Lugo (Italia): differenze tra le versioni

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File:Lugo4.jpg|Piazza Mazzini, circondata dal Pavaglione
File:Lugo5.jpg|I portici del Pavaglione
</gallery>È un [[quadriportico]] di circa 100 metri di lato (copre quindi l'area di un [[ettaro]]) situato di fronte alla rocca estense. Il primo atto della costruzione di quello che divenne il Pavaglione si ebbe nel [[1570]], quando il duca [[Alfonso II d'Este]] ordinò lo smantellamento delle fortificazioni circostanti la rocca, per fare posto al mercato settimanale<ref name="ReferenceA">{{cita|M. Martelli|p. 139|Martelli, 1984}}.</ref>. La prima loggia costruita aveva lo scopo di fornire ricovero alle milizie e riparo ai mercanti in occasione del mercato settimanale; solo successivamente la funzione commerciale prese il sopravvento su quella militare. Negli anni seguenti il portico divenne famoso per il mercato dei bozzoli dei bachi da seta, fino ad essere indicato come "Padiglione de' folicelli da seta", poi "Paviglione" e infine "Pavaglione". Il termine "pavaglione", infatti indica un luogo recintato, e spesso coperto, in cui si svolgono le operazioni di vendita dei bozzoli. I lughesi, vista la fiorente attività di commercio del prezioso lepidottero, decisero di realizzare una struttura permanente, dedicata espressamente al mercato dei [[baco da seta|bachi da seta]].
 
Costruito in più fasi, fino al [[1780]] esisteva un unico portico. In quell'anno il consiglio comunale deliberò l'ampliamento della struttura. Il nuovo progetto (firmato dall'architetto ferrarese Giuseppe Campana) comportò l'erezione di tre porticati da innestare su quello già esistente. Campana, facendosi ispirare dalle forme costruttive dell'antichità [[Architettura greca classica|greca]] e [[Architettura romana|romana]], costruì tre lati del vasto quadriportico realizzando due logge più lunghe a una corsia (i bracci nord e sud) e una loggia più corta (il braccio ovest) a doppia corsia. Per uniformità, duplicò la corsia della loggia estense. Gli archi erano sostenuti «da pilastri a base quadra, uniti da cornice semplice e divisi nella continuità con frontespizi a pilastri rettangolari (due per parte nei loggiati più lunghi), fatti di un [[fornice]] a maggior respiro, in mezzo a due aperture minori architravate, con sovrastanti riquadri»<ref>«Il Messaggero», Lugo, 20 aprile 1946, n. 25. La struttura concepita da Campana è rimasta immutata fino ad oggi.</ref>. Sul loggiato di ponente fece innalzare un [[Attico (architettura)|attico]] con grandiosa [[cimasa]], sovrastante tutto il foro mercantile. Il quadriportico fu inaugurato nel settembre 1783, in occasione della Fiera<ref>{{cita|M. Martelli|p. 208|Martelli, 1984}}.</ref>. <br />
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== Geografia antropica ==
Il territorio attorno a Lugo si distingue per un disegno regolare, eredità della [[centuriazione]] romana<ref>{{cita web|url=http://www.parcodeltapo.it/it/paesaggio-protetto-centuriazione.php|titolo=Il paesaggio protetto della centuriazione|accesso=22 dicembre 2020}}</ref>, i cui assi ortogonali furono ripristinati dai contadini del [[Basso Medioevo]].
Lo schema regolare del territorio ha condizionato anche la geografia urbana della città: Lugo è organizzata, infatti, attorno a due assi ortogonali, che ricalcano il disegno della centuriazione:
* in senso ovest-est, corso Matteotti e il suo prolungamento via de' Brozzi, che hanno assunto il ruolo di ''decumano'';
* in senso nord-sud, corso Garibaldi (antica via del Limite) nella funzione di ''kardo''.
===Urbanistica===
{{Vedi anche|Urbanistica di Lugo}}
La prima forma urbana di Lugo fu quella della cittadella fortificata.<br/>
Nel corso della sua storia Lugo ha conosciuto diverse fasi di trasformazione urbanistica, legate sia a esigenze difensive sia a strategie di riforma del tessuto cittadino. La prima forma urbana fu quella del ''castrum'' fortificato (XIII secolo), attorno al quale sorsero i borghi di Brozzi, Cento e Codalunga<ref>Fonte: Urbanistica di Lugo</ref>. Con il dominio estense (XV secolo) furono autorizzate nuove costruzioni entro la cinta muraria e vennero avviati interventi di ampliamento della [[Rocca estense di Lugo|rocca]] e della piazza del mercato<ref>Fonte: Urbanistica di Lugo</ref>.
Il ''castrum'' della futura Lugo fu edificato a partire dal [[1202]] per volere dell’arcivescovo di Ravenna Alberto Oselletti. Sullo stemma cittadino campeggia in alto a sinistra la colomba, simbolo della Chiesa ravennate. La fortificazione era difesa da un fossato.<br>
Al di là della cinta di difesa iniziarono a formarsi i borghi di Brozzi, Cento e Codalunga<ref>{{cita|G. Baldini|p. 25|San Giacomo, 2015}}.</ref>. La strada che, dalla rocca, portava verso via Cento era denominata via del Limite (attuale Corso Garibaldi).<br/>
All'interno della cittadella fortificata vi erano anche una chiesa, intitolata a San Giacomo, e l'ospedale di S. Maria della Scala. La chiesa di San Giacomo fu la seconda in assoluto del territorio lughese dopo la chiesetta della massa di Sant'Ilaro.
 
