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Un'altra teoria che spiega il feticismo dei piedi è la teoria dell'inter-repulsione, elaborata dal [[Surrealismo|surrealista]] francese [[Georges Bataille]] e pubblicata sulla rivista francese "[[Documents]]" (1929-1930); gli stessi surrealisti sono stati i riscopritori delle opere di [[Restif de la Bretonne]]. In generale, il surrealismo è un movimento artistico che, con l'arte, cerca di sondare l'[[inconscio]] umano, la dimensione [[Sogno|onirica]] e l'[[Irrazionalità|illogicità]] nella mente umana.
 
Secondo la teoria di Bataille, il piede è apprezzato dai feticisti dei piedi non tanto perché è una parte immediatamente piacevole e dunque meramente descrivibile come "piacevole": l'attrazione finale è in realtà il prodotto di uno spasmo emotivo. Il meccanismo è il seguente: il piede nei feticisti viene isolato dal resto del corpo per cui diventa un "idolo", cioè per cui assume un'autonomia, una vita propria e un proprio valore, nobiltà, idealità e sacralità; le stesse fotografie di [[Jacques-André Boiffard]] mostrano questo concetto attraverso dei primi piani di alluci di uomini e donne, simili a delle forme falliche; le foto inoltre scardinano le rappresentazioni esteticamente gradevoli del surrealismo dell'epoca e sono ispirate anche al feticismo sessuale come descritto da [[Alfred Binet]], cioè la tendenza a separare/astrarre una parte del corpo da tutto il resto del corpo, a ingigantirne l'importanza e ad apprezzare l'idea astratta di quella parte del corpo. Contemporaneamente, è anche un "ordure", cioè un orrore siccome è un simbolo di sporco, bassezza, profanità e ignobiltà siccome è un’appendice del corpo a contatto con la terra. Per questo idolo, viene provata inter-repulsione, cioè una sensazione di spasmo emotivo che avviene nel caso paradossale in cui il soggetto prova sia attrazione che repulsione per qualcosa. Infatti, il disgusto si unisce al desiderio, la nobiltà all'ignobiltà, l’idealità alla bruta carnalità e visceralità, la sacralità alla profanità. Dopo questo spasmo, l’attrazione finale provata nel contesto del feticismo dei piedi è più forte della comune attrazione per qualcosa di piacevole: infatti, l’attrazione finale dopo lo spasmo deriva dal superamento del disgusto; il disgusto dunque dà forza all’attrazione.<ref name=":68">{{Cita web|lingua=en|autore=Olivier Chow|url=https://www.drainmag.com/contentDESIRE/Essay/Chow.html|titolo=Idols/Ordures: Inter-repulsion in "Documents"’ big toes|sito=www.drainmag.com|data=2006|accesso=2025-09-19}}</ref>
 
L'attrazione/fascinazione può essere creata dal sentirsi oppressi da regole imposte e ebbrezza di stabilire le proprie oppure dalla [[curiosità]] di fare un'esperienza. La curiosità deriva dall'istinto primitivo di mappare un ambiente per trovare risorse per sopravvivere e l’evoluzione di questo istinto porta alla curiosità di esplorare anche idee e culture diverse, mondi diversi, nuove sensazioni ecc.; il desiderio di dominare deriva sia dall'istinto primitivo di organizzarsi in gruppo in modo efficiente per sopravvivere (e.g., il capobranco nei lupi) e l’evoluzione di questo istinto porta a desiderare di dominare per motivi identitari.
