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[[File:Portico Betilieno Alatri.jpg|thumb|left|upright|I resti del portico fatto costruire da Betilieno Varo]]
 
La presenza umana nel territorio di Alatri è accertata dal periodo [[Età del rame|calcolitico]]. L'archeologo francese [[Louis-Charles-François Petit-Radel]] ([[1756]]-[[1836]]) pose la datazione della fondazione di Alatri prima della Seconda Colonia Pelasgica, risalente al 1539 a.C.,<ref name="Pelasgiques 1841">Recherches sur les Monuments Cyclopéens ou Pelasgiques, 1841.</ref>. In epoca storica la città è abitata dalla popolazione osco-umbra degli [[Ernici]]<ref name="istituto archeologico" />, la cui capitale era la vicina Anagni<ref name="StraboneItaliaV3.10">[[Strabone]], ''[[Geografia (Strabone)|Geografia]]'', V, 3,10.</ref>. Nel [[380 a.C.|380]] e nel [[362 a.C.]] gli Ernici entrarono in conflitto con [[Roma]]. Nella successiva rivolta del [[306 a.C.]] Alatri, rimasta fedele a Roma (''...venissetque in periculum summa rerum, ni T.Quinctius peregrinis copiis, cum Latino Hernicoque exercitu, subvenisset...'' - Tito Livio, in "ab urbe condita", narra come l'apporto delle legioni erniche fu decisivo nella vittoria contro gli eserciti dei Volsci e degli Equi che stavano per avere la meglio su Roma, dopo un assedio a tradimento per la rottura improvvisa dei trattati di pace, cui Alatri non solo non aderì, ma avvertì Roma dell'imminente attacco), ottiene di restare indipendente e conosce un periodo di benessere, che ha un culmine nel primo quarantennio del [[II secolo a.C.]] in coincidenza con la riorganizzazione urbanistica e amministrativa della città promossa dal [[Censore (storia romana)|censore]] [[Lucio Betilieno Varo]], nota grazie all'[[epigrafe di Lucio Betilieno Varo|epigrafe]] conservata nel [[museo civico di Alatri|museo civico]].
 
Tra il [[III secolo a.C.|III]] e il II secolo a.C. si data il piccolo ''[[Tempio romano|tempio]] di Alatri'', di tipo etrusco-italico, i cui resti sono conservati anch'essi nel museo civico mentre nel [[Museo nazionale etrusco di Villa Giulia]] a Roma ne è ospitata una celebre ricostruzione a grandezza naturale. Nel [[90 a.C.]] Alatri ottenne la piena [[cittadinanza romana]]. Si suppone che il [[Cristianesimo]] sia arrivato già nell'età apostolica, sebbene la presenza di cristiani nella città non sia documentata prima del [[380]].
 
Dopo la caduta di Roma la città subisce le invasioni barbariche e la sanguinosa guerra tra [[Odoacre]] e [[Teodorico il Grande|Teodorico]]. Nel [[543]] Alatri è saccheggiata da [[Totila]] e rimane completamente distrutta; l'anno successivo viene inclusa nel Ducato romano, soggetto all'autorità papale. Nel [[1173]] Alatri conquista l'autonomia comunale. A quell'anno risale l'elezione dei consoli.<ref>''Storia dell'arte italiana'', G. Einaudi, 1980, Parte 3, Volume 1, p. 293.</ref>. Nel [[1186]] la città, durante le lotte del papato contro l'impero, è assediata dall'esercito di [[Enrico VI di Svevia|Enrico VI]] al quale riesce tuttavia a resistere. Nel [[XIII secolo|Duecento]] il comune alatrense si espande a danno dei paesi limitrofi: sottomette Collepardo ed in seguito anche [[Trivigliano]], e aggredisce [[Vico nel Lazio]], che verrà assoggettata all'inizio del [[XIV secolo]], quando anche [[Frosinone]] sarà costretta a partecipare al Parlamento di Alatri e fornire truppe al comune ernico. Un forte periodo di sviluppo economico, monumentale ed edilizio si ha con la nomina del cardinal [[Gottifredo di Raynaldo]] a podestà nel [[1286]].