Nel Cinquecento e Seicento si assistette alla demolizione della cittadella e alla costruzione del Pavaglione, destinato a favorire la fluidità del traffico mercantile e a ospitare il mercato settimanale<ref>Fonte: Urbanistica di Lugo</ref>. In età moderna furono introdotti lavori di selciatura delle vie principali e la creazione di spazi pubblici come i Granili, destinati a garantire sicurezza alimentare<ref>Fonte: Urbanistica di Lugo</ref>.
Nel [[1218]] il ''castrum'' fu conquistato e raso al suolo dai Faentini. Il ripopolamento di Lugo fu attuato con difficoltà, tranne che nel borgo di Brozzi. Qui era stata trasferita la chiesa di San Giacomo dopo la distruzione della cittadella. Il ripopolamento di Brozzi crebbe più velocemente che a Cento e a Codalunga; nella seconda metà del secolo divenne il borgo più popoloso<ref>{{cita web|url=http://www.comune.lugo.ra.it/Citta-e-territorio/Arte-e-Cultura/Chiese/Chiesa-di-S-Onofrio/scheda%201.htm|titolo=L'organizzazione del territorio|accesso=31 marzo 2016|dataarchivio=16 aprile 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160416062534/http://www.comune.lugo.ra.it/Citta-e-territorio/Arte-e-Cultura/Chiese/Chiesa-di-S-Onofrio/scheda%201.htm|urlmorto=sì}}</ref>. Dopo la riedificazione del ''castrum'' Lugo ebbe per la prima volta il podestà.
 
Tra XVIII e XIX secolo si svilupparono nuove piazze e palazzi nobiliari, mentre la costruzione dell’Ospedale maggiore e la sistemazione delle strade risposero anche a criteri di adeguamento igienico e antisismico<ref>Fonte: Urbanistica di Lugo</ref>. Con l’Unità d’Italia e l’età umbertina furono abbattute diverse porte urbiche per agevolare la viabilità e ampliare gli spazi destinati a fiere e mercati<ref>Fonte: Urbanistica di Lugo</ref>.
Nel XIV secolo l’impianto urbano era rimasto sostanzialmente immutato. La Lugo trecentesca era un ''castrum'' circondato da quattro borghi: Brozzi, Santa Maria, Cento e Codalunga<ref>La strada principale di ciascun quartiere era: Brozzi = Corso Mazzini; Santa Maria = Corso Garibaldi; Cento = la via omonima; Codalunga = la via omonima (attuale corso Matteotti)</ref>. Nella ''[[Descriptio provinciæ Romandiolæ]]'' del [[1371]] (censimento fiscale fondamentale per la conoscenza della Bassa Romagna), Lugo comparve come ''castrum'' di medio-piccole dimensioni (579 ''fumantaria'' contro i 1025 di Bagnacavallo). Era comunque presente un mercato di bestiame e merci esente da dazi. Vi era già un nutrito gruppo di famiglie di religione ebraica, stanziato soprattutto in via del Limite. La sinagoga era situata in una strada adiacente, l'odierno vicolo Strocchi.
 