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[[File:Pantaleon Szyndler-Niewolnica.jpg|thumb|Una [[schiava]] letteralmente spogliata di gran parte dei suoi averi mentre piange il suo infausto destino. La fanciulla è ritratta a piedi nudi e incatenata a una caviglia]]
[[File:Waiting for customers.jpg|thumb|Una prostituta mentre, con atteggiamento adescante, aspetta i clienti. Durante l'[[Età vittoriana]], esibire parti del corpo considerate inutili da denudare era visto come un segno di dissolutezza, per cui gambe e piedi erano spesso coperti da lunghe gonne]]
Alle origini della percezione negativa dei piedi e di una loro eventuale nudità, è presente una serie di fattori. L'ultimo è stato teorizzato da Bataille:
* i piedi, contrariamente alla testa, non sono la sede della razionalità e delle emozioni e sono in basso e (quasi) a contatto con la terra nel corpo, mentre la testa è elevata rispetto al suolo, eè più vicina al cielo ed è in posizione "superiore" rispetto ai piedi;<ref name=":68" /> pertanto, sono simbolo di bassezza, volgarità e una parte del corpo perlopiù utilitaria.
* i piedi sono simbolo di sporco<ref name=":22" /> siccome sono a contatto con il suolo o chiusi nelle scarpe
* i piedi nudi sono simbolo di [[povertà]]<ref name=":22" /> e umiltà siccome i poveri, i mendicanti e gli zingari spesso non hanno le scarpe; nell'arco dei secoli, la loro raffigurazione tipica è stata sempre questa nelle opere d'arte. La povertà a sua volta provoca ribrezzo siccome indica l'impossibilità ad accedere a beni di primaria importanza, la sofferenza e potenzialmente una dedizione al crimine. Questo simbolismo ha una delle sue origini già nell'[[Antica Roma]], in cui gli schiavi erano solitamente sempre scalzi ed erano poveri in partenza. Anche nell'[[Europa medievale]], camminare a piedi nudi era un simbolo di povertà e umiltà nei [[Prigioniero di guerra|prigionieri di guerra]] ma anche nelle persone comuni di bassa estrazione sociale e nei [[monaci]] e [[Suora|suore]].<ref name=":70">{{Cita libro|lingua=en|nome=Richard K.|cognome=Frazine|titolo=The Barefoot Hiker: A Book about Bare Feet|url=https://books.google.it/books?id=edsITVCd2G0C&redir_esc=y|accesso=2025-09-20|data=1993|editore=Ten Speed Press|p=98|ISBN=978-0-89815-525-9}}</ref> Inoltre nell'[[Antico Testamento]], quando Absalom effettua un colpo di Stato, il re [[Davide|David]] è costretto a fuggire a piedi nudi, dunque con l'apparenza di uno schiavo che ha perso tutto eccetto la propria vita.<ref name=":71" />
* I piedi nudi, oltre a essere già in partenza simbolo di povertà, sono anche simbolo di [[schiavitù]] e dunque di mancanza di libertà personale e diritti umani. Anche gli schiavi sono solitamente raffigurati nelle opere d'arte come scalzi. Già nell'[[Antica Roma]], gli schiavi erano solitamente scalzi.<ref name=":70" /> Sempre nell'Antica Roma, quando si vendevano gli schiavi nel mercato apposito, si scriveva sui loro piedi con il [[Gesso (minerale)|gesso]] o creta il nome della loro patria e del padrone che li vendeva.<ref>{{Cita libro|autore=Giovenale|titolo=Le satire di D. G. Giovenale voltate in versi dal professore Raffaello Vescovi|url=https://ia801604.us.archive.org/11/items/lesatiredidecimo00juveuoft/lesatiredidecimo00juveuoft.pdf|formato=PDF|anno=1875|editore=G. C. Sansoni editore|città=Firenze}}</ref> Anche nella [[Bibbia]], gli schiavi sono sempre ritratti con i piedi nudi. Inoltre, quando Absalom effettua un colpo di Stato, il re [[Davide|David]] è costretto a fuggire a piedi nudi, dunque con l'apparenza di uno schiavo che ha perso tutto eccetto la propria vita.<ref name=":71">{{Cita web|lingua=en|url=https://digitalbible.ca/article-page/bible-study-symbols-the-biblical-symbolism-of-barefoot-unpacking-its-significance-in-sacred-scripture-1700845099112x788180101274787300|titolo=The Biblical Symbolism Of Barefoot: Unpacking Its Significance In Sacred Scripture|sito=Digital Bible|accesso=2025-09-20}}</ref>
