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'''Cittaducale''' (''Cìeta'' in dialetto locale) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Rieti]] nel [[Lazio]]. Fondata nel 1308 da re [[Carlo II d'Angiò]], è appartenuta all'[[Abruzzo]] e alla [[provincia dell'Aquila]] per più di sei secoli, fino al passaggio nel Lazio avvenuto nel 1927.<ref>{{Cita webnews |url=http://ilcentro.gelocal.it/pescara/cronaca/2012/11/01/news/province-otto-secoli-di-storia-1.5958431 |titolo=Province, otto secoli di storia - Cronaca -|rivista= il Centro |accesso=4 agosto 2014 |dataarchiviourlarchivio=10 agosto 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140810113334/http://ilcentro.gelocal.it/pescara/cronaca/2012/11/01/news/province-otto-secoli-di-storia-1.5958431 |urlmorto=sì }}</ref><ref>{{Cita webnews |url=http://ilcentro.gelocal.it/laquila/cronaca/2012/08/14/news/comuni-reatini-pronti-a-lasciare-il-lazio-1.5546103 |titolo=Comuni reatini pronti a lasciare il Lazio - Cronaca -|rivista= il Centro |accesso=4 agosto 2014 |dataarchivio=28 maggio 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160528223929/http://ilcentro.gelocal.it/laquila/cronaca/2012/08/14/news/comuni-reatini-pronti-a-lasciare-il-lazio-1.5546103 |urlmorto=sì }}</ref>
 
In passato costituiva sede vescovile ([[diocesi di Cittaducale]]) e capoluogo di ente sovracomunale ([[distretto di Cittaducale]], [[circondario di Cittaducale]]). È nota principalmente per essere il punto di inizio dell'[[acquedotto del Peschiera]] che rifornisce Roma, e per ospitare la scuola nazionale per la formazione del [[Corpo Forestale dello Stato]], dal 2017 dei [[Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare|Carabinieri Forestali]].
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=== Medioevo ===
Il [[toponimo]] deriva dal latino ''Civitas ducalis''.
Fondata nel 1308 da re [[Carlo II d'Angiò]], fu chiamata ''Città Ducale'' in onore di Roberto [[duca di Calabria]], figlio di Carlo ed erede al trono del [[Regno di Napoli]], di cui rappresentava all'epoca il baluardo più settentrionale (dopo [[Civitella del Tronto]]), a difesa dei confini con lo Stato della Chiesa. Tale caratteristica rimase intatta anche quando il Reamereame assunse il nome di [[Regno delle Due Sicilie]]. Nella Civitaducale (poi ''Cittaducale'') si aggregò, secondo il progetto di popolamento angioino, la popolazione del contado, proveniente da alcuni castelli limitrofi, come Castel Sant’AngeloSant'Angelo, Paterno, Canetra, [[Calcariola]] ed altri borghi ancora.
 
Passata dal dominio degli [[Angioini]] a quello degli [[Aragonesi]], ottenne da costoro il privilegio di battere moneta e si dimostrò fedele a questi ultimi tanto da dover sostenere continue lotte contro Rieti a difesa del [[Regno di Napoli]].
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* La chiesa di Santa Maria di Sesto, nei pressi della stazione ferroviaria. Qui il vescovo di Cittaducale [[Pietro Paolo Quintavalle]] fece collocare nel 1620 una lapide che definisce la chiesa "''in [[Umbilicus Italiae|umbilico Italiae]]''", e garantiva l’indulgenza a tutti coloro che avessero visitato la chiesa nelle domeniche o in altre festività.
* Il santuario di Santa Maria delle Grazie, sulla strada per Rieti.
* La [[chiesa di San Vittorino]], posta nei pressi della frazione di Cotilia (lungo la Via Salaria), fu terminata nel 1613, ma sprofondò subito a causa di fenomeni [[carsismo|carsici]]. Dell'edificio rimangono alcune vestigia molto suggestive; una sorgente scaturisce direttamente dal pavimento della [[Chiesa (architettura)|chiesa]] ed alimenta un [[ruscello]] che fuoriesce dai resti del [[Portale (architettura)|portale]].<ref>{{Cita web|autore = Giovanni Garofoli e Massimo Pesci|url = http://www.tesoridellazio.it/pagina.php?area=I+tesori+del+Lazio&cat=Chiese+e+basiliche&pag=Cittaducale+%28RI%29++Chiesa+di+San+Vittorino|titolo = Tesori del Lazio|accesso = |data = |urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160701021503/http://www.tesoridellazio.it/pagina.php?area=I+tesori+del+Lazio&cat=Chiese+e+basiliche&pag=Cittaducale+%28RI%29++Chiesa+di+San+Vittorino|dataarchivio = 1º luglio 2016}}</ref>
 
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