Nel XX secolo si assistette alla nascita di nuovi quartieri, come quello della ''Madonna delle Stuoie'' (1969), che introdusse aree residenziali moderne, parcheggi e zone di verde pubblico<ref>Fonte: Urbanistica di Lugo</ref>. Questi interventi segnarono il passaggio da una città di impianto medievale a un centro urbano orientato alla mobilità, alla sicurezza e alla qualità della vita dei cittadini.
Con il passaggio sotto il dominio degli [[Este]] di [[Ferrara]] cominciò un nuovo periodo della storia urbanistica di Lugo. Il 24 gennaio [[1437]] [[Niccolò III d'Este|Nicolò III]] acquistò Lugo e il suo territorio dalla [[Santa Sede]]. Uno dei suoi primi provvedimenti fu l'autorizzazione alla costruzione di nuove case nel perimetro della cinta urbana. Vi si insediarono gli abitanti di [[Barbiano (Cotignola)|Barbiano]] e [[Zagonara]]: i due centri abitati non avevano più fortificazioni, che erano state distrutte rispettivamente nel 1409 e nel 1424. Gli Este confermarono i privilegi del mercato del bestiame, restaurarono ed ampliarono la rocca e posero Lugo come capoluogo dei propri possedimenti in Romagna. Vi fissarono la sede del Commissario ducale (il rappresentante estense in tutta la [[Romandiola]]) e del [[Massaio|massaro]].
 
Risale a questo periodo l’attestazione sui documenti del mercoledì come giorno di mercato cittadino. Il mercato di Lugo, ricco di merci di ogni genere, nei settori più importanti, vale a dire mercato del bestiame e del vino, godeva dell'esenzione dai dazi della [[Camera Apostolica]] per tutti coloro che vi portavano le proprie merci. Il regolamento per la riscossione dei dazi del 1437, il più antico pervenuto sino a noi, riporta la presenza sulla piazza lughese di un fiorente mercato di: bestiame, vino, polli d'allevamento, selvaggina, lino, canapa, bozzoli da seta, frutta e ortaggi. I [[bachi da seta]], il cui commercio fu introdotto all'inizio del [[XVI secolo]], divennero una delle merci più ricercate<ref>Mariano Minardi, ''Il Messaggero'', 7 giugno 1975, n. 23 e 28 giugno, n. 26.</ref>. La piazza Maggiore si trovava dov'è oggi piazza Baracca. Vi si fronteggiavano: sul lato sud il palazzo comunale con la torre civica<ref>Entrambi furono demoliti tra il 1895 e il 1898.</ref>; sul lato nord la chiesa del suffragio. La piazza principale era ricompresa nella cittadella fortificata. L'area della cittadella si estendeva fino all'attuale piazza Trisi.
 