* I piedi nudi, oltre a essere un simbolo di povertà e schiavitù, sono anche un generico simbolo di sottomissione. Infatti, già nell'[[Antico Egitto]] e nel [[Vicino Oriente antico]], togliersi le scarpe di fronte a una persona di status più alto simbolizzava la sottomissione siccome la persona si rendeva inferiore e umile di fronte al superiore. Lo stesso avviene in un contesto sacro: ad esempio, già nel libro dell'[[Esodo (racconto biblico)|Esodo]] dell'[[Antico Testamento]], [[Mosè]] si toglie i sandali quando incontra Dio nella forma di un cespuglio che brucia siccome il terreno in cui si trova è santificato dalla presenza di Dio.<ref name=":71" />
* i piedi erano considerati una parte del corpo che non serve da mostrare nuda, per cui ad esempio una donna che mostrava i piedi nudi era considerata dissoluta<ref name=":22" />
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Nella Storia, la lavanda dei piedi è sempre stata considerata un'umiliazione:<ref>{{Cita web|autore=Samantha Ascolese|url=http://www.girlpower.it/sex/tuo_corpo/piedi_bretonne_fetish_storia.php|titolo=Il fascino dei piedi: potere e sensualità nella storia|data=28 maggio 2013|accesso=19 dicembre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151222101131/http://www.girlpower.it/sex/tuo_corpo/piedi_bretonne_fetish_storia.php|urlmorto=sì}}</ref> nell'[[Antica Roma]] infatti era compito degli schiavi lavare i piedi dei loro padroni,<ref>{{Cita web|autore=|url=http://www.romanoimpero.com/2010/11/gli-schiavi.html|titolo=Gli schiavi|data=|accesso=19 dicembre 2012}}</ref> così come nella Storia i sovrani e alcuni Papi erano soliti farsi baciare i piedi dalle persone che ricevevano in segno di supremazia nei loro confronti.
 
L'ultimo fattore teorizzato da [[Georges Bataille]] in ''"[[Documents]]"'' è il fatto che il piede rappresenta la caduta degli ideali umanistici dell'Uomo. L'Uomo infatti, per una propria indole o per motivi culturali, può avere la tendenza a provare a trascendere i propri limiti fisici in vari modi (e.g., con l'Arte, con la filosofia, con il progresso scientifico e sociale). Tuttavia, secondo Bataille, si scontra con la propria realtà fisica e carnale siccome in primis è ancorato alla terra, da cui deriva. Secondo una frase dello stesso [[Sant'Agostino]], "nasciamo tra le feci e l'urina" ''(inter faeces et urinam nascimur).'' Secondo Bataille, l'Uomo che si crede Dio viene interrotto dal "ruggito dei visceri", per cui usa anche lui un'immagine di natura escrementale e fecale. Una delle parti del corpo che rappresenta la propria fisicità e carnalità contrapposte al traguardo ambito della trascendenza è proprio il piede. Dunque, la propria fisicità e carnalità Secondo Bataille, questa presa di coscienza e rivelazione è etichettabile come "fatto" secondo la filosofia di Francis Bacon: un "fatto" è una verità brutale che viene svelata, in tal caso sulla condizione umana. Questa verità è in un primo momento nascosta siccome è spiacevole: infatti, secondo Bataille, rappresenta la caduta degli ideali umanistici e di trascendenza umani. Lo stesso autore indica questa caduta come "morte" in senso simbolico, la morte degli ideali. Dunque, l'esposizione frammentata di parti del corpo (inclusi gli alluci) viene soprannominata "pornografia della morte". L'inversione tra la nobiltà e altezza della testa e la volgarità e bassezza del piede viene detta "slittamento" ''(glissement)'' e anch'esso indica la caduta di un Uomo, a causa del simbolismo del piede.<ref name=":68" />
 
==== Il tabù (Freud), l'abietto (Kristeva) e il sacro (Otto) ====
{{Vedi anche|Tabù|Sigmund Freud|Julia Kristeva|Rudolf Otto}}
[[File:0 The Vitruvian Man - by Leonardo da Vinci.jpg|thumb|...Secondo Bataille, l'Uomo ha un desiderio di trascendere i propri limiti]]
[[File:Gustave Courbet - Le Désespéré (1843).jpg|thumb|Tuttavia, l'Uomo è ancorato alla propria dimensione fisica, carnale e terrena; questo limite è simbolizzato dai piedi... Questa rivelazione è sconvolgente ma può anche essere affascinante]]
[[File:Psychedelic eye.jpg|thumb|Secondo Otto, siccome la reliquia permette un contatto con il divino e una trascendenza, se il piede è una reliquia allora un'esperienza di trascendenza è sempre possibile]]
[[File:Psychedelic eye.jpg|thumb|...]]
