Sceneggiata: differenze tra le versioni

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Gigi Lamera (discussione | contributi)
 
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Uno dei primi esempi di sceneggiata è della compagnia di G. D'Alessio, che nel [[1918]] rappresenta ''Pupatella'', dall'omonima canzone di [[Libero Bovio]], legata ai temi del tradimento e della malavita. Le prime rappresentazioni per così dire sperimentali s'intensificano già dal [[1919]] e ben presto andò affermandosi nel genere la compagnia ''Cafiero-Fumo'' (con cui lavorarono, tra gli altri, anche [[Nino Taranto]] e il "piccolo Salvatore" che poi diventò il celebre Mario Abbate, forse il più affermato sodalizio artistico che portò in scena numerose sceneggiate nel ventennio antecedente la [[Seconda guerra mondiale]], producendosi specialmente in teatri dei quartieri popolari, come il ''Trianon'' e il ''San Ferdinando''. [[Salvatore Cafiero]] proveniva dal varietà, [[Eugenio Fumo]] dal teatro popolare.
 
La sceneggiata napoletana fu molto rappresentata anche a [[New York]], tra gli emigranti italiani di [[Little Italy]], in specie dalla compagnia ''Maggio-Coruzzolo-Ciaramella'' formata da [[Mimì Maggio]] (ritenuto il "''padre della sceneggiata napoletana"''<ref>{{Cita web|url = https://cosedinapoli.com/curiosita/la-belle-epoque-del-cafe-chantant-a-napoli/|titolo = La belle époque del café chantant a Napoli|accesso=20 settembre 2025}}</ref>), [[Silvia Coruzzolo]] e [[Roberto Ciaramella]]. Da ricordare anche la compagnia ''Marchetello-Diaz'', quella di Farfariello, di [[Ria Rosa]] e soprattutto quella della regina degli emigranti [[Gilda Mignonette]].
 
Il genere andò via via perdendo il suo impatto sul pubblico e cadde in disuso, salvo poi una piccola ripresa negli anni '70.