Gallicano (Italia): differenze tra le versioni

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== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Castello ===
{{D|castello di Gallicano}}
 
=== Architetture religiose ===
Il castello di Gallicano, venne edificato probabilmente con i primi insediamenti feudali, anche se non è da escludere una prima fortificazione romana, vista la presenza della [[via Clodia Nova]]. Comunque l'incursione lucchese del 1170, conferma l'esistenza di un primo “Castrum” che dopo la prima distruzione verrà ricostruito e nuovamente danneggiato nel 1370. A questo punto il castello inizierà un percorso di rafforzamento che grazie, ad una serie di ampliamenti di notevoli entità, lo trasformerà in una fortezza. Dopo la distruzione del 1370 che comportò l'abbattimento del mastio, i lucchesi iniziarono a ricostruirlo e a rafforzarne le difese; infatti nella Bolla d'Oro di [[Carlo V]] (1376) troviamo citato il “Castrum Gallicani”. Il castello sorgeva intorno alla chiesa, e a questa rapida ricostruzione seguì un ulteriore intervento ai primi del Quattrocento durante la Signoria di Paolo Guinigi. Non si conosce con certezza il periodo della sua trasformazione in fortezza, ma in alcune mappe tardo medievali, il castello appare circondato, da una seconda cinta muraria semi quadrangolare, difesa da ben 11 torri. Comunque nel 1485 la popolazione di Gallicano ottenne l'autorizzazione ad abbattere la Pieve, collocata fuori dal castello, per poter costruire un nuovo mastio (un torrione) all'interno del castello, dentro il quale verrà anche edificata la nuova chiesa. Le tracce di questa ultima edificazione, ancora oggi sono ben visibili intorno alla [[Pieve di San Jacopo]], mentre della seconda cinta muraria (di quasi 1500 metri di lunghezza) restano solamente piccole tracce, difficilmente individuabili, inglobate oramai nelle abitazioni costruite dopo il ‘700. Al tempo delle guerre con gli estensi, la Repubblica di Lucca punì con pene severe (era previsto anche il carcere a vita), per chiunque avesse aperto un varco di qualsiasi dimensione nelle mura del castello.
 
===== Chiesa di San Jacopo =====
{{vedi anche|Chiesa di San Jacopo (Gallicano)}}
 
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La Pieve di [[Giacomo il Maggiore|San Jacopo]], venne edificata fra le mura del castello intorno al XV secolo per sostituire la vecchia Pieve, fondata prima del "mille" e intitolata ai Santi Cassiano e [[Giovanni Battista]]. Uno dei primi documenti che attestano l'esistenza della chiesa di San Jacopo, riguarda il presbitero Leopardo, che nel 1285, insieme ad altri due presbiteri, si appellarono al vescovo in veste di procuratori del clero e delle chiese della [[Garfagnana]], per una tassa impostagli dalla Repubblica di Lucca. Durante la guerra fra Lucca e gli eredi di Castruccio, che coinvolse il castello di Gallicano, la chiesa risultò violata e alla cacciata dei ribelli dovette essere riconsacrata nuovamente. Nel 1390 il vescovo di [[Lucca]] Giovanni III, la elevò al ruolo di Pieve.
 
===== Chiesa di San Giovanni Battista =====
 
Una prima chiesa, secondo la tradizione fondata da san Frediano, documentata almeno dall'845, era intitolata a san Cassiano e sorgeva in località Guerri. Nel XIV secolo la pieve fu trasferita nel borgo ma fu ridotta ad un più piccolo oratorio realizzato utilizzando una parte del materiale edile recuperato dall'abbattimento della vecchia Pieve. Di questo periodo rimangono due monofore strombate all'esterno<ref>Marco Frati, ''Scrigni di pietra. Edifici religiosi nella valle del Serchio tra XI e XIV secolo'', in ''Arte nella Valle del Serchio. Tesori in Garfagnana e Mediavalle dall'Alto Medioevo al Novecento'', Lucca, 2018, pag. 27.</ref>. La chiesa di [[San Giovanni Battista]] venne riedificata nel 1486 per volere di [[Domenico Bertini]], segretario apostolico di [[papa Niccolò V]], il cui motto «UT VIVAM VERA VITA» si legge nell'epigrafe sulla facciata della chiesa<ref>Claudio Casini, ''La scultura dalla seconda metà del Quattrocento al Settecento'', in ''Arte nella Valle del Serchio. Tesori in Garfagnana e Mediavalle dall'Alto Medioevo al Novecento'', Lucca, 2018, pag. 161.</ref>. La chiesa conserva un ''Crocifisso'' del tipo 'doloroso' attribuibile al [[Maestro del crocifisso di Camaiore]], un seguace di [[Giovanni Pisano]] in cui è, rispetto al maestro, la mancanza di un'organica concezione del corpo e un'espressività meno accesa<ref>Stefano Martinelli, ''La scultura dal Duecento alla metà del Quattrocento'', in ''Arte nella Valle del Serchio. Tesori in Garfagnana e Mediavalle dall'Alto Medioevo al Novecento'', Lucca, 2018, pag. 115.</ref>.
 
