Mezzojuso: differenze tra le versioni
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La chiesa del SS. Crocifisso è ubicata in un quartiere che porta il suo nome, del resto è consuetudine di Mezzojuso, data l'esistenza di numerose chiese, identificare i quartieri con i nomi delle chiese in essi ubicati, infatti abbiamo i quartieri di San Rocco, Santa Maria, Madonna dei Miracoli, Convento ecc. Si sconosce la data precisa di costruzione della chiesa, inizialmente di dimensioni modeste dedicata a Santa Venera, tuttavia si pensa che sia esistita prima del 1618 poiché, da un registro ritrovato si rileva che, in tale data, in questa chiesa venivano seppelliti i fedeli defunti. A partire dalla seconda metà del '600 si avviarono, per volere della confraternita, i lavori di ampliamento della chiesa che, inizialmente, fu lasciata in rustico e soltanto nella seconda metà del '700 furono realizzate, sulle superfici della navata della volta a botte, le decorazioni attuali con stucchi e decori in oro. All'interno della chiesa si può ammirare l'artistica “Vara” del 1648 con il Crocifisso del XV sec., collocata in una cappella sopra l'altare maggiore, chiusa da una porta lignea che reca ventiquattro pannelli dipinti raffiguranti episodi della vita di Gesù e Maria. Nel 1934 accanto alla chiesa venne edificata la Casa Madre della Congregazione Basiliana delle Figlie di S. Macrina, ancora oggi esistente.
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[[File:Istituto "A. Reres" ex Monastero Basiliano.jpg|thumb|
Edificato nella prima metà del '600, accanto alla chiesa di Santa Maria di tutte le Grazie, per volontà della stessa Confraternita che nel 1601 tenne “una pubblica adunanza, in cui fu proposto e solennemente approvato il progetto di erigere un monastero da cedere a Monaci Greci o Albanesi ai quali fosse ingiunto di professarvi integralmente il rito e la disciplina orientale”. La costruzione del monastero si deve ad Andrea Reres, presente all'adunanza del 1601, in qualità di socio della Compagnia e di Rettore della Chiesa di Santa Maria di tutte le Grazie, che pochi anni dopo l'adunanza, devolse una parte del suo cospicuo patrimonio alla Compagnia di S. Maria, al fine di costituire una rendita da impiegare per la fabbrica del monastero e poi per il sostentamento di almeno dodici monaci Greci o Albanesi, professanti rito e disciplina orientale. Il fabbricato originariamente composto da due piani fuori terra, presenta ancora oggi un impianto di forma quadrangolare; interessante al piano terra il maestoso portico ad ampie arcate a tutto sesto sorrette da robuste colonne di marmo biancastro a venature rosse. Il Monastero, oltre a contenere una ricca biblioteca con rari codici greci e pregevoli cinquecentine, è sede di un importante laboratorio di restauro del libro antico gestito da Matteo Cuttitta e dal Dott. Antonino Cuttitta.
=== Architetture civili ===
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