Cristoforo Colombo: differenze tra le versioni
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== La via per le Indie ==
[[File:Christopher Columbus7.jpg|min|Cristoforo Colombo in ginocchio davanti alla regina [[Isabella di Castiglia]]]]
Nel 1478 Colombo tornò in [[Portogallo]], vivendo temporaneamente a [[Lisbona]], dove suo fratello Bartolomeo già lavorava come [[cartografo]], per curare i commerci della famiglia Centurione. Basandosi sulle mappe, sui racconti dei marinai e sui reperti (canne, legni e altro) trovati al largo delle coste delle isole del "Mare Oceano" (antico nome dell'[[Oceano Atlantico]]), cominciò a convincersi che al di là delle [[Azzorre]] dovesse esserci una terra continentale e che questa non potesse essere altro che quella delle "[[Indie orientali|Indie]]", ovvero l'[[Asia]], che comprendeva quindi anche il [[Catai]] ([[Cina]]) e il [[Cipango]] ([[Giappone]]) descritti da [[Marco Polo]], rendendosi essa raggiungibile da [[ovest|Occidente]] attraverso la rotta di [[circumnavigazione]] marittima della [[Terra]]. Si documentò quindi su testi geografici come l{{'}}''Historia rerum ubique gestarum'' di [[Papa Pio II]] del 1477, quindi l'opera ''Imago mundi'' di [[Pierre d'Ailly]] (1480) e infine il più noto ''[[Il Milione]]'' di [[Marco Polo]].
Una notevole influenza sulla sua decisione in favore del progetto del lungo viaggio marittimo di "''buscar el Oriente por el Occidente''" (così fu poi riassunto dalla storia), fu una lettera che nel 1474 [[Paolo Toscanelli]] indirizzò al canonico di Lisbona [[Fernando Martins|Martins De Reriz]], in risposta al quesito postogli da [[Alfonso V del Portogallo]] attraverso lo stesso canonico<ref>La lettera era in latino e datata 25 giugno 1474. Martins era parente acquisito di Colombo e in ogni caso la stessa mappa presente nei documenti portati da Toscanelli viene poi riportata anche da Cristoforo tempo dopo, grazie all{{'}}''Historia Rerum'' di Pio II; alcuni biografi infine sostennero uno scambio epistolare fra i due. Si vedano fra i tanti {{Cita|Uzielli|p. 9}} e {{Cita|Vignaud|pp. 9-10}}</ref>. Nella missiva, il fisico fiorentino riteneva anch'egli percorribile una rotta marittima verso ovest per raggiungere le cosiddette "[[Indie orientali|Indie]]", tuttavia in errore sui calcoli matematici delle distanze geografiche calcolate. Nel 1479 inoltre, il navigatore conobbe e sposò a Lisbona [[Filipa Moniz Perestrello]]<ref>Si erano conosciuti frequentando la chiesa di Ognissanti. Si veda il riferimento in {{Cita|Malaspina|p. 130}}. L'anno, secondo le fonti, è il 1478 o il 1479. si veda anche {{Cita|Malaspina|p. 45}}.</ref>, figlia di [[Bartolomeo Perestrello]] il Vecchio (navigatore portoghese di origini piacentine e, dal 1419, governatore di [[Porto Santo]]<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/bartolomeo-perestrello/ Perestrèllo, Bartolomeo], voce dal sito web dell'Enciclopedia Treccani</ref>). La coppia, a partire dal 1480 circa, si trasferì nell'arcipelago portoghese di [[Madera]], al largo del [[Marocco]], prima sull'isola di Porto Santo, dove nacque il loro unico figlio, [[Diego Colombo|Diego]], poi sulla stessa Madera<ref>{{Cita|Benge|p. 34}}.</ref>. In quell'anno, Colombo si dedicò anche al commercio in proprio<ref>{{Cita|Granzotto|p. 61}}.</ref>, tuttavia senza successo. Il fallimento, insieme alla convinzione sempre più forte sul viaggio atlantico e il decisivo incontro con un naufrago il quale, in punto di morte, tracciò addirittura una mappa delle lontane terre a occidente<ref>Il racconto venne poi adattato in versi dal poeta [[Garcilaso de la Vega (poeta)|Garcilaso de la Vega]]{{Cita|Granzotto|pp. 63-64}}</ref>, lo fece ritornare a [[Lisbona]], dove continuò a studiare le mappe.
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