===== Chiesa di Santa Maria =====
 
{{vedi anche|Chiesa di Santa Maria (Gallicano)}}
La scarsa documentazione al riguardo, non permette di conoscere le origini e gran parte della storia della chiesa di Santa Maria. L'attuale fabbrica ad una navata, è il frutto di una ristrutturazione avvenuta nel 1763, ma analizzando la struttura, soprattutto dal lato posto a levante, appare evidente l'utilizzo, di tre diversi tipi di materiale da costruzione. A ridosso dell'abside, per un piccolo tratto, sono ben visibili le classiche pietre (marmi), utilizzate nelle fabbriche medievali, che possono indicare la presenza di un primitivo oratorio, dalle modeste dimensioni, al quale venne poi aggiunta una piccola torretta per sostenere la campana, realizzata, quest'ultima con pietre delle stesse dimensioni più o meno, ma di diverso materiale, come ad indicare una successiva epoca. Tipologia di pietra, riproposta anche nella facciata, ma non nel tratto compreso fra la stessa e la parte più antica, dove vengono utilizzate, pietre di piccole dimensioni, che danno l'impressione di una successiva riparazione.
 
===== Chiesa di Sant'Andrea =====
 
La chiesa di [[Sant'Andrea]] fu edificata intorno al XII secolo al di fuori del castello e della seconda cinta muraria, lungo la via diretta nell'impervia valle della Torrite di Gallicano, importante via di comunicazione, in grado di collegare il fondovalle con i borghi di Verni e Trassilico, gli antichi castelli medievali, prima amici e poi nemici della Gallicano lucchese. Della fase più antica rimane il fianco destro in cui è una monofora con archivolto conico<ref>Marco Frati, ''Scrigni di pietra. Edifici religiosi nella valle del Serchio tra XI e XIV secolo'', in ''Arte nella Valle del Serchio. Tesori in Garfagnana e Mediavalle dall'Alto Medioevo al Novecento'', Lucca, 2018, pag. 27.</ref>, mentre il resto della fabbrica risale al Trecento.
 
===== Chiesa di Santa Lucia =====
 
La chiesa di [[Santa Lucia]] venne fondata in epoca imprecisata (probabilmente tra XI e XII secolo) lungo il percorso dell'antica via Clodia Nova, a poca distanza dall'ingresso del castello e dell'ubicazione della primitiva Pieve dei SS.Giovanni e Cassiano. Al tempo del Marchesato di Matilde di Canossa, questa piccola chiesa, aveva annesso anche un monastero sottoposto all'[[Abbazia di Frassinoro]], privilegio che l'Imperatore [[Federico Barbarossa]], nel 1164, riconfermerà a Willelmo allora abate di Frassinoro. L'attuale fabbrica ad una navata, venne realizzata probabilmente intorno al XII secolo, ma a causa di un terremoto nel 1721 fu necessario ristrutturarla.
 
===== AltroCappella di S. Rocco =====
'''La Cappella di S. Rocco'''cappella, situata all'inizio di via Cavour è di fattura molto antica visto che le prime notizie storiche risalgono al 1528.
'''Il monumento ai caduti''', opera dello scultore lucchese Francesco Petroni, fu solennemente inaugurato il 15 ottobre 1926.
Il monumento è collocato in un piccolo giardino tra via IV Novembre e la piazza della posta. Eretto in memoria dei Caduti della prima guerra mondiale, è ospitato all'interno di un piccolo recinto monumentale.
Si tratta di una colonna sovrastata da una statua rappresentante la Patria. La statua di Italia, in marmo bianco, sostiene nella mano destra spada e scudo con stemma, e sorregge, nella mano sinistra, una sfera sormontata da una piccola vittoria alata bronzea.
La colonna poggia su un basamento sul quale, su ogni lato, compare il motivo ricorrente delle due spade con l'impugnatura di leone e aquila che incorniciano rispettivamente: una “lupa capitolina” sul versante sinistro; il “genius loci” sul lato destro.
Sul fronte del basamento compaiono due putti ai lati di un elmetto che sormonta un'ara, mentre sul retro si osserva solo il motivo delle due spade.
Il monumento ha un contenuto fortemente simbolico e patriottico: l'immagine della patria vittoriosa è rafforzata anche dalla scritta, sulle facce del basamento “Italia Renovat Triumphos Romanos”, mentre i due putti effigiati sul basamento simboleggiano le nuove generazioni che onorano i martiri caduti per la grandezza e libertà d'Italia.
Emblematico è anche il richiamo al gallo dello stemma cittadino.
 
'''La Cappella di S. Rocco''', situata all'inizio di via Cavour è di fattura molto antica visto che le prime notizie storiche risalgono al 1528.
Nel 1911, come si rileva da una targa alla base dell'opera, fu posto sull'altare un tondo in marmo all'interno del quale fu collocatu bassorilievo in bronzo dello scultore gallicanese Guido Cheli.
Le fontane ai lati con relative pile marmoree sono simili a quelle della "fonte pubblica di via Cavour" e furono qui collocate probabilmente nella prima metà dell'Ottocento. In un primo tempo venivano alimentate da una sorgente naturale poi sostituita dall'acquedotto comunale.
Una curiosa tradizione vuole che chi beve l'acqua di S. Rocco è destinato a tornare a Gallicano.
 