{{approfondimento
|allineamento = destra
|larghezza = 240px
|titolo = Cronologia sugli ebrei lughesi e sul ghetto
|contenuto = *XIII secolo: Stanziamento della prima comunità ebraica. Gli ebrei si insediano lungo la strada di Santa Maria (poi via del Limite, oggi via Garibaldi) e nelle strade adiacenti;
*XV secolo: Lugo entra nel Ducato di Ferrara. Costruzione del primo cimitero;
*1639: obbligo per gli ebrei lughesi di risiedere nel ghetto di via Codalunga;
*XVIII secolo: costruzione del secondo cimitero;
*7 agosto 1797: abbattimento dei portoni: il ghetto viene aperto;
*novembre 1826: sono rimessi i portoni. Il ghetto è ripristinato;
*1831 ([[Moti del 1830-1831]]): il ghetto è aperto;
*1833: il ghetto è ripristinato;
*circa 1860: il ghetto è definitivamente aperto;
*1877: il cimitero ebraico viene trasferito nella nuova sede in via di Giù<ref>Il primo cimitero degli ebrei lughesi era situato oltre la via Codalunga.</ref>. Copre un'area di 1000 m<sup>2</sup><ref>Il primo cimitero della comunità si trovava dove oggi è l'ospedale Umberto I.</ref>;
*circa 1880: primo negozio gestito da ebrei aperto fuori del ghetto (famiglia Del Vecchio)<ref>Dalla famiglia Del Vecchio provenne l'ultimo grande [[rabbino]] della comunità lughese, attestato nel 1799: Šelo-moh Dawid me-ha-Zeqanim.</ref>;
*1930: il Regio Decreto n. 1731 dispone, tra l'altro, il riordino dell'ebraismo italiano in ventisei comunità metropolitane e cinque nelle colonie. La comunità lughese si unisce a quella di Ferrara.
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<small>Fonte: ''La comunità ebraica a Lugo di Romagna, Lugo, Walberti, 2014.''</small>
}}
[[File:Lugo 1642.jpg|thumb|upright=0.9|Pianta della città di Lugo nel 1642]]
Nel [[1477]] [[Ercole I d'Este]] fece rafforzare le fortificazioni della cittadella, che per la prima volta fu circondata da una cinta muraria. L'area racchiusa dalle mura comprendeva le attuali piazze Trisi, Mazzini (l'interno del Pavaglione) e Martiri<ref>Anna Tamburini, ''Lugo, il volto della città'', Edizioni Essegi, 1993, p. 108.</ref>. Nel [[1544]] Lugo si dotò di un grande orologio da torre. Fu eretto sul frontone del palazzo comunale<ref name="MMartelli">{{cita|M. Martelli|p. 132|Martelli, 1984}}.</ref>.
 
Nel Cinquecento la città di Lugo era costituita da cinque borghi<ref>Gino Maria Zanotti, "San Francesco di Lugo e di Bagnacavallo nel rispettivo piano urbanistico", in AA.VV., ''Romagna Romandiola. Le istituzioni religiose nella storia del territorio'', Lugo Walberti 2001, pp. 81-92.</ref>:
*San Giacomo (o "dei Brozzi", dal nome di un'antica famiglia proprietaria del fondo);
*Codalunga, così detto per la lunghezza e la tortuosità della strada che lo attraversava;
*Santa Maria in Trivio (vi sorgeva la chiesa dedicata alla Vergine, oggi co-intitolata a San Francesco di Paola);
*Cento, il cui nome derivava da un antico fondo agricolo (e l'unica fra le antiche strade di Lugo il cui nome è rimasto inalterato fino ad oggi);
*Policaro, nato dopo l'inserimento dentro la cinta muraria del complesso monastico dei Francescani (le attuali vie Manfredi, Ferrucci e Poveromini). Fu ricompreso all'interno delle fosse circondarie nel 1437<ref>Anna Tamburini, ''op. cit.'', p. 101.</ref>. Qui venne fondato il 22 aprile [[1546]] il primo [[Monte di Pietà]] lughese ad opera di frate Andrea da Imola<ref name="ReferenceA">{{cita|M. Martelli|p. 139|Martelli, 1984}}.</ref>.
 