La teoria dell'inter-repulsione secondo George Bataille mostra forti analogie con altri 3 concetti, anche se non elaborate per spiegare feticismo dei piedi. I 3 concetti sono quelli di "tabù" di [[Sigmund Freud]], di "abietto" di [[Julia Kristeva]] e di "sacro" di [[Rudolf Otto]].<ref name=":68" />
 
Il tabù nella teoria psicologica di [[Sigmund Freud|Freud]] (1913)<ref>{{Cita libro|lingua=en|autore=Sigmund Freud|traduttore=James Strachey|titolo=Totem and Taboo: Some Points of Agreement between the Mental Lives of Savages and Neurotics|url=https://ia902907.us.archive.org/17/items/SigmundFreud/Sigmund%20Freud%20%5B1913%5D%20Totem%20and%20Taboo%20%28James%20Strachey%20translation%2C%201950%29.pdf|anno=2001|editore=Routledge|città=Londra/New York}}</ref> indica qualcosa che ripugna o che è vietato dall’esterno ma crea una forma di attrazione allo stesso tempo (e.g., la vista dei cadaveri). L'attrazione si contrappone dunque al ripugno o divieto imposto dall’esterno e dunque porta a un'ambivalenza emotiva, a una tensione tra due poli opposti. In questa tensione, si inserisce il desiderio individuale e interiore di trasgredire amato o temuto; il desiderio non è dunque eliminato dal ripugno o proibizione esterna, ma è solo represso, soffocato e disincentivato. Il desiderio può infine portare a compiere un atto di trasgressione. Il piede è dunque un tabù.
 
L'abietto nella teoria psicologia di [[Julia Kristeva]] (1980)<ref>{{Cita libro|lingua=en|autore=Julia Kristeva|traduttore=Leon S. Roudiez|titolo=Powers of Horror. An Essay on Abjection|url=https://www.thing.net/~rdom/ucsd/Zombies/Powers%20of%20Horror.pdf|formato=PDF|anno=1982|editore=Columbia University Press|città=New York}}</ref> indica una parte intima della propria identità, corpo o ordine sociale ma che è ritenuta estranea, aliena, disturbante e minacciosa rispetto a essa. Pertanto, per difesa dell’identità viene espulsa, gettata via, separata e allontanata. La stessa parola "abietto" deriva dal [[Lingua latina|latino]] ''"ab iacere",'' cioè "gettare via da sé". Un esempio è l'urina: è parte di sé perché è prodotta dal proprio corpo, ma dopo che si espelle con la minzione non viene conservata ma viene abbandonata (e.g., tirare lo sciacquone). Anche i cadaveri di persone amate vengono seppelliti (anche) per abiezione, una volta deceduti. Infine, soggetti come i senzatetto e i tossicodipendenti sono visti come abietti e tenuti al margine della società da chi non li include. Bataille già citava un concetto molto simile di corpo estraneo ma lo chiamava "l'eterogeneo", in contrapposizione al corpo interno, "l'omogeneo"; il rifiuto/scarto di questo corpo estraneo viene detto da Bataille ''"déchet"''. Secondo la teoria di Kristeva, dunque il piede è parte del proprio corpo ma viene percepito come un corpo disturbante ed è una parte abietta (e.g., perché è sporco, basso, umile, una sorta di "brutta mano" o perché simbolizza la fine dei più alti ideali umanistici o perché può essere oggetto di sguardi perché esteticamente gradevole); pertanto, nei soggetti affetti da podofobia (paura irrazionale dei piedi) avviene un'espulsione simbolica, mentale e psicologica dal proprio corpo siccome i piedi non si possono amputare (cioè separare fisicamente) per desiderio di proteggere il proprio corpo e la propria identità. Il rifiuto avviene evitando di vederli e toccarli, coprendoli con calze e scarpe, evitando di frequentare luoghi come negozi di scarpe, spiagge e piscine e con la depersonalizzazione (i piedi sono indicati con espressioni come "quei cosi lì" perché trattati come oggetti estranei e parti del corpo "mutilate" a parole); il rifiuto si può anche proiettare sui piedi altrui.
