Toni Negri: differenze tra le versioni

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Nel [[2005]] espresse il suo assenso nei confronti della [[Costituzione Europea]], posta in quel momento al vaglio dell'elettorato francese. Questo scatenò un'accesa polemica, nella quale Negri venne accusato di un cedimento rispetto alle sue aspirazioni rivoluzionarie e di essere diventato "liberal-realista"<ref>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/2005/maggio/15/Scalzone_Negri_vero_marxista_vota_co_8_050515053.shtml|titolo=''Scalzone a Negri: un vero marxista vota no alla Carta Ue''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151029050520/http://archiviostorico.corriere.it/2005/maggio/15/Scalzone_Negri_vero_marxista_vota_co_8_050515053.shtml }}, ''[[Corriere della Sera]]'', 15 maggio 2005</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.resistenze.org/sito/os/ep/osep5e26.htm |titolo=Sul Referendum Francese del 29 maggio, relativo all'approvazione della Costituzione Europea |accesso=9 agosto 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150924090221/http://www.resistenze.org/sito/os/ep/osep5e26.htm |urlmorto=no }}</ref>; Negri replicò autodefinendosi un "rivoluzionario-realista".<ref>{{Cita news|lingua=fr|autore=Vittorio de Filippis e Christian Losson|url=http://www.liberation.fr/politiques/0101528959-oui-pour-faire-disparaitre-cette-merde-d-etat-nation|titolo=Oui, pour faire disparaître cette merde d'Etat-nation|accesso=9 agosto 2011|editore=Libération.fr|data=13 maggio 2005|pubblicazione=|urlarchivio=https://archive.is/20130412195411/http://www.liberation.fr/politiques/0101528959-oui-pour-faire-disparaitre-cette-merde-d-etat-nation|urlmorto=no}}{{cita web|autore=Traduzione di Lorenzo Mazzucato|url=http://www.resistenze.org/sito/os/ep/osep5e26.htm|titolo=Sì, per fare sparire questa merda di Stato-nazione|accesso=9 agosto 2011|editore=resistenze.org (sito curato da Centro di cultura e documentazione popolare)|data=26 maggio 2005|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150924090221/http://www.resistenze.org/sito/os/ep/osep5e26.htm|urlmorto=no}}</ref> Sempre lo stesso anno fu annullato il suo discorso ad una conferenza all'[[Università di Sydney]] dopo che dei media di proprietà di [[Rupert Murdoch]] lo presentarono come "apologeta del terrorismo" e attaccarono l'Università per l'invito. Relata all'annullamento si presentò una controversia locale tra chi opinava come causa d'esso la censura e chi una malattia.<ref name=windschuttle/><ref>{{Cita|Raewyn Connell|p. 2|rae}}.</ref> Il suo libro intitolato ''Goodbye Mr Socialism'' ([[2006]]), partendo dal [[1989]] analizza lo stato di salute e il destino delle sinistre oggi.
 
