Capo d'Orlando: differenze tra le versioni
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I secoli successivi, segnatamente il XVIII e l'inizio del XIX, sono anni di lunghe e dannose alluvioni, che spingono i conti d'Amico, antichi proprietari del latifondo, a cederne la proprietà al Comune di [[Naso (Italia)|Naso]]. Le alluvioni sono però occasione di nuova fortuna per Capo d'Orlando: per effetto dell'azione del mare nasce una pianura molto fertile, e le filande - attive già dal XV secolo in contrada Malvicino insieme alla coltura della canna da zucchero - vivono una fase di sviluppo. Capo d'Orlando affianca dunque le coltivazioni all'attività dei pescatori, e per proteggere il centro dalle scorribande dei pirati e sfruttare le nuove risorse i baroni di Naso realizzano una torre fortificata e un trappeto per lavorare lo zucchero.
Nello stesso periodo, nella zona di San Gregorio nasce una tonnara: è così che Capo d'Orlando - e più nello specifico il borgo marinaro di San Gregorio, vero cuore pulsante del paese fino alla fine del XIX secolo - raggiunge una forte indipendenza economica e inizia a crescere demograficamente, anche per effetto del completamento, nel [[1895]], della ferrovia che attraversa il centro e delle statali 113 [[Messina]]-[[Palermo]] e 116 Capo d'Orlando-[[Randazzo]]. A cavallo fra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo iniziano così le agitazioni popolari per rivendicare l'autonomia da Naso, che ormai ha la stessa rilevanza economica e demografica della frazione e per tenere l'avamposto a mare concede porzioni di territorio agli orlandini.
== Antonino Mancari, detto Nino, si appassionò alla causa dell'Autonomia insieme al fratello maggiore padre Giuseppe Mancari e all’avvocato Luigi Letizia. Le riunioni si tenevano presso la casa dell’avvocato Letizia. In particolare Luigi Letizia e Nino Mancari portarono avanti le richieste al Comune di Naso e interagirono attivamente con la giunta comunale e la Prefettura di Messina.
Il 28 dicembre 1908 perirono entrambi nel terremoto di Messina, dove si erano recati per consegnare al Prefetto dei documenti di interesse della frazione di Capo d’Orlando inerenti al miglioramento dei servizi della borgata, ed in particolare del Piano Fiera e dell’Acquedotto. Scomparso Nino, suo fratello Ernesto ereditò in pieno tale impegno. L'Arciprete Padre Giuseppe Mancari, rettore del Santuario di Maria Santissima di Capo d’Orlando, fu tra i primi fondatori del Circolo l’Avvenire- Società di mutuo soccorso di Capo d’Orlando, di cui divenne anche presidente e a cui aderirono commercianti, artigiani, contadini, pescatori e alcuni notabili del borgo interessati all’autonomia.
Nel 1909 padre Giuseppe Mancari si rese promotore della proposta di costituzione del Comitato Pro-Interessi di Capo d’Orlando.
Nel 1919, su iniziativa di Ernesto Mancari, a mezzo pubblica sottoscrizione, venne costituito il Comitato di agitazione, come si evince da un ordine del giorno del 21 settembre 1919 del Sodalizio Società Mutuo Soccorso, per “supportare il programma di redenzione in pro del nostro paese”.
Il 13 aprile del 1919 Ernesto Mancari aveva già costituito presso la propria abitazione il Comitato per dare l’Autonomia a Capo d’Orlando, recante 14 firme di abitanti della Frazione ai quali, negli anni successivi, si unirono anche Micale Cono Alberti, segretario del P.N.F. locale, Basilio Conforto, Francesco Mollica (dal 28 marzo 1926 notabile coadiutore del commissario prefettizio) e Paolo Paparone. Queste persone diedero un importante apporto nella conquista dell’Autonomia comunale, affiancando concretamente Ernesto Mancari. Francesco Mollica musicò il nuovo inno della Cittadina di Capo d’Orlando.