 
Il sacro (o "mistero tremendo e affascinante", ''mysterium tremendum et fascinans)'' nella teoria [[Teologia|teologica]] e psicologica di [[Rudolf Otto]] (1917)<ref>{{Cita libro|autore=Rudolf Otto|traduttore=Ernesto Buonaiuti|titolo=Il sacro. L'irrazionale nell'idea del divino e la sua relazione al razionale|url=https://archive.org/details/ottoilsacro|anno=1966|editore=Feltrinelli|città=Milano}}</ref> è un'esperienza ambivalente e irrazionale che si colloca nello spazio liminale tra venerazione e di orrore, di attrazione e repulsione, di riverenza e terrore, di ''tremendum'' e ''fascinans''. L'oggetto che scatena il sacro è detto "il [[Totalmente Altro]]" o "[[Numinoso|entità numinosa]]", dove "nume" deriva presumibilmente dal latino arcaico ''"noumen"'' e indicava il potere divino; siccome il sacro ha una sua alterità/diversità forte rispetto a tutte le altre esperienze e non può essere compreso razionalmente perché incommensurabile, l’oggetto è detto dunque "mistero". Il piede dunque è un'entità numinosa che scatena l'esperienza del sacro ed è un mistero; è tremendo perché comunica alcuni significati negativi (e.g., dominio, sporco, umiltà, bassezza, il dolore delle scarpe, lo stato di natura, una parte del corpo su cui vige il divieto sociale di esposizione) contrapposti al fascino che scaturisce dal divieto sociale e da alcune sue caratteristiche (e.g., la sensualità dei dimorfismi nei piedi femminili, l'uso di gioielli, l'esibizione dei piedi nudi come rimando tenue al nudo classico, la rimozione di scarpe e/o calze come rimando all’intimità e alla denudazione). Il pensiero di Otto è comunque più elaborato, siccome aggiunge che l'entità numinosa è alla base di ogni religione. Inoltre, parla anche delle reliquie come un oggetti "sacri" che permettono l'esperienza estatica di entrare in contatto con il sacro e l'infinito, oltre la logica, la biologia e la dimensione terrena e ordinaria; la reliquia è un oggetto concreto, dunque descrivibile con i sensi, ma la sua dimensione sacra è separata da quella immediatamente tangibile/materiale ed è difficile da cogliere e afferrare, come se ci fosse una cortina di fumo davanti che separa la piena comprensione dai soggetti (questa dimensione non si rivela pienamente e i soggetti non riescono a vederla interamente). La reliquia è paragonabile alle statue di idoli e feticci di alcune popolazioni primitive. Per parallelismo, il piede è alla base del più comune feticismo dei piedi e si sostanzia in rituali che usano il piede come idolo o reliquia simbolicamente separata dal resto del corpo per un’esperienza estatica e trascendente (tipicamente interpretata come a sfondo sessuale e intimo siccome si ricava eccitazione e piacere sessuale e siccome è spesso presente un contatto fisico e intimo con una parte del corpo). Questa trascendenza però contraddice la teoria di Bataille, per cui ogni trascendenza è resa impossibile dalla terrenità, fisicità e carnalità dell'Uomo, ben simbolizzata dai piedi.
