Yahweh: differenze tra le versioni

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[[File:Tetragrammaton scripts.svg|thumb|Il ''[[tetragrammaton]]'' YHWH in [[lingua fenicia|fenicio]] (1100 a.C. - 300 d.C.), in [[aramaico]] (X secolo a.C.-I secolo d.C.) e in [[lingua ebraica|ebraico moderno]]: le quattro lettere vanno lette da destra verso sinistra]]
[[File:St. Charles's Church, Austria, Vienna - Gold piece high above the altar symbolizing Yahweh.jpg|thumb|Una finestra con il tetragramma ebraico יהוה (YHWH) nella [[Chiesa di San Carlo Borromeo (Vienna)|Chiesa di San Carlo Borromeo]] a Vienna]]
'''YahwehYHWH''' ({{lang-he|יַהְוֶה}},) ancheè la [[dio|Divinità]] dell'Antico Testamento ed è descritto come generatore del mondo (''Yahveh[[Genesi]]'' 2 e successivamente Genesi {{passo biblico|Gn|1|libro=no}}), creatore sia della luce che delle tenebre e protettore della famiglia di [[Giacobbe]]: severo nel punire le colpe, attento verso i penitenti, e, a fasi alterne, Dio universale e locale, protettore del [[Israeliti|popolo d'Israele]]/[[popolo ebraico]]. Il significato e la pronuncia del suo nome sono attualmente sconosciuti, motivo per cui gli ebrei stessi utilizzano il termine Adonay (Signore), sebbene oggi si è diffusa la tendenza a chiamarlo come '''Yahveh <ref group=Nota>Questa traslitterazione, molto diffusa, riproduce, se letta da un anglofono, quella che è generalmente considerata l'originale pronuncia ebraica di [[Tetragramma biblico|YHWH]] (anche YHVH): {{q|The original pronunciation of YHVH is generally reconstructed as “Yahveh” or “Yahweh,” on the basis of early Greek transcriptions.|S. David Sperling, ''Encyclopedia of Religion'', vol. 7, New York, Macmillan, 2005, p. 3538}} Un'altra forma per rendere la pronuncia di YHWH è Jehovah, da cui l'italiano [[Geova]] (cfr. ''Geova'' in ''[[Il Devoto-Oli|Il Devoto-Oli 2012. Vocabolario della lingua italiana]]'', a cura di [[Luca Serianni]] e [[Maurizio Trifone]]), è frutto di una errata trascrizione (cfr. S. David Sperling, in ''Encyclopedia of Religion'', cit., p. 3538) avvenuta in epoca medievale (cfr. R.T.A. Murphy in ''The New Catholic Encyclopedia'', vol. 7, New York, Gale, 2003, pp. 750-1).</ref>''', in [[Lingua italiana|italiano]] anche '''Jahvè'''<ref name="Enciclopedia Italiana">{{citazione|'''JAHVÈ.''' - Nome proprio della divinità nel [[Ebraismo|monoteismo ebraico]]. Si legge più di 6000 volte nella [[Tanakh|Bibbia]] e una volta nell'[[Stele di Mesha|iscrizione di Mesha]], re di [[Moab]] ([[IX secolo a.C.|sec. IX a. C.]]). Nell'originale [[Lingue semitiche|scrittura semitica]], che non segna le vocali, consta di quattro lettere (''yōd'', ''hē'', ''wāw'', ''hē'') ed è perciò chiamato "[[Tetragrammaton|nome tetragrammo]]". Per venerazione, non scevra di qualche superstizione, i Giudei già da più secoli a. C. schivavano di pronunciare quell'augusto nome e vi sostituivano, anche dove stava scritto nella Bibbia, i nomi comuni di ''[[Elohim]]'' (Dio) o, più spesso, ''Adonai'' (Signore); perciò anche nelle più antiche versioni greche ([[Septuaginta|LXX]]) e latine ([[Volgata]]) fu tradotto κύριος, ''Dominus''. Quando più tardi i [[masoreti]] (vedi VI, 887) vocalizzarono il sacro testo, alle consonanti del nome tetragrammo apposero le vocali appunto di Adonai, o, raramente, di Elohim.|{{Treccani|jahve_(Enciclopedia-Italiana)|JAHVÈ|autore=A. Vaccari}}}}</ref> o '''o Iahvè'''<ref name="DOP1">{{DOP|id=1042815|lemma=Iahvè|id=1042815}}</ref>; pronuncia ''Iavè'', {{IPA|/jaˈvɛ/|it}}<ref name="Enciclopedia Italiana" /><ref name="DOP1" /><ref>{{Dipi|Iahvè}}</ref>) è il [[dio]] del [[popolo ebraico]]. È descritto sia nella [[Bibbia ebraica]], dove si afferma che egli convertì il patricarca Abramo e lo fece distaccare dalla religione pagana dei suoi antenati, sia in vari apocrifi, come il Libro di Enoch.
 