L’avv. Ernesto Mancari, quale presidente dell’Associazione Nazionale Combattenti, Federazione Provinciale di Messina, Sezione di Capo d’Orlando, in data 10 ottobre 1919, dà inizio ad una intensa attività di rivendicazioni presso la Prefettura di Messina mediante una lettera – appello per la realizzazione (e miglioramento) di opere pubbliche nella frazione di Capo d’Orlando (cimitero, acquedotto, scuole, strade, delegazione municipale), che oramai era una località in forte espansione; infatti insieme alle contrade di San Martino, Scafa, San Gregorio e Piana superava già i 5.000 abitanti.
Il 30 maggio 1920 in seno al Comitato Pro Interessi, sotto la presidenza di Ernesto Mancari, viene deliberato di insistere presso la Prefettura di Messina per la realizzazione dei servizi essenziali nella frazione e per l’invio di un Regio Commissario presso il Comune di Naso.
Il 6 aprile 1921 Ernesto Mancari, dimessosi da assessore e da consigliere comunale al Comune di Naso, in un volantino ai cittadini rilancia l’Autonomia in modo che Capo d’Orlando “possa pensare a sé stessa, incitando ad alzare la bandiera dell’Indipendenza e dell’Autonomia”.
In data 23 luglio 1922, in piazza Duca degli Abruzzi, dove erano convenuti i rappresentati del borgo di Capo d’Orlando e delle contrade circostanti, l’avv. E. Mancari offrì a Basilio Conforto la presidenza del Comitato Pro Autonomia, incarico accettato allo scopo di tenere viva nelle contrade l’aspirazione popolare e per contenere il vigoroso fervore dell’Apostolo dell’Autonomia, come lo stesso ebbe a dichiarare con riferimento a Ernesto Mancari.
[[File:Foto_Ricordo_Roma.jpg|miniatura|Foto ricordo a Roma, in uno dei passaggi per ottenere l’autonomia con: da in alto a sinistra in piedi Ernesto Mancari e Cono Micale Alberti, quindi da sinistra in basso Francesco Mollica, Basilio Conforto e Paolo Paparone.]]
Il 18 settembre 1922 il Comitato Pro Autonomia in una lettera a firma del presidente Basilio Conforto, scrive all’on. Faranda per perorare la causa dell’Autonomia di Capo d’Orlando, rappresentando che non ci sarebbe stata nessuna possibilità di accordo con il capoluogo. In data 8 ottobre 1922, in una lettera del Comitato Pro Autonomia firmata da Ernesto Mancari, inviata al Ministero degli interni, si chiedeva che venisse inviato a Naso un Regio Commissario per lo scioglimento del Consiglio comunale.
Il 28 ottobre 1922, in un’altra lettera del Comitato Pro Autonomia firmata dall’avv. Ernesto Mancari ed inviata al Commissario Prefettizio di Naso, si sollecitano interventi in attesa della definizione della questione dell’Autonomia.
Il 4 giugno 1923, il Regio Commissario di Naso scrive al Prefetto di Messina per informarlo che “un gruppo del Borgo di Capo d’Orlando, dominati da un certo avv. E. Mancari, si sono costituiti in comitato Pro Autonomia”.
Lo stesso Prefetto l’8 maggio 1924 esprime parere perché sulla richiesta di Autonomia sia tenuta presente la volontà della popolazione.
Il 30 settembre 1924 Ernesto Mancari scrive al Prefetto di Messina:
- “Quale rappresentante della frazione di Capo d’Orlando nella nota vertenza del capoluogo Naso per la costituzione del nuovo Comune di Capo d’Orlando, e facendo seguito e riferendomi a quanto è esposto nel pro-memoria alla S.V. Ill.ma presentato dal sottoscritto, dal presidente del Comitato e dal segretario del P.N.F. di Capo d’Orlando, chiedo venga sancita l’Autonomia di Capo d’Orlando”.
Costituito il Comune di Capo d’Orlando con legge 1170 del 25 giugno 1925, il municipio venne inaugurato il 27 settembre del 1925. Dal mese di novembre la sua gestione venne affidata all’avvocato Ernesto Mancari, dapprima come Commissario prefettizio e successivamente, dal 3 aprile 1927 e fino alle sue dimissioni del 1931, in qualità di podestà.
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
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