 
==== Il carnevalesco (Bakhtin) e il freak ====
{{Vedi anche|Mikhail Bakhtin|Carnevale|Fenomeni da baraccone}}
[[File:Nicolas Poussin - Bacchanal before a Statue of Pan - WGA18284.jpg|thumb|Nicolas Poussin - A Bacchanalian Revel Before a Term of Pan (1632–1633)]]
Un altro concetto correlato da Bataille all'inter-repulsione è quella del "[[carnevalesco]]" di [[Michail Michajlovič Bachtin|Mikhail Bakhtin]]. Il carnevalesco è un sentimento di ribaltamento delle gerarchie e di sospensione delle norme sociali che avveniva nel [[Carnevale]], una festa in cui il mondo era alla rovescia: in quest'antica festa, ad esempio i padroni servivano i servi. Questa festa sovversiva si è originata a partire dai [[saturnali]] romani e dalle [[Dionisie|dionìsie]] greche, dunque feste pagane in cui gli istinti viscerali del corpo e della carne venivano celebrati; una festa arcaica simile era quella dei [[Baccanale|baccanali]]. Nel carnevale stesso, è normale indulgere nel consumo di alcol e dolci. Inoltre, la parola "Carnevale" deriva dal [[Lingua latina|latino]] ''"carnem levāre",'' che è traducibile sia come "togliere/levare la carne" (in vista della [[Quaresima]], appena prima della [[Pasqua]]) che "elevare la carne"; un suo antico sinonimo, "Carnesciale", deriva dal latino ''"carnem laxāre"'', cioè "rilasciare la carne". A partire dal [[Carnevale di Venezia]], si sono aggiunte anche le maschere, a volte deformi. Ebbene, secondo Bataille, l'inter-repulsione è legato al ribaltamento tra nobiltà e ignobiltà, nello spirito del Carnevale: cioè che è ignobile, basso e profano diventa nobile, alto e sacro ed è infine apprezzato a seguito di uno spasmo, di un superamento del disgusto. L'oggettoDunque, dello desideriospirito (e.g.,delle ilfotografie piede)degli vienealluci apprezzatoin dopoprimo unpiano, momentomescolando dila fusionebassezza traalla dolorenobiltà econferita piacere,dall'inquadratura dunquein dopoprimo unpiano momentoe didalla sublimitàcuriosità (nele sensodesiderio intesofeticistici, daè di tipo [[EdmundGrottesca|grottesco]] Burkee [[Rabelais|rabelaisiano]],<ref 1757)name=":68" e/> alla("grottesco" parisi riferisce ad affreschi di unfigure freakmostruose o in metamorfosi, unmentre [[Fenomeni"rabelaisiano" dasi baraccone|fenomenoriferisce daalle baraccone]]caratteristiche checomiche pere laparadossali suadei deformitàracconti provocadello alloscrittore). stessoIn temposenso disgustocarnevalesco, ela risonobiltà supera la bassezza del soggetto inquadrato, disagioper cui quest'ordine gerarchico e attrazioneestetico viene ribaltato. UnaAnche qualunquelo risataslittamento (inversione di gerarchia e posizione della testa e piede) è dunque ambiguacarnevalesco.<ref name=":68" />
 
L'oggetto del desiderio (e.g., il piede) viene apprezzato dopo un momento di fusione tra dolore e piacere, dunque dopo un momento di sublimità (nel senso inteso da [[Edmund Burke]], 1757) e alla pari di un freak, un [[Fenomeni da baraccone|fenomeno da baraccone]] che per la sua deformità provoca allo stesso tempo disgusto e riso, disagio e attrazione. Una qualunque risata è dunque ambigua.<ref name=":68" />
Infine, secondo Bataille, l'intero corpo umano è un freak, siccome nel suo pensiero lo riduce a un semplice cilindro con due orifizi, la cavità orale e la cavità anale; in questa visione scevra di ogni idealismo, è una sorta di macchina che fagocita e evacua/"scarica" ''(décharge),'' per cui la visione è intrinsecamente orrenda, ignobile, sporca ma anche ridicola. Per parallelismo, il piede suscita la stessa sensazione e, nei feticisti, è apprezzato a seguito dello spasmo/inter-repulsione.<ref name=":68" />
 
