel ghetto di via Codalunga;
}}
[[File:Lugo 1642.jpg|thumb|upright=0.9|Pianta della città di Lugo nel 1642]]
Nel [[1477]] [[Ercole I d'Este]] fece rafforzare le fortificazioni della cittadella, che per la prima volta fu circondata da una cinta muraria. L'area racchiusa dalle mura comprendeva le attuali piazze Trisi, Mazzini (l'interno del Pavaglione) e Martiri<ref>Anna Tamburini, ''Lugo, il volto della città'', Edizioni Essegi, 1993, p. 108.</ref>. Nel [[1544]] Lugo si dotò di un grande orologio da torre. Fu eretto sul frontone del palazzo comunale<ref name="MMartelli">{{cita|M. Martelli|p. 132|Martelli, 1984}}.</ref>.
Nel Cinquecento la città di Lugo era costituita da cinque borghi<ref>Gino Maria Zanotti, "San Francesco di Lugo e di Bagnacavallo nel rispettivo piano urbanistico", in AA.VV., ''Romagna Romandiola. Le istituzioni religiose nella storia del territorio'', Lugo Walberti 2001, pp. 81-92.</ref>:
Nel 1568-70 il duca di Ferrara [[Alfonso II d'Este|Alfonso II]] fece abbattere la cittadella, divenuta superflua a fini difensivi. L'area resa libera, prospiciente la rocca, fu destinata alla costruzione di un doppio porticato, il primo braccio del futuro Pavaglione<ref>Anna Tamburini, ''Lugo, il volto della città'', Edizioni Essegi, 1993, p. 3.</ref>. Fra l'ingresso della Rocca e la porta minore del Carmine fu edificato un portico, a beneficio del mercato del mercoledì. Misurava 200 piedi di lunghezza e 40 di larghezza (76 x 15 metri)<ref>La loggia estense durò per tre secoli, fino all’abbattimento avvenuto nel 1876.</ref>.
Nel [[1598]] il territorio di Lugo ritornò nella giurisdizione dello Stato Pontificio. La Santa Sede confermò i benefici economici già concessi in passato dalla Signoria estense. I lughesi, in segno di riconoscenza, eressero un arco trionfale in suo onore nei pressi del lato sud-est della rocca<ref>{{cita web|url=https://www.smbr.it/lugo-arco-clementino/|titolo=Lugo, Arco Clementino|data=}}</ref>. Nel [[1609]] i lughesi ottennero il permesso di istituire il mercato della seta<ref name="MMartelli_A">{{cita|M. Martelli|p. 149|Martelli, 1984}}.</ref>. Negli anni successivi si cominciò a parlare della costruzione di un ghetto per gli ebrei. Nel [[1638]] papa [[Urbano VIII]] impose agli ebrei dell'ex Ducato ferrarese di rimanere soltanto in tre città: Ferrara, Cento e Lugo. Per l'ubicazione del ghetto lughese fu scelto l'ultimo tratto di via Codalunga (oggi corso Matteotti)<ref>Al civico 89 è visibile una grande targa in marmo che ricorda i nomi di vari lughesi ebrei vissuti fra il XVII e il XIX secolo.</ref>. Gli ebrei si trasferirono nella nuova zona, sinagoga compresa: il tempio fu edificato al secondo piano dell'attuale civico 112 di Corso Matteotti<ref>{{Cita web|url=https://www7.tau.ac.il/omeka/italjuda/items/show/515|titolo=Italia Judaica. Lugo|accesso=18 aprile 2024}}</ref>. Nel [[1648]] fu costruito, sul lato ovest di Piazza Maggiore, un lungo edificio avente la funzione di deposito delle scorte di grano. Lo scopo dei Granili (questo il nome che assunse il fabbricato) fu quello di immagazzinare scorte sufficienti di cereali da utilizzare in caso di carestia<ref name="Granili">{{cita web|url=https://www.smbr.it/lugo-granili/|titolo=Granili|data=20 ottobre 2024}}</ref>.
Nel [[1612]] vi erano cinque ospedali a Lugo. Ciascuno di essi era gestito gratuitamente da una confraternita:
|