Nel 1568-70 il duca di Ferrara [[Alfonso II d'Este|Alfonso II]] fece abbattere la cittadella, divenuta superflua a fini difensivi. L'area resa libera, prospiciente la rocca, fu destinata alla costruzione di un doppio porticato, il primo braccio del futuro Pavaglione<ref>Anna Tamburini, ''Lugo, il volto della città'', Edizioni Essegi, 1993, p. 3.</ref>. Fra l'ingresso della Rocca e la porta minore del Carmine fu edificato un portico, a beneficio del mercato del mercoledì. Misurava 200 piedi di lunghezza e 40 di larghezza (76 x 15 metri)<ref>La loggia estense durò per tre secoli, fino all’abbattimento avvenuto nel 1876.</ref>.
 
Nel [[1598]] il territorio di Lugo ritornò nella giurisdizione dello Stato Pontificio. La Santa Sede confermò i benefici economici già concessi in passato dalla Signoria estense. I lughesi, in segno di riconoscenza, eressero un arco trionfale in suo onore nei pressi del lato sud-est della rocca<ref>{{cita web|url=https://www.smbr.it/lugo-arco-clementino/|titolo=Lugo, Arco Clementino|data=}}</ref>. Nel [[1609]] i lughesi ottennero il permesso di istituire il mercato della seta<ref name="MMartelli_A">{{cita|M. Martelli|p. 149|Martelli, 1984}}.</ref>. Negli anni successivi si cominciò a parlare della costruzione di un ghetto per gli ebrei. Nel [[1638]] papa [[Urbano VIII]] impose agli ebrei dell'ex Ducato ferrarese di rimanere soltanto in tre città: Ferrara, Cento e Lugo. Per l'ubicazione del ghetto lughese fu scelto l'ultimo tratto di via Codalunga (oggi corso Matteotti)<ref>Al civico 89 è visibile una grande targa in marmo che ricorda i nomi di vari lughesi ebrei vissuti fra il XVII e il XIX secolo.</ref>. Gli ebrei si trasferirono nella nuova zona, sinagoga compresa: il tempio fu edificato al secondo piano dell'attuale civico 112 di Corso Matteotti<ref>{{Cita web|url=https://www7.tau.ac.il/omeka/italjuda/items/show/515|titolo=Italia Judaica. Lugo|accesso=18 aprile 2024}}</ref>. Nel [[1648]] fu costruito, sul lato ovest di Piazza Maggiore, un lungo edificio avente la funzione di deposito delle scorte di grano. Lo scopo dei Granili (questo il nome che assunse il fabbricato) fu quello di immagazzinare scorte sufficienti di cereali da utilizzare in caso di carestia<ref name="Granili">{{cita web|url=https://www.smbr.it/lugo-granili/|titolo=Granili|data=20 ottobre 2024}}</ref>.
 
Nel [[1612]] vi erano cinque ospedali a Lugo. Ciascuno di essi era gestito gratuitamente da una confraternita:
 
{| style="border-style:solid;border-width:1px;border-color:#808080;background-color:#BBBBBB" cellspacing="2" cellpadding="2" width="760px"
|- align="left" valign="top" bgcolor="#CCCCCB"
| '''Fondazione''' || '''Ospedale''' || '''Confraternita'''
|- align="left" valign="top" bgcolor="#EEEEEE"
| Inizio XIII secolo<ref name="smbr">{{Cita web|url=https://www.smbr.it/lugo-spedale-di-santa-maria-del-limite/|titolo=Lugo, Spedale di Santa Maria del Limite|accesso=18 aprile 2024}}</ref> || «Santa Maria del Limite»,<br/>detto anche degli Infermi || Compagnia dei Devoti di Maria<ref>Dal 1260, su disposizione del vescovo, furono incaricati di curare i malati della cittadina. Santa Maria del Limite fu il primo ospedale lughese a dedicarsi completamente alla cura dei malati, e non degli indigenti o dei pellegrini, come accadeva negli altri luoghi di cura.</ref>
|- align="left" valign="top" bgcolor="#EEEEEE"
| Inizio XIV secolo || Sant'Antonio || Confraternita di Sant'Antonio Abate
|- align="left" valign="top" bgcolor="#EEEEEE"
| 1400 circa || Corpus Domini<ref>Erede dell'ospedale di S. Maria della Scala, costruito nella cittadella fortificata e distrutto nel 1218.</ref> || Confraternita del SS. Sacramento
|- align="left" valign="top" bgcolor="#EEEEEE"
| 1534 || Santa Croce (o dei Poveri di Cristo)|| Compagnia dei Crocesegnati
|- align="left" valign="top" bgcolor="#EEEEEE"
| 1528, riedificato nel 1562 || San Rocco<ref>Nella seconda metà del XX secolo alcuni locali furono adibiti a cinema-teatro.</ref> || Confraternita di San Rocco
|}
 