Infine, secondo Bataille, l'intero corpo umano è un freak, siccome nel suo pensiero lo riduce a un semplice cilindro con due orifizi, la cavità orale e la cavità anale; in questa visione scevra di ogni idealismo e che pone al centro gli orifizi del corpo rispetto a ogni altra parte come la testa, èil corpo umano e dunque la dimensione fisica e carnale dell'Uomo consiste in una sorta di macchina che fagocita e evacua/"scarica" ''(décharge),'' perin cuipreda alle pulsioni fisiche (e.g., di mangiare, scaricarsi, vomitare, sputare, tossire, ecc.); la visione è intrinsecamente orrenda, ignobile, sporca ma anche ridicola. Per parallelismo, il piede suscita la stessa sensazione e, nei feticisti, è apprezzato a seguito dello spasmo/inter-repulsione.<ref name=":68" />
 
==== Simbolismo sesso-sporco e la trasgressione ====
[[File:Naked Feet (3614115861).jpg|thumb|I piedi sporchi possono eccitare probabilmente a causa di un nesso simbolico tra lo "sporco" e il "sesso" o perché la loro raffigurazione non idealizzata ha il fascino della libertà di trasgredire o di un mondo primordiale]]
Secondo un articolo del [[Cosmopolitan (periodico)|Cosmopolitan]], il fatto che i piedi siano tendenzialmente sporchi li renderebbe eccitanti a causa di un nesso simbolico tra lo "sporco" e il "sesso".<ref name=":32" />
Secondo un articolo del [[Cosmopolitan (periodico)|Cosmopolitan]], il fatto che i piedi siano tendenzialmente sporchi li renderebbe eccitanti a causa di un nesso simbolico tra lo "sporco" e il "sesso".<ref name=":32" /> Inoltre, questa raffigurazione contrasta con le raffigurazioni idealizzate dei piedi nella [[Storia dell'arte|Storia dell'Arte]]: in particolare nei quadri dell'[[Età vittoriana]], i piedi femminili che rimandavano in modo tenue e morbido al nudo femminile classico erano sempre puliti, puri e innocenti, immacolati, incontaminati, eleganti e idealizzati/non autentici, eccetto in alcuni casi in cui venivano raffigurate donne povere (e.g., orfanelle, pastorelle e contadine, venditrici ambulanti e zingarelle). Nonostante le opere rimandassero a un periodo arcaico e più primitivo (e.g., [[età classica greco-romana]], [[Età dell'oro|età dell'oro utopica]], mondo [[bucolico]] e [[Arcadia (poesia)|arcadico]] e [[stato di natura]]) poi idealizzato in cui le persone potevano anche non indossare i calzari, i piedi erano comunque raffigurati come immacolati nonostante il contatto con il terreno. Pertanto, era come se non fossero mai veramente a contatto con il terreno, per cui un velo di bellezza idealizzata copriva ogni traccia di realtà. Degli studi possono dunque chiarire se la visione atipica e anticonvenzionale di un piede insudiciato, grezzo, crudo, primitivo, autentico, profano, degradante, contaminato e "impuro" può dare una scarica emotiva di eccitazione. Infatti, questa visione e raffigurazione è una trasgressione a una norma sociale e artistica, la fine di una perfezione tanto eterea quanto sterile, la sfida di una convenzione, la rottura di un'aspettativa, la violazione di un divieto, il superamento di una proibizione, l'oltrepassamento di una barriera e una ricerca e raggiungimento del proibito oltre che il raggiungimento un potere decisionale e di una libertà di agire, auto-determinarsi, creare e dominare prima precluse. L'atto di violare un divieto in questo contesto può provocare piacere nella persona che lo fa ma anche nell'osservatore; ad esempio, un feticista dei piedi potrebbe provare piacere nel vedere una donna che esibisce intenzionalmente i piedi insozzati (e dunque lontani dall'estetica classica e vittoriana) siccome è un atto di sovversione, non-passività, presa di potere e dominio della donna. Come ultima spiegazione, siccome i soggetti nei dipinti rimandano a un'epoca arcaica e più primitiva, l'esibizione dei piedi nudi in più sporchi potrebbe rimandare a uno stato primordiale e bucolico privo di molte convenzioni limitanti e idealizzazioni, meno astratto e più materiale, più istintivo e selvaggio, senza filtri e censure, libero e in cui le esperienze sono più autentiche.