Il presidente venezuelano [[Hugo Chávez]], ne lesse i primi libri fin dalla metà degli anni novanta e, secondo quanto riportato in un articolo di ''[[Panorama (rivista)|Panorama]]'', esso sarebbe «uno dei suoi numi tutelari»<ref>{{cita news|autore=Pino Buongiorno|coautori=Piero Armenti|url=http://archivio.panorama.it/home/articolo/idA020001036497|titolo=VENEZUELA - LA NUOVA MECCA DEI RIVOLUZIONARI. CARACAS. Tutti da Chávez, anche Toni Negri|editore=[[Panorama (rivista)|Panorama]].it|data=5 giugno 2006|accesso=2 febbraio 2022|urlarchivio=https://archive.is/20120715140107/http://archivio.panorama.it/CARACAS-Tutti-da-Chavez-anche-Toni-Negri|dataarchivio=15 luglio 2012}}</ref>. La voce che voleva Negri consulente di Chavez era totalmente infondata, ama dovuta alle dichiarazioni espresse dallo stesso Chavez: nel suo libro ''Understanding the Venezuelan Revolution: Hugo Chavez Talks to [[Marta Harnecker]]''<ref>New York: Monthly Review, 2005</ref>, Chavez ricorda le sue letture dei testi di Negri mentre era rinchiuso in prigione a seguito del suo [[golpe venezuelano del 1992|fallito golpe del 1992]]. Successivamente Negri lo accuserà di citarlo a sproposito e di porre freni al cammino verso l'autonomia operaia intrapreso da [[Luiz Inácio Lula da Silva|Lula]], da [[Néstor Kirchner]] e da [[Michelle Bachelet]]<ref>{{cita web|autore=Tito Pulsinelli|url=http://www.carmillaonline.com/archives/2007/12/002461.html#002461|titolo=Venezuela: il NO vince al fotofinish. NOTA: IL "DITTATORE COSTITUZIONALE"|accesso=9 agosto 2011|editore=carmillaonline.com|data=|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111028000744/http://www.carmillaonline.com/archives/2007/12/002461.html#002461}}</ref>. Il 15 agosto 2007 Toni Negri si è trovato, per puro caso a Caracas - tornava da un soggiorno in Bolivia dove era stato invitato da Evo Morales - mentre il presidente Chávez illustrava i cambiamenti della Costituzione<ref>{{cita news|autore=Cotroneo Rocco|url=http://archiviostorico.corriere.it/2007/agosto/17/Chavez_preme_sul_pedale_del_co_9_070817090.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110908121317/http://archiviostorico.corriere.it/2007/agosto/17/Chavez_preme_sul_pedale_del_co_9_070817090.shtml|titolo=Chávez preme sul pedale del socialismo «Proprietà collettiva e sei ore di lavoro»|accesso=22 agosto 2011|editore=Corriere della Sera.it|data=17 agosto 2007|urlmorto=sì}}</ref>. Nel 2011 per problemi con il visto rinuncerà al viaggio in [[Giappone]] per una serie di conferenze all'International House, alle [[Università imperiale di Tokyo|università di Tokyo]], di [[Università di Kyōto|Kyoto]] e di [[Università di Kobe|Kobe]]<ref>{{Cita news|autore = Fregonara Gianna|url = http://archiviostorico.corriere.it/2008/marzo/22/Tokio_nega_visto_Negri_lui_co_9_080322019.shtml|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140819082137/http://archiviostorico.corriere.it/2008/marzo/22/Tokio_nega_visto_Negri_lui_co_9_080322019.shtml|titolo = Tokio nega il visto a Negri E lui: «È una persecuzione»|pubblicazione = Corriere della Sera|città = Milano|editore = Rcs Quotidiani S.p.A.|data = 22 marzo 2008|p = 21|accesso = 18 agosto 2014|urlmorto = sì}}</ref><ref>{{Cita news|autore =|url = http://firenze.repubblica.it/dettaglio-news/tokyo-15:17/3005458|titolo = TOKYO NEGA VISTO A TONI NEGRI: COINVOLTO CON ESTREMISTI|pubblicazione = La Repubblica.it|città = Roma|editore = Gruppo Editoriale L'Espresso|data = 21 marzo 2008|accesso = 18 agosto 2014|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160305074459/http://firenze.repubblica.it/dettaglio-news/tokyo-15:17/3005458|urlmorto = no}}</ref>. Il visto gli fu successivamente rilasciato e, nell'aprile 2013, effettuerà il ciclo previsto inizialmente di all'International House a Tokyo, e a Kyoto.<ref>{{Cita|AA.VV.||giap2}}</ref><ref>{{Cita|Pio d'Emilia||giapp}}</ref>
 
Nel [[2009]] è pubblicato il libro ''Commonwealth'', scritto assieme a [[Michael Hardt]], che conclude la trilogia avviata con ''Impero'' e ''Moltitudine'' e che verte attorno all'analisi dell'autonomia del soggetto produttivo, del soggetto resistente e della riappropriazione del "comune" (concetto, quello del "comune", trattato anche in ''Good bye Mr. Socialism''). Negli ultimi anni si è dedicato anche alla drammaturgia scrivendo e pubblicando opere teatrali messe in scena in Francia (Theatre National de la Colline, Festival d'Avignon, TGP-Saint Denis, La Comédie de Reims, Théâtre de l'Odéon) e in Svizzera (Théâtre Vidy, Lausanne). Ha aderito al progetto UniNomade, «una rete di ricercatori, accademici, studenti e attivisti di movimento che dal 2004 ha iniziato un percorso possibile di ricomposizione delle intelligenze critiche attorno a un desiderio comune: quello di costruire un dispositivo di autoformazione e di dibattito pubblico mettendo a tema i concetti, i linguaggi e le categorie che le esperienze teoriche e pratiche dei movimenti hanno espresso in questi ultimi anni»<ref>{{cita web|autore=UniNomade|url=http://www.uninomade.org/progetto/|titolo=Il progetto UniNomade (2004)|accesso=25 agosto 2014|editore=UniNomade<sub>2.0</sub>|data=2004|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140829002126/http://www.uninomade.org/progetto/|urlmorto=no}}</ref>. Dopo la chiusura di UniNomade nel 2013, dà vita al progetto {{cita testo|url=http://www.euronomade.info/|titolo=EuroNomade}}, un progetto politico e di ricerca che «guarda all'Europa da questo punto di vista globale, registra la “provincializzazione dell'Europa” – la possibilità inaudita che dopo cinque secoli il sistema mondo capitalistico non abbia più un centro non solo europeo ma neppure “occidentale” – e si propone di esplorare le potenzialità e i rischi che ciò comporta. Al tempo stesso insiste sulla necessità di domandarsi quali sono queste potenzialità e questi rischi non solo a livello globale, ma anche in Europa. E intende proporre una serie di riflessioni a partire dalla convinzione che in questa parte del mondo non vi sia la possibilità di reinventare una politica della liberazione negli spazi nazionali. L'Europa come spazio immediato dell'azione politica: sarà uno dei temi centrali del nostro lavoro. Un'Europa da inventare dunque»<ref>{{Cita web|url = http://www.euronomade.info/?page_id=953|titolo = EuroNomade|accesso = 3 dicembre 2015|sito = EuroNomade|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20151203182555/http://www.euronomade.info/?page_id=953|urlmorto = no}}</ref>.