===== Chiese delle frazioni =====
'''Il palazzo comunale''', situato nelle vie del centro storico, ospita sotto il proprio loggiato un tondo di ceramica raffigurante la Madonna col Bambino.
 
La* [[Chiesa di San Genesio (Gallicano)|Chiesa di San Genesio]] a Cardoso, edificio sacro realizzato nel medioevo.
* [[Trassilico|Chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Trassilico]]
 
=== Architetture civili ===
 
===== Castello =====
{{D|castello di Gallicano}}
 
Il castello di Gallicano, venne edificato probabilmente con i primi insediamenti feudali, anche se non è da escludere una prima fortificazione romana, vista la presenza della [[via Clodia Nova]]. Comunque l'incursione lucchese del 1170, conferma l'esistenza di un primo “Castrum” che dopo la prima distruzione verrà ricostruito e nuovamente danneggiato nel 1370. A questo punto il castello inizierà un percorso di rafforzamento che grazie, ad una serie di ampliamenti di notevoli entità, lo trasformerà in una fortezza. Dopo la distruzione del 1370 che comportò l'abbattimento del mastio, i lucchesi iniziarono a ricostruirlo e a rafforzarne le difese; infatti nella Bolla d'Oro di [[Carlo V]] (1376) troviamo citato il “Castrum Gallicani”. Il castello sorgeva intorno alla chiesa, e a questa rapida ricostruzione seguì un ulteriore intervento ai primi del Quattrocento durante la Signoria di Paolo Guinigi. Non si conosce con certezza il periodo della sua trasformazione in fortezza, ma in alcune mappe tardo medievali, il castello appare circondato, da una seconda cinta muraria semi quadrangolare, difesa da ben 11 torri. Comunque nel 1485 la popolazione di Gallicano ottenne l'autorizzazione ad abbattere la Pieve, collocata fuori dal castello, per poter costruire un nuovo mastio (un torrione) all'interno del castello, dentro il quale verrà anche edificata la nuova chiesa. Le tracce di questa ultima edificazione, ancora oggi sono ben visibili intorno alla [[Pieve di San Jacopo]], mentre della seconda cinta muraria (di quasi 1500 metri di lunghezza) restano solamente piccole tracce, difficilmente individuabili, inglobate oramai nelle abitazioni costruite dopo il ‘700. Al tempo delle guerre con gli estensi, la Repubblica di Lucca punì con pene severe (era previsto anche il carcere a vita), per chiunque avesse aperto un varco di qualsiasi dimensione nelle mura del castello.
 
===== Il Palazzo Comunale =====
'''Il palazzo comunale''', situato nelle vie del centro storico, ospita sotto il proprio loggiato un tondo di ceramica raffigurante la ''Madonna col Bambino''.
In epoca medievale, era sede del corpo di guardia.
 
===== Il Monumento ai Caduti =====
La [[Chiesa di San Genesio (Gallicano)|Chiesa di San Genesio]], edificio sacro realizzato nel medioevo.
IlOpera dello scultore lucchese Francesco Petroni, il monumento èfu solennemente inaugurato il 15 ottobre collocato1926, in un piccolo giardino tra via IV Novembre e la piazza della posta. Eretto in memoria dei Caduti della prima guerra mondiale, è ospitato all'interno di un piccolo recinto monumentale.
Si tratta di una colonna sovrastata da una statua rappresentante la Patria. La statua di Italia, in marmo bianco, sostiene nella mano destra spada e scudo con stemma, e sorregge, nella mano sinistra, una sfera sormontata da una piccola vittoria alata bronzea.
La colonna poggia su un basamento sul quale, su ogni lato, compare il motivo ricorrente delle due spade con l'impugnatura di leone e aquila che incorniciano rispettivamente: una “lupa capitolina” sul versante sinistro; il “genius loci” sul lato destro.
Sul fronte del basamento compaiono due putti ai lati di un elmetto che sormonta un'ara, mentre sul retro si osserva solo il motivo delle due spade.
Il monumento ha un contenuto fortemente simbolico e patriottico: l'immagine della patria vittoriosa è rafforzata anche dalla scritta, sulle facce del basamento “Italia Renovat Triumphos Romanos”, mentre i due putti effigiati sul basamento simboleggiano le nuove generazioni che onorano i martiri caduti per la grandezza e libertà d'Italia.
Emblematico è anche il richiamo al gallo dello stemma cittadino.
 
'''===== La fonteFonte pubblica di via Cavour''', =====
situata all'interno dell'omonima via, era l'antica locazione del tondo di ceramica robbiana ora al palazzo comunale.
Al posto dell'originale che doveva essere spostato per evitare ulteriori danneggiamenti dovuti alle intemperie è stata posta una copia.