 
Secondo un articolo del [[Cosmopolitan (periodico)|Cosmopolitan]], il fatto che i piedi siano tendenzialmente sporchi li renderebbe eccitanti a causa di un nesso simbolico tra lo "sporco" e il "sesso".<ref name=":32" /> Inoltre, questa raffigurazione contrasta con le raffigurazioni idealizzate dei piedi nella [[Storia dell'arte|Storia dell'Arte]]: in particolare nei quadri dell'[[Età vittoriana]], i piedi femminili che rimandavano in modo tenue e morbido al nudo femminile classico erano sempre puliti, puri e innocenti, immacolati, incontaminati, eleganti e idealizzati/non autentici, eccetto in alcuni casi in cui venivano raffigurate donne povere (e.g., orfanelle, pastorelle e contadine, venditrici ambulanti e zingarelle). Nonostante le opere rimandassero a un periodo arcaico e più primitivo (e.g., [[età classica greco-romana]], [[Età dell'oro|età dell'oro utopica]], mondo [[bucolico]] e [[Arcadia (poesia)|arcadico]] e [[stato di natura]]) poi idealizzato in cui le persone potevano anche non indossare i calzari, i piedi erano comunque raffigurati come immacolati nonostante il contatto con il terreno. Pertanto, era come se non fossero mai veramente a contatto con il terreno, per cui un velo di bellezza idealizzata copriva ogni traccia di realtà. Degli studi possono dunque chiarire se la visione atipica e anticonvenzionale di un piede insudiciato, grezzo, crudo, primitivo, autentico, profano, degradante, contaminato e "impuro" può dare una scarica emotiva di eccitazione. Infatti, questa visione e raffigurazione è una trasgressione a una norma sociale e artistica, la fine di una perfezione tanto eterea quanto sterile, la sfida di una convenzione, la rottura di un'aspettativa, la violazione di un divieto, il superamento di una proibizione, l'oltrepassamento di una barriera e una ricerca e raggiungimento del proibito oltre che il raggiungimento un potere decisionale e di una libertà di agire, auto-determinarsi, creare e dominare prima precluse. L'atto di violare un divieto in questo contesto può provocare piacere nella persona che lo fa ma anche nell'osservatore; ad esempio, un feticista dei piedi potrebbe provare piacere nel vedere una donna che esibisce intenzionalmente i piedi insozzati (e dunque lontani dall'estetica classica e vittoriana) siccome è un atto di sovversione, non-passività, presa di potere e dominio della donna. Come ultima spiegazione, siccome i soggetti nei dipinti rimandano a un'epoca arcaica e più primitiva, l'esibizione dei piedi nudi in più sporchi potrebbe rimandare a uno stato primordiale e bucolico privo di molte convenzioni limitanti e idealizzazioni, meno astratto e più materiale, più istintivo e selvaggio, senza filtri e censure, libero e in cui le esperienze sono più autentiche.
 
Come ultima spiegazione, siccome i soggetti nei dipinti rimandano a un'epoca arcaica e più primitiva, l'esibizione dei piedi nudi in più sporchi potrebbe rimandare a uno stato primordiale e bucolico privo di molte convenzioni limitanti e idealizzazioni, meno astratto e più materiale, più istintivo e selvaggio, senza filtri e censure, libero e in cui le esperienze sono più autentiche.
 
=== Teoria del trauma ===