Nel [[1675]] si aggiunse un sesto luogo di cura, quello di S. Onofrio<ref>{{cita|M. Martelli|p. 152|Martelli, 1984}}. Venne dismesso nel 1873 per accentrare le attività sanitarie nel nosocomio di S. Maria del Limite.</ref>, gestito dall'omonima confraternita. Nel [[1688]] fu inaugurato un pozzo idrico nella piazza centrale; nel [[1695]] fu avviata la selciatura delle vie principali, sull'imitazione delle grandi città<ref>{{cita|M. Martelli|p. 148|Martelli, 1984}}.</ref>. Alla fine del XVII secolo Lugo contava {{formatnum:5353}} abitanti.
 
Grazie al suo mercato, Lugo era una città prospera, la più ricca del territorio ravennate. La sua fiera biennale attirava un cospicuo numero di persone da tre legazioni: Ferrara, Ravenna e Bologna. In questo periodo, Lugo contava circa {{formatnum:6000}} abitanti. Le famiglie più ricche abitavano in via Codalunga (l’attuale corso Matteotti)<ref>Nel 1887 la strada fu intitolata a [[Vittorio Emanuele II]] ed assunse la denominazione attuale nel 1945.</ref>.
 
Negli ultimi decenni del secolo la città si arricchì di nuove opere, destinate ad incidere sulla vita sociale degli abitanti. Nel 1761 fu inaugurato il [[Teatro Rossini (Lugo)|Teatro]], opera del [[Antonio Galli da Bibbiena|Bibbiena]]. Nel 1768 fu avviata la costruzione dell'ospedale maggiore, che avrebbe riunito i cinque nosocomi esistenti. Fu scelto il sito dell'ospedale della Madonna. L'edificio fu abbattuto e ricostruito in dimensioni maggiori<ref name="smbr" />. La loggia estense eretta nel XVI secolo venne completata su tre lati per realizzare un ampio quadriportico. Fu incaricato del progetto l'architetto ferrarese Giuseppe Campana. Ultimato nel [[1783]], il Pavaglione fu utilizzato sia per il mercato del mercoledì che per la Fiera biennale. Vennero costruiti anche nuovi palazzi nobiliari, segnatamente quelli dei Conti Borsa, dei Conti Rossi e dei Tozzelli. Nello stesso periodo furono sistemate varie strade e piazze. Il 27 settembre [[1789]] fu inaugurato il nuovo orologio da torre, che segnava anche i quarti d'ora. Nel [[1796]] aprì il nuovo ospedale maggiore, con annessa farmacia, che ereditò il nome di Santa Maria del Limite<ref>Situato in fondo a via Garibaldi, oggi ospita la sede di una banca.</ref>.
[[File:Lugo-1851.jpg|thumb|upright=0.9|Lugo nella carta topografica dello [[Stato Pontificio]] del [[1851]]. Ad est del paese manca ancora viale Dante: fu costruito negli anni venti del XX secolo in connessione con il nuovo ponte sul Senio.]]
 
