Arte sasanide: differenze tra le versioni
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L'arte sasanide fu altamente sviluppata, resa possibile dalla ricchezza della committenza imperiale e dalla posizione della Persia a metà strada tra l'[[Impero romano]] a ovest e l'[[Impero cinese]] a est, un crocevia cioè di scambi materiali e culturali. Taluni valori artistici sasanidi poterono così diffondersi oltre l'areale geopolitico persiano, raggiungendo l'[[Estremo Oriente]] e l'[[Oceano Atlantico|Atlantico]], contribuendo in maniera determinante allo sviluppo dell'[[Arte medievale|arte medievale europea]] quanto asiatica.<ref name=":5" />
I resti più apprezzabili dell'arte sasanide ce ne testimoniano l'architettura, la scultura, soprattutto rupestre, la metallurgia e la pittura. I rilievi in
L'arte sasanide raffigura scene di corte e cavalleresche, di notevole grandiosità stilistica, che riflettono la vita sontuosa e l'ostentazione della corte sasanide, come riportato dagli ambasciatori bizantini. Le immagini dei sovrani dominano molte delle opere sopravvissute, sebbene nessuna sia paragonabile al Colosso di Sapore I. Scene di caccia e di battaglia godevano di particolare popolarità, così come di danzatrici e intrattenitrici in abiti succinti. Sebbene l'arte partica preferisse la visione frontale, le rappresentazioni narrative dell'arte sasanide presentano spesso figure mostrate di profilo o di tre quarti, con le viste frontali meno frequenti.<ref name=":0" />
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* ''Bay Shapur'' ([[Bishapur]], presso l'attuale [[Kazerun]]) – Fondata da Sapore I (r. 241-270) per i Romani deportati da [[Antiochia di Siria|Antiochia]], questa città ha una pianta ortogonale a scacchiera, similare a quelle greco-romane, poi ripresa nella pianta di successive città sasanidi quali [[Jundishapur]] o Ivan-i Karkkah. I quartieri sono riservati agli edifici ufficiali (edifici cerimoniali, amministrativi, culturali) e un grande palazzo si trova a est. La città giocava un ruolo importante nel sistema difensivo limitaneo nell'impero, ben protetta da una fortezza e da un fiume, ma ciò non le impedì di distinguersi anche per l'intensa attività intellettuale e scientifica.<ref name=":1" />
* [[Susa (città antica)|Susa]], città iranica d'antichissima fondazione, già capitale del [[protostoria|proto-storico]] [[Regno di Elam]] (3200-1127 a.C.)<ref>{{Iranica|https://www.iranicaonline.org/articles/susa-ii-history-during-the-elamite-period/|SUSA ii. HISTORY DURING THE ELAMITE PERIOD|anno=2008|autore=François Vallat|cid=Vallat 2008}}</ref> fu anzitutto distrutta da Ardashir I (r. 224-241) perché fedele al [[re dei Parti]] [[Artabano IV]] (r. 216-224) ed immediatamente ricostruita per la sua posizione strategica lungo la via che collega l'[[Altopiano iranico]] al [[Golfo Persico]]. La città, limitrofa alla capitale di Ctesifonte,<ref name=":12" /> fu anche residenza temporanea del Re. Una seconda riedificazione si dovette a Sapore II che ribattezzò la città ''Eran Kurreh Shapur'' (it. "Gloria dell'Iran
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I due palazzi sasanidi più antichi sono anche i meglio conservati. Il ''[[Dezh Dokhtar]]'' (it. "Castello della Fanciulla"), su un altopiano roccioso che domina la pianura dell'allora neo-fondata città-tonda di Firuzabad,<ref name=":10" /> fu il castello-palazzo di Ardashir I (r. 224-241), fondatore della dinastia, al tempo della sua guerra con i Parti per il dominio sulla Persia.<ref name=":13" /> Entro il perimetro fortificato, la residenza vera e propria occupa il crinale più alto dello sperone, orientato sull'asse est-ovest, ampliato artificialmente con tre livelli di terrazze. L'accesso dal castello avveniva tramite un atrio che conteneva ovviamente aree per i nuovi arrivati
Molti edifici ridotti a macerie sono interpretati come palazzi sasanidi in ragione della presenza di un ''iwan'' affiancato ad una grande sala rettangolare (cupolata o meno): a Ctesifonte, nella città-santuario di [[Takht-e Soleyman]] ([[Azerbaigian|Azerbaijan]])<ref name=":11" /> o a [[Qasr-e Shirin]]. Il ''[[Taq-i Kisra]]'' di Ctesifonte, attribuito a [[Cosroe I|Cosroe]] (r. 531-579), è probabilmente l'edificio sasanide più iconico e noto al mondo.<ref>{{Iranica|https://www.iranicaonline.org/articles/ayvan-e-kesra-palace-of-kosrow-at-ctesiphon/|AYVĀN-E KESRĀ|anno=1987|autore=E.J. Keall|cid=}}</ref><ref>{{cita|Christensen 1936|pp. 386, 389ff., 504ff}}.</ref>
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[[File:Bazz fortress.jpg|miniatura|Il [[castello di Babak]] ([[Arasbaran]]), esempio sasanide di architettura militare iranica integrata all'orografia del paesaggio.<ref name=":16">{{cita|Farrokh, Karamian e Karamian 2021|p. 125}}.</ref>]]
Anche l'uso dei materiali da costruzione riflette peculiarità indigene molto forti. Nelle zone aride dell'Altopiano e nella pianura del [[Khūzestān|Khuzestan]] adiacente all'Alluvio, prevaleva il [[Mattone di fango|mattone essiccato]] o [[cotto]], mentre nelle regioni montuose era consueto l'uso della pietra, almeno per le [[Fondazione (edilizia)|fondamenta]], sebbene anche lì le parti superiori delle mura difensive siano spesso in mattoni crudi sin dalla Preistoria. Il [[terrapieno]] in senso stretto era del tutto assente<ref group="N">Il [[terrapieno]] comparve in [[Iran]] per diretta influenza europea non prima del [[XVIII secolo]] – {{cita libro|lingua=de|autore=Wolfram Kleiss|titolo=Europäische
== Arti decorative ==
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{{vedi anche|Ceramica islamica dal sito di Susa}}
La ceramica sasanide è ancora materia da approfondire e non facilmente distinguibile da quella partica. La principale fonte di materiale proviene ad oggi dagli scavi di Susa, la cui produzione locale, molto influenzata da quella mesopotamica, proseguì ancora nel III-IV secolo sulla falsariga della ceramica partica,<ref>{{cita libro|autore= E. Haerinck|titolo=La céramique en Iran pendant la période parthe (ca. 250 av. J.C. à ca. 225 après J.C.). Typologie, chronologie et distribution|anno=1983|editore=Gand|collana=Iranica Antiqua
=== Gioielleria ===
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