Claudia Cardinale: differenze tra le versioni

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Durante tutto il periodo degli anni ottanta e novanta continuerà a girare film di circuito come ad esempio: ''[[La donna delle meraviglie]]'' di [[Alberto Bevilacqua]], ''[[L'estate prossima]]'' di [[Nadine Trintignant]] e ''[[Un uomo innamorato]]'' di [[Diane Kurys]], quest'ultimo presentato in concorso al 40º Festival di Cannes.
 
Recita nell{{'}}''[[Enrico IV (film 1984)|Enrico IV]]'' di [[Marco Bellocchio]] (1984), di nuovo a fianco di Mastroianni, e poi in ''[[La Storia (miniserie televisiva)|La Storia]]'' di [[Luigi Comencini]] (1986), uno dei suoi ruoli più drammatici, che le richiede di apparire prematuramente invecchiata, ma ormai la sua attività si è spostata prevalentemente in Francia, dove continua a lavorare ininterrottamente, anche se spesso i suoi film non arrivano in Italia. Fra gli altri, nel kolossal celebrativo ''[[La rivoluzione francese]]'' (1989) di [[Robert Enrico]] e [[Richard T. Heffron]], dove interpreta il ruolo di [[Yolande de Polastron, duchessa de Polignac]]. Dopo la vita nomade da attrice internazionale, con base a [[Roma]], nel 1989 si trasferisce stabilmente a [[Parigi]] (città che lascerà nel 2020, durante la [[Pandemia di COVID-19]] per trasferirsi nella campagna francese, nei pressi di [[Fontainebleau|FontaibleauFontainebleau]], lontano dall'affollato centro urbano), che sente come la sua vera città, perché ha bisogno di sentir parlare francese, per sentirsi davvero a casa.
 
''[[Atto di dolore (film)|Atto di dolore]]'' è probabilmente l'opera meglio riuscita durante gli anni novanta per la carriera dell'attrice, ancora una volta con l'indispensabile risorsa di Squitieri: per il ruolo della vedova che tenta disperatamente di riportare suo figlio tossicodipendente sulla retta via, riceve il [[Globo d'oro]] come miglior attrice e una nomination come miglior attrice protagonista ai [[Nastro d'argento|Nastri d'argento]]. Seguono due film particolarmente rilevanti: ''[[Mayrig]]'' e ''[[Quella strada chiamata paradiso]]'', diretti da [[Henri Verneuil]], entrambi narrano le vicende di una famiglia di origine armena che si rifugia in Francia per sfuggire al terribile massacro degli armeni, meglio conosciuto come [[Genocidio Armeno]], perpetrato dall'[[Impero ottomano]] intorno al 1915, che causò circa 1,5 milioni di morti.
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Si impegna inoltre in produzioni televisive, come ad esempio ''[[Deserto di fuoco (miniserie televisiva)|Deserto di fuoco]]'' (1997), per la regia di [[Enzo G. Castellari]] con [[Anthony Delon]], [[Stéphane Freiss]], [[Virna Lisi]], [[Arielle Dombasle]] e [[Vittorio Gassman]], ambientato per buona parte nel [[deserto del Sahara]].<ref>{{Cita|Cardinale, 2006|p. 166}}</ref>
 
Nel 1998 e nel 1999 collabora ancora con Squitieri interpretando [[Costanza d'Aragona (1183-1222)|Costanza d'Aragona]] in ''[[Stupor mundi (film)|Stupor mundi]]'' e Donna Assunta in ''[[Li chiamarono... briganti!]]'', ispirato alle imprese del brigante [[Carmine Crocco]] nell'immediato periodo postumo all'unitàUnità.<ref>{{cita web|url=http://cinema-tv.corriere.it/film/li-chiamarono-briganti/02_91_32.shtml|titolo=Li chiamarono briganti!|editore=[[Corriere della Sera]]|accesso=1º marzo 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101129055456/http://cinema-tv.corriere.it/film/li-chiamarono-briganti/02_91_32.shtml|urlmorto=sì}}</ref>
 
=== Gli anni duemila e duemiladieci: la scoperta del teatro ===