Il culto dedicatogli da parte degli ebrei è attestato a partire dall'[[età del ferro]] nei regni ebraici di [[Regno di Israele|Israele]] e [[Regno di Giuda|Giuda]],<ref name="Miller 1986">Miller, Patrick D (1986). ''A History of Ancient Israel and Judah'', pp. 110-111, Westminster John Knox Press.</ref> insiemetuttavia ada altreseguito divinitàdi diverse corruzioni della religione ebraica, puntualmente segnalate nei dei testi biblici, all'interno del suo tempio furono inserite le statue delle personificazioni di terra, aria, fuoco, acqua e oltretomba della [[religione cananea|religione siro-palestinese]],<ref name="Miller 1986" /> fra cuie, ina seguito della fusione con il capo pantheon El (presentato come un primoordinatore momentodel mondo/demiurgo), potrebbela averreligione avutoebraica unaassociò consorteerroneamente femminilea YHWH la compagna di El, ossia [[Asherah]].<ref>{{Cita|Niehr 1995|pp. 54, 57}}.</ref> L'incertezza è dovuta alla difficoltà di chiarire se i siti archeologici in cui Yahweh è associato ad altre divinità siano siti ebraici o cananei e al fatto che in questo caso "Asherah" potrebbe indicare non una dea ma un [[Asherah (palo sacro)|oggetto di culto]]. La stessa cosa avvenne quando alcune caratteristiche dell'elementale d'aria Baal vennero inserite all'interno della religione ebraica, in quanto la compagna di quest'ultimo, ossia Anat, venne accostata al Dio biblico. Un altro termine aggiunto successivamente fu il nome ''[[El Shaddai (ebraismo)|El Shaddai]]'' e la fusione tra ''[[Elyon|El]]'' cananeo ed ''[[Elyon]] <ref>{{Cita|Smith 2002|pp. 33, 47}}.</ref>'', che in alcune versioni apocrife era visto come l'angelo della piaga della grandine sull'Egitto, dando origine al termine ''[[Elyon|El]] [[Elyon]].''
 
Dopo il periodo dell'[[esilio babilonese]] ([[VI secolo a.C.]]) la religione ebraica si staccò nuovamente da tutte le altre culture, rimuovendo in via definitiva El cananeo dal culto di YHWH e ripulendo la religione tutte le contaminazioni successive, inclusi i sacrifici animali pagani, già vietati precedentemente dal Dio biblico.
Dopo il periodo dell'[[esilio babilonese]] ([[VI secolo a.C.]]) Yahweh risulta con certezza essere stato promosso a dio unico nella [[Ebraismo|religione ebraica]],<ref>{{Cita|Betz 2000|p. 917}}.</ref> soppiantando definitivamente [[El (divinità)|El]] (dio supremo delle religioni del [[Vicino Oriente antico|Vicino Oriente]]) e assumendone gli attributi (tra cui gli epiteti ''[[El Shaddai (ebraismo)|El Shaddai]]'', "Dio Onnipotente", ed ''[[Elyon|El Elyon]]'', "Dio Altissimo").<ref>{{Cita|Smith 2002|pp. 33, 47}}.</ref>
 
== Connessione con il Chaos (Vuoto Primordiale) Greco mediante Lailah/Nyx (Notte) ==
Nella [[Bibbia ebraica]], nella quale quindi, secondo la [[Esegesi ebraica|tradizione esegetica]], Yahweh ed El sono da interpretare come lo stesso Dio, egli è descritto come potente e creatore (''[[Genesi]]'', {{passo biblico|Gn|1|libro=no}}), ma anche legato da un patto con la famiglia di [[Giacobbe]]: severo nel punire le colpe, attento verso i penitenti, a fasi alterne dio locale e dio universale, protettore del [[Israeliti|popolo d'Israele]].
In alcune interpretazioni del Talmud, il nome Lailah (Notte) viene associato a una qualche presenza ed essa è l'equivalente greco di Nyx (Notte). Quest'ultima era un membro dei protogenoi, generati dal Chaos Primordiale, ossia la personificazione del Vuoto pre Universale (da non confondere con l'elementale del mare Tethis, che corrisponde con Tiamat presso i mesopotamici).
[[File:Lotto Capoferri Magnum Chaos.jpg|sinistra|miniatura|240x240px|Chaos Greco]]
[[File:BnF MS Gr139 folio 435 verso - detail - Nyx.jpg|miniatura|386x386px|Nyx nel [[Salterio di Parigi]], accanto al profeta Isaia]]
Essendo YHWH il creatore di Lailah (Notte), egli si trova nell'esatta posizione del il creatore di Nyx (Notte), ossia Chaos.
 
