Claudia Cardinale: differenze tra le versioni

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La madre Yolanda, nata a [[Tripoli]], in quel tempo [[Tripolitania italiana]], era originaria di [[Trapani]];<ref>{{Cita web|url=http://trovacinema.repubblica.it/news/dettaglio/claudia-cardinale-io-luchino-alain-e-lalligatore/481913/|titolo=Claudia Cardinale: "Io, Luchino, Alain e l'alligatore"|sito=la Repubblica|accesso=3 maggio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160324070518/http://trovacinema.repubblica.it/news/dettaglio/claudia-cardinale-io-luchino-alain-e-lalligatore/481913|urlmorto=no}}</ref> con la propria famiglia, la madre, il padre, le tre sorelle Maria, Dina e Rita, e i due fratelli Saverio e Andrea, si trasferì a La Goletta, dove si era stabilita una numerosa [[Italiani di Tunisia|comunità di italiani]]. I nonni paterni, che possedevano una piccola impresa di costruzioni navali, erano nativi di [[Isola delle Femmine]] in [[provincia di Palermo]], trasferitisi poi in Tunisia quando era un [[Protettorato francese in Tunisia|protettorato francese]]. Pur essendo stati entrambi i genitori istruiti in scuole francesi, il radicamento nella terra d'origine era tale che il padre, ingegnere tecnico delle compagnie ferroviarie dello stato ([[Société Nationale des Chemins de Fer Tunisiens]]),<ref name="Mori">{{Cita|Cardinale, 1995 |p. 5}}.</ref> scelse di mantenere la nazionalità italiana invece di prendere quella francese, che avrebbe facilitato la vita della loro famiglia, soprattutto durante gli anni della [[seconda guerra mondiale]], quando l'alleanza dell'[[Italia fascista]] con la [[Germania nazista]] fece emergere un certo [[antitalianismo]]. Proprio per rispetto della scelta del padre, quando la Cardinale nella maturità si è stabilita in Francia ha preferito rimanere a sua volta italiana.<ref>{{Cita|Cardinale, 1995| p. 264}}.</ref> Agli inizi degli anni cinquanta ha vissuto per qualche tempo dai parenti a Trapani.
 
Le sue lingue native sono il [[Lingua francese|francese]] e il [[Lingua siciliana|siciliano]], appreso dai suoi genitori. Fino all'età di sedici anni non parlava bene l'[[Lingua italiana|italiano]]. Cominciò a impararlo meglio quando si avviò la sua carriera di attrice. Claudia Cardinale fu istruita, insieme alla sorella Blanche, minore di un anno, nella scuola di suore di Saint-Joseph-de-l'Apparition a [[Cartagine (Tunisia)|Cartagine]], ma la sua irrequietezza le costò continue punizioni.<ref>{{cita|Cardinale, 1995| p. 12}}</ref> In seguito studiò alla scuola Paul Cambon, dove ottenne il diploma con la prospettiva di diventare maestra.<ref>{{Cita|Cardinale, 2006|p. 28}}</ref> Era un'adolescente controversa, silenziosa, bizzarra e selvaggia;<ref>{{Cita|Cardinale, 1995| p. 19}}</ref> come molte ragazze della sua generazione era affascinata da [[Brigitte Bardot]], esplosa nel 1956 con il film ''[[E Dio creò la donna]]'' di [[Roger Vadim]].
 
Il suo primo contatto con il mondo del cinema è stata la partecipazione, insieme alle compagne di scuola, a un cortometraggio del 1956 del controverso regista francese [[René Vautier]] dal titolo ''[[Les Anneaux d'or]]'', sul tema dell'indipendenza economica e sociale del paese, presentato poi con successo al [[Festival internazionale del cinema di Berlino|Festival di Berlino]], dove vinse l'[[Orso d'argento]]. Fu sufficiente l'unico primo piano di quel film per farla diventare una celebrità locale<ref>{{Cita|Cardinale, 2006|p. 23}}</ref> ed essere richiesta dal regista [[Jacques Baratier]] per girare la pellicola ''[[I giorni dell'amore]]'', candidata alla [[Palma d'Oro|Palma d'oro]], con protagonista l'attore egiziano [[Omar Sharif]] - che viene considerata la sua prima vera prova d'attrice - una proposta che accettò con riluttanza, recitando in un ruolo di secondo piano (per il ruolo della protagonista la produzione voleva un'attrice di nazionalità tunisina).<ref>{{Cita|Cardinale, 1995|p. 21}}</ref>