Nel primo censimento della popolazione del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], avvenuto nel 1861, Lugo contò {{formatnum:22787}} abitanti, di cui almeno 15 mila vivevano nelle campagne. <br/>
Cinque porte chiudevano l'accesso alla città all'epoca del Ducato estense:
*verso Bagnacavallo: Porta della Madonnina, poi del Ghetto;
*verso Massa Lombarda: Porta di Brozzi;
*verso nord: Porta di Pontenuovo;
*verso Barbiano: Porta San Carlo, la più lontana dalla cittadella (circa 1&nbsp;km in linea d'aria). È l'unica tuttora esistente. Nei secoli ha cambiato nome: oggi è Porta S. Bartolomeo. Delle principali strade cittadine, solo via Cento non era ornata da una Porta, essendo difesa solamente dal fossato.
Nel 1635 (quando la signoria estense era terminata) fu edificata una porta in fondo a via del Limite (attuale corso Garibaldi), poco distante da Porta S. Carlo. Si chiamò dapprima Porta S. Maria, poi Porta di Faenza.
Nel 1757 Porta Faenza fu smantellata e poi ricostruita in stile barocco; in quell'anno era già stata demolita la Porta di Pontenuovo per fare spazio al mercato e alla fiera<ref>Essendo stato abbattuto diversi secoli fa, non si hanno informazioni su questo edificio.</ref>. Nel 1821 toccò alla Porta di Brozzi, che fu ricostruita in stile neoclassico.<br/>
Tra il 1894 e il 1896, in piena Età umbertina, fu effettuata una serie di demolizioni che ridisegnò l'aspetto di Piazza maggiore. Furono abbattuti i fabbricati che si affacciavano sul lato ovest e sud. Nell'ordine: Granili, Palazzo pubblico e Torre dell'orologio. Non fu risparmiato neanche l'Arco clementino<ref name="Granili"/>. Il solo Palazzo pubblico fu riedificato, per cui la nuova costruzione fu denominata semplicemente "Palazzi nuovi". Si trattava infatti di due palazzi uniti da un grande arco, sormontato dall'orologio monumentale<ref name="palazzinuovi">{{cita web|url=https://www.smbr.it/lugo-palazzi-nuovi/|titolo=Palazzi Nuovi|data=20 ottobre 2024}}</ref>. Tra la fine del XIX e l'inizio del XX furono demolite tre delle quattro Porte urbiche: la Porta del Ghetto nel 1870, Porta Faenza e Porta di Brozzi nel 1907. Rimase in piedi solo Porta S. Bartolomeo, che è tuttora visibile. Nel [[1900]] l'Ospedale di S. Maria del Limite cessò la sua secolare attività in concomitanza con l'apertura dell'Ospedale Umberto I.
 
Nel [[1936]] fu inaugurato l'imponente monumento in onore dell'aviatore lughese e il corso cittadino fu intitolato ''via Baracca''. Nel [[1939]] fu inaugurato l'acquedotto cittadino. Le acque provenivano da Spinadello, frazione di [[Forlimpopoli]]<ref>{{cita web|url=http://www.forlimpopolidocumentiestudi.it/pdf/2408.pdf|titolo=Il progetto originale della centrale di sollevamento dell'Acquedotto Spinadello|accesso=}}. Rimase in funzione fino al 1986</ref>. Nel 1939 si decise l'abbattimento dei Palazzi Nuovi. Al loro posto fu edificata la nuova sede della Cassa di Risparmio<ref name="palazzinuovi"/>.
 
Nel [[1969]] la città si è arricchita di un nuovo quartiere, «Madonna delle Stuoie», che è diventato il quarto quartiere di Lugo (dopo Cento, Brozzi e Ghetto). Costruito nell'area dietro la ferrovia, il rione prende il nome da una piccola chiesa intitolata alla Madonna della Misericordia. Esisteva sin dal 1737, quando l'ambiente circostante era più simile a quello palustre che non a quello agricolo. Vi crescevano infatti [[giunco|giunchi]] e [[Canna palustre|canne palustri]], che venivano usati per confezionare stuoie. Per questo motivo l'immagine venerata nella chiesa fu denominata ''Madòna dal Stur'' ("Madonna delle Stuoie" in [[lingua romagnola|romagnolo]]).
 
=== Frazioni ===