Savogna d'Isonzo: differenze tra le versioni
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| Riga 55: === Dal Medioevo al Cinquecento === Non è chiaro se il ponte fosse stato poi ricostruito; tuttavia indubitabile è che la vecchia via del Vipacco venne intensamente usata dalle popolazioni barbariche che entrarono in Italia, a partire da [[Teodorico il Grande|Teodorico]] con i suoi [[Ostrogoti]], che secondo lo storico goriziano Gian Domenico Della Bona avrebbe qui affrontato e sconfitto [[Odoacre]] (ma nessun riscontro archeologico è finora emerso). La via fu probabilmente percorsa anche dai [[Longobardi]]. Questi, creando per due secoli un'entità statuale, il [[Ducato del Friuli]], diedero alla zona una relativa stabilità, permettendo una certa fioritura, come testimoniano le numerose necropoli emerse nei territori contigui a Savogna.  È stato ipotizzato da alcuni studiosi essere al posto dell'odierno castello di Rubbia una postazione longobarda a difesa della via del Vipacco forse su una preesistente fortificazione romana. Sul finire del VI secolo d.C. gli [[Avari]] e gli [[Slavi]] fecero la loro comparsa, con terribili incursioni (tristemente memorabile quella del [[610]]) ma probabilmente un loro insediamento stabile risale solo all'XI secolo. Infatti, quando nel [[955]] grazie alla [[battaglia di Lechfeld]], si chiuse il sanguinoso cinquantennio delle pressoché annuali incursioni ungare, il patriarca Giovanni constatò che la pianura friulana e più in generale tutte le zone attraversate da quei feroci predoni erano desolate. Decise quindi di ripopolarle con coloni dalle [[Alpi Giulie]], dove già nel VII secolo gli Slavi si erano stanziati. Sorse in quel periodo un gran numero di insediamenti, tra i quali [[Gorizia]], e probabilmente anche il nucleo da cui si sarebbe sviluppata Savogna; questo ripopolamento è ricordato dall'abbondanza di [[toponimi]] senza dubbio slavi anche in aree molto lontane, quale [[Codroipo]] e il suo circondario. Il territorio di Savogna fu compreso, senza essere direttamente menzionato l'insediamento, in un diploma donativo del 1001 dove viene nominata Gorizia: vi si dice “''il territorio tra Isonzo, Vipacco, Vertovino e il giogo delle Alpi''” Nel [[1927]] il comune di Savogna d'Isonzo venne soppresso ed aggregato a quello di [[Merna]]<ref>[http://augusto.digitpa.gov.it/#giorno=14&mese=12&anno=1927 Regio Decreto 21 novembre 1927, n. 2249]</ref>. Riga 86: === Settore primario === Benché il paese si sostentasse, un tempo, soprattutto di [[agricoltura]], oggi tale settore ricopre un'importanza davvero minima; il fatto, oltretutto, che l'intero territorio comunale non sia connesso ad alcuna rete di irrigazione, diversamente dalla maggior parte della pianura isontina, preclude la possibilità di impiantarvi colture necessitanti di apporto idrico, sia erbacee (mais, frumento, ecc.) che arboree (frutticole). Va detto che questo fattore ha limitato il diffondersi dell'agricoltura intensiva con le relative problematiche, ed è quindi possibile avere un territorio di una migliore qualità ambientali (molti [[prati stabili]] con specie anche rare). L'unica coltura di una certa importanza è quella della [[Vitis|vite]], benché di aziende vitivinicole specializzate se ne conti una soltanto, situata nella parte carsica, in zona D.O.C. " Molti praticano l'attività agricola per integrare il reddito derivante da altre attività; ad esempio, vi sono nel territorio comunale diverse ''osmizze'', locali dove per un breve periodo dell'anno viene servito il vino, accanto a qualche affettato, fino ad esaurimento. Presenti inoltre nel territorio un [[allevamento]] di bovine da latte, uno di suini e uno di avicoli per la produzione di uova. I boschi malgrado l'apprezzabile estensione non rivestono importanza economica, fatto salvo il beneficio paesaggistico ed ambientale ad essi collegato. | |||