Luigi XVI di Francia: differenze tra le versioni

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Alla sua morte, il figlio di soli otto anni, Luigi Carlo, divenne automaticamente, per i monarchici e gli stati internazionali, il re ''de jure'' [[Luigi XVII di Francia]]. Suo zio [[Luigi XVIII di Francia|Luigi, conte di Provenza]] si autoproclamò [[reggente]] all'estero. La moglie, [[Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena|Maria Antonietta]], lo seguì sulla ghigliottina il 16 ottobre dello stesso anno. Per l'esecuzione fu seguito il medesimo cerimoniale utilizzato per il marito, anche se fu portata in carretta. Alla regina fu vietato di indossare abiti vedovili durante il tragitto dalle prigioni alla ghigliottina, per cui, al posto dell'abito nero che portava dal giorno della morte del re, indossò un vestito bianco, l'antico colore del lutto per le regine di Francia.
 
'''Il processo a Luigi XVI''', seppur in breve, merita quantomeno un paio di osservazioni giuridiche<ref>{{Cita libro|titolo=Giuseppe Palma, Storia della Rivoluzione francese. Dal 1789 ai grandi processi (1793-94), prefazione di Ettore Catalano, GpM edizioni, settembre 2025 (ISBN: 979-12239649899791223964989)}}</ref>. Come sostenne correttamente il deputato vandeano Morisin in sede di dibattito prima dell’inizio del processo, se anche la [[Convenzione nazionale|Convenzione]] [[Convenzione nazionale|Nazionale]] fosse stata incaricata di processare il prigioniero del Tempio, non avrebbe potuto farlo “''perché secondo il nostro ordinamento sociale un processo non è che l’applicazione di una legge positiva preesistente. Non esistendo alcuna legge positiva che possa essere applicata a Luigi XVI, nessuna pena gli può essere inflitta''”<ref>{{Cita libro|titolo=Giuseppe Palma, Storia della Rivoluzione francese. Dal 1789 ai grandi processi (1793-94), prefazione di Ettore Catalano, GpM edizioni, settembre 2025 (ISBN: 979-12239649899791223964989)}}</ref>. Di medesimo avviso anche uno degli avvocati del re, Desèze, che durante la sua arringa difensiva sostenne che Luigi, essendo accusato per fatti eventualmente commessi nel periodo in cui era in vigore la [[Costituzione francese del 1791|Costituzione del Novantuno]], avrebbe dovuto godere non solo della garanzia di inviolabilità e sacralità da essa sancita, ma che per quei fatti di cui il re era stato incriminato l’unica fonte positiva applicabile era rappresentata dalla [[Costituzione francese del 1791|Costituzione del 1791]], unico complesso di norme in vigore al momento in cui il re avrebbe eventualmente commesso i fatti contestatigli<ref>{{Cita libro|titolo=Giuseppe Palma, Storia della Rivoluzione francese. Dal 1789 ai grandi processi (1793-94), prefazione di Ettore Catalano, GpM edizioni, settembre 2025 (ISBN: 979-12239649899791223964989)}}</ref>. Una seconda osservazione giuridica va fatta in merito alla legittimità e imparzialità del giudicante: il fatto che la [[Convenzione nazionale|Convenzione Nazionale]] fungesse, per il processo nei confronti di Luigi XVI, sia da assemblea legiferante (e quindi esercitante il potere legislativo) che da giudice (esercitante anche il potere giudiziario), è senza dubbio un aspetto aberrante per via della lesione del principio della separazione tra i poteri dello Stato<ref>{{Cita libro|titolo=Giuseppe Palma, Storia della Rivoluzione francese. Dal 1789 ai grandi processi (1793-94), prefazione di Ettore Catalano, GpM edizioni, settembre 2025 (ISBN: 979-12239649899791223964989)}}</ref>
 
== Sepoltura e posterità ==