Pippo Baudo: differenze tra le versioni
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==Curiosità==
* All'inizio della carriera ebbe un nomignolo popolare: era chiamato il "Pennellone", in modo scherzoso e affettuoso, per via della sua corporatura longilinea e l'altezza della statura. Più tardi, come personaggio "Pennellone" era il padre di Lucia, nella parodia televisiva de ''[[I promessi sposi (miniserie televisiva 1990)|I Promessi Sposi]]'', realizzata nel 1990 dal [[Il Trio|Trio Marchesini-Solenghi-Lopez]]. Questo soprannome è rimasto nella cultura pop come un riferimento iconico alla sua figura e al suo stile.<ref>{{cita web|url=https://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/sanremo-standing-ovation-e-cori-pippo-baudo-1491811.html|titolo=Sanremo 2018: Sanremo, standing ovation e cori per Pippo Baudo|editore=[[Il Giornale]]|autore=Luisa De Montis|data=7 febbraio 2018}}</ref>
* La sua figura entra nel mondo dei fumetti. Negli [[Anni 1980|anni
* Tra i vignettisti e illustratori che si sono occupati di Pippo Baudo, è stato raffigurato in numerose caricature e vignette create da diversi artisti, per fare solo qualche nome, come [[Giorgio Forattini]] per [[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]] (1988), quelle firmate dal pittore [[Alvaro Corghi]] nel 1986, Danilo Interlenghi (1987) per riviste,<ref>{{cita web|url=https://www.visitfermo.it/it/personaggi/danilo-interlenghi|titolo=Danilo Interlenghi (1921 – 2019)|accesso=22 agosto 2025}} : contiene una caricatura di Sanremo 1987</ref> [[Nico Pillinini]] per le nozze con la Ricciarelli, le caricature di [[Bruno Prosdocimi]] nelle [[Panini (azienda)|Figurine Panini]] n. 48 per la serie "Cantanti e personaggi dello spettacolo" (1968) e n. 4 per serie "Cantanti" (1969), le caricature per gli album [[TV Sorrisi e Canzoni]].
* [[Leonardo Sciascia]] menziona e critica di «sentimentalismo televisivo», curiosamente, le nozze del conterraneo Baudo e Ricciarelli in un testo storico sulla [[Francesco Branciforte, marchese di Militello|festa di nozze dell'8 maggio 1604 a Militello]] di un esponente della famiglia Branciforti che preferì un feudo di piccole dimensioni, Militello, alla vita nella capitale del Regno, [[Palermo]], poi [[Principato di Pietraperzia|principe di Pietraperzia]], [[Marchesato di Militello|marchese di Militello]] e [[Contea di Mazzarino|conte di Mazzarino]]. Lo scritto fu più volte rivisto, intitolato ''Il ritratto di Pietro Speciale'', confluito nel 1989 in ''[[Fatti diversi di storia letteraria e civile]]'', nella serie «La Diagonale» n. 45, Palermo, Sellerio, pp. 135-137. Era apparso precedentemente sul periodico «Casa Vogue Antiques», supplemento al n. 194 di [[Vogue Italia]], Edizioni Condé Nast, marzo 1988, pp. 82-83 e ss., con il titolo ''Un oggetto, un personaggio. Il ritratto di Pietro Speciale''. In realtà, il testo di Sciascia, contenuto nell'ultimo libro di saggi del racalmutese, era già apparso in precedenza con il titolo ''Viaggio a Militello'', [[L'Espresso]], Roma, a. XVII, f. 42, 25 ottobre 1981, p. 241. Fra l'altro nel testo si fa riferimento a [[Francesco Laurana]] come autore della scultura funeraria citata, in alternativa a [[Domenico Gagini]], sebbene emerga la preferenza di Sciascia per il primo. La seconda vista del documentato scrittore siciliano fu quella di reputare la moglie del Branciforte appartenente alla stirpe dei [[Sovrani d'Austria]], quando invece era la figlia naturale di un diplomatico tedesco, tal [[Giovanni d'Austria]].
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