Emilio Salgari: differenze tra le versioni

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=== Esordio ===
Ispirato dai racconti avventurosi di [[Alfred Assollant]], [[Louis-Henri Boussenard]], del capitano [[Thomas Mayne- Reid]] e dai libri storici e anche romanzeschi dell'orientalista [[Louis Jacolliot]], Salgàri esordì come scrittore nelle ''appendici'' dei giornali. La sua prima opera pubblicata fu un [[racconto]], ''I selvaggi della Papuasia'', scritto all'età di vent'anni e in quattro puntate apparso, sul settimanale milanese ''La Valigia,''<ref>[http://books.google.it/books/about/I_selvaggi_della_Papuasia.html?id=AAtzEKALz3oC&redir_esc=y I Selvaggi della Papuasia - Emilio Salgari] books.google.it</ref> con la sigla S.E. Tra il 15 settembre e il 12 ottobre 1883 pubblicò a puntate sul giornale veronese ''La Nuova Arena'' il romanzo ''Tay-See'' (riedito poi in volume con il titolo ''La Rosa del Dong-Giang'' nel 1897), quindi sullo stesso giornale il romanzo ''La tigre della Malesia'' (riedito come ''[[Le tigri di Mompracem]]''), che riscosse un notevole successo, ma dal quale non ebbe alcun ritorno economico significativo, seguito da ''[[La favorita del Mahdi]]'' (1883-1884), scritto otto anni prima. Sempre nel 1883 divenne redattore del giornale stesso. Svolse un'intensa attività con gli pseudonimi ''Ammiragliador'' ed ''Emilius''. Due anni dopo diventò redattore de ''[[L'Arena (quotidiano)|L'Arena]]''. Il 25 settembre 1885 arrivò a sfidare a [[duello]] un collega del quotidiano rivale ''[[l'Adige]]''.
[[File:IdaPeruzzi.jpg|thumb|right|Ida Peruzzi, moglie di Emilio Salgari]]
 
Nel 1887 morì la madre, mentre il 27 novembre 1889 vi fu il [[suicidio]] del padre che, credendosi malato di una malattia incurabile, si gettò dalla finestra di casa. Qualche anno dopo, il 30 gennaio 1892, Emilio sposò Ida Peruzzi (1866-1922), un'attrice di teatro; dopo la nascita della figlia primogenita Fatima (1893-1914), i Salgari decisero di trasferirsi in [[Piemonte]], dove Emilio aveva trovato un contratto con l'editore Speirani e, stabilitisi inizialmente a [[Ivrea]] nel 1894, vissero poi in una casa di piazza Pinelli a [[Cuorgnè]] e successivamente nella vicina [[Alpette]].<ref name=Arpino /><ref name=Tamburini /> In questo periodo nacquero altri tre figli: Nadir (1896-1936), Romero (1899-1931) e Omar (1901-1963). Verso la fine del 1897, l'editore [[Anton Donath]], con cui aveva iniziato a collaborare, lo convinse a trasferirsi a [[Genova]] e la famiglia si sistemò a Casa Rebora, a [[Sampierdarena]] (allora comune autonomo alle porte del capoluogo ligure). Durante il soggiorno ligure scrisse ''[[Il Corsaro Nero (romanzo)|Il Corsaro Nero]]'', pubblicato nel 1898 e considerato il capolavoro di Emilio Salgàri. Qui strinse anche amicizia con [[Giuseppe Garuti]], in arte Pipein Gamba, che fu uno dei primi illustratori dei suoi lavori.
 
===La vita a Torino===