 
==Origine e pronuncia del nome==
 
 
 
== Associazione errata con Zurvan/Yaldabaoth ==
All'interno dei vangeli gnostici, YHWH è stato erroneamente associato all'astrazione del tempo Zurvan, presente in molteplici religioni (come quella greca come Chronos Leontocefalo) con lo stesso identico aspetto, ossia testa da leone e corpo da serpente.
[[File:76150047 aion2.jpg|sinistra|miniatura|Zurvan]]
[[File:38.25a lion-headed figure.png|miniatura|416x416px|Chronos Leontocefalo]]
[[File:Leontocephaline at Ostia Antica by Franz Cumont.jpg|centro|miniatura|379x379px|Yaldabaoth]]
 
 
== Origine e pronuncia del nome ==
{{vedi anche|Tetragramma biblico}}
 
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* {{Cita testo|autore=Paolo Sacchi|capitolo=Il Giudaismo del Secondo Tempio|titolo=Ebraismo|editore=Laterza|città=Roma-Bari|anno=2007|ISBN=978-88-420-8366-5}}
* {{cita libro|autore = [[Mark S. Smith]]|anno = 2002|titolo = The Early History of God: Yahweh and the Other Deities in Ancient Israel|editore= Eerdmans|url = https://books.google.com/?id=1yM3AuBh4AsC|edizione = 2nd|isbn = 9780802839725|cid = Smith 2002|lingua=en}}
Ernesto Curotto, Dizionario della mitologia universale, Società editrice internazionale, 1958.
(ES) Giuseppina Sechi Mestica, Diccionario Akal de mitología universal, AKAL, 1993, ISBN 978-84-460-0218-5.
Rabbi Mordecai Kornfeld's Weekly Parasha-Page Why is This Night Different
The Zohar: Volume 3 1984 "To indicate the union which took place on that night between the Masculine and Feminine aspects in the Divine attributes, and also the same union which will take place in the future Redemption : "As in the days of thy coming out of ..."
Catherine Swietlicki - Spanish Christian Cabala: the works of Luis de León, Santa Teresa ...1986 "For example, the Zohar says that sensual language must be used in order "to indicate the union which took place on that night between Masculine and Feminine aspects in the Divine attributes, and also the same union which will take place ."
Mary Boyce, Some reflections on Zurvanism, in Bulletin of the School of Oriental and African Studies, vol. 19, n. 2, Londra, SOAS, 1957, pp. 304-316, DOI:10.1017/s0041977x00133063.
Jacques Duchesne-Guillemin, Notes on Zurvanism, in Journal of Near Eastern Studies, vol. 15, n. 2, Chicago, UCP, 1956, pp. 108-112, DOI:10.1086/371319.
Richard Frye, Zurvanism Again, in The Harvard Theological Review, vol. 52, n. 2, Londra, Cambridge, 1959, pp. 63-73, DOI:10.1017/s0017816000026687.
Mansour Shaki, «Dahri», in Encyclopædia Iranica, New York, Mazda Pub, 2002, pp. 35-44.
Richard Charles Zaehner, A Zervanite Apocalypse, in Bulletin of the School of Oriental and African Studies, vol. 10, n. 2, Londra, SOAS, 1940, pp. 377-398, DOI:10.1017/s0041977x00087577.
Richard Charles Zaehner, Zurvan, a Zoroastrian dilemma, Biblo-Moser, Oxford, Clarendon, 1955, ISBN 0-8196-0280-9.
Richard Charles Zaehner, The Dawn and Twilight of Zoroastrianism, 2003 Phoenix, New York, Putnam, 1961, ISBN 1-84212-165-0. URL consultato il 15 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 9 maggio 2012).Una sezione dell'opera è.
Richard Charles Zaehner, Teachings of the Magi: Compendium of Zoroastrian Beliefs, New York, Sheldon, 1975, ISBN 0-85969-041-5.
Karen L. King, The Secret Revelation of John, Cambridge (Massachusetts), Harvard University Press, 2006, pp. 3-4.
Nataniel Deutsch, L'immaginazione gnostica. Gnosticismo, mandeismo e misticismo nella Merkavah, Edizioni Arkeios, 2001, p. 62.
^ Aa.Vv., Testi gnostici, pag. CVIII, Utet Libri, 2013.
Matthew Black, An Aramaic Etymology for Jaldabaoth?, in: Alastair H. Logan, Alexander J. M. Wedderburn (curatori), The New Testament and Gnosis, T&T Clark International, New York 1983, pp. 69–72 ISBN 0-567-09344-1.
Attilio Mastrocinque, From Jewish Magic to Gnosticism, «Studien und Texte zu Antike und Christentum», n. 24, Tubinga, Mohr Siebeck, 2005 ISBN 3-16-148555-6.
Karen L. King, The Secret Revelation of John, Harvard, 2006, pp. 89–105 ISBN 0-674-01903-2.
^ I Sethiani e l'origine dell'uomo, su gnosisantiqua.org, 2025. URL consultato l'8 Gennaio 2025.
 
==Voci correlate==