Ciclo epico: differenze tra le versioni

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Laddove la maggior parte degli studiosi moderni collocano Omero nell'[[VIII secolo a.C.]], gli altri poeti sembrano esser vissuti dal [[VII secolo a.C.|VII]] al [[V secolo a.C.]]; si tratta, inoltre, di autori che gravitavano intorno alle colonie ioniche e al mondo rapsodico. Infatti, a parte il cipriota [[Stasino]], erano coloni [[Creofilo di Samo]], lo ionico [[Arctino di Mileto]], il mitilenese [[Lesche]], [[Testoride di Focea|Testoride]] e [[Prodico di Focea]], [[Antimaco di Teo]], i rodi [[Pisino di Lindo]] e [[Pisandro di Camiro]].
 
Di aree culturalmente feconde nell'alto arcaismo erano, poi, [[Cinetone di Sparta]], [[Eumelo di Corinto]], [[Agia di Trezene]], [[Diodoro di Eritre]], [[Egesia di Salamina]] (o Egesino) e [[Carcino di Naupatto]]. Infine, più recenti di almeno un secolo vengono ritenuti [[Paniassi]] di Alicarnasso ed [[Eugammone di Cirene]].
 
Infine, più recenti di almeno un secolo vengono ritenuti [[Paniassi]] di Alicarnasso ed [[Eugammone di Cirene]].
 
Non solo, dunque, la datazione è incerta, ma lo sono anche gli autori e ciò per varie ragioni: innanzitutto, spesso non si può parlare di un singolo autore, poiché i poeti dell'epica greca attingevano alla mitologia greca tramandata oralmente dai [[cantori]]; inoltre, nell'antica Grecia spesso mitologia e storia erano portate a confondersi l'una con l'altra, perciò tali storie erano concepite più come un patrimonio storico e culturale comune che come l'opera di qualche autore. Infatti, furono attribuiti ad [[Omero]] anche i ''Cypria'', la ''Tebaide'', gli ''Epigoni'' e la ''Presa di Ecalia'', probabilmente per il prestigio che il nome dell'autore conferiva all'opera. Alcuni degli autori più probabili sono comunque contemporanei a Omero e, anzi, secondo la tradizione, avevano strette relazioni con lui: [[Arctino di Mileto]], autore dell<nowiki>'</nowiki>''Etiopide'' e della ''Iliupersis'', ne sarebbe stato discepolo; [[Stasino]], autore dei ''Cypria'', ne sarebbe stato il genero; Creofilo di Samo, autore della ''Presa di Ecalia'', gli avrebbe offerto ospitalità.
 
Le vicende narrate nei poemi ciclici, inversamente alla scarsa considerazione artistica di cui godevano, furono fonte di ispirazione primaria per la letteratura classica greca (tra cui le [[tragedia greca|tragedie]] di [[Eschilo]], [[Sofocle]] ed [[Euripide]], [[Le Argonautiche (Apollonio Rodio)|Le Argonautiche]] di [[Apollonio Rodio]] e numerosi poemi ed epilli imperiali) e per quella latina. In effetti, la conservazione del ciclo epico è stata compromessa dalla scarsa qualità poetica e strutturale delle opere, unanimemente condannate dagli antichi, fin dalla ''Poetica'' aristotelica.
 
In effetti, la conservazione del ciclo epico è stata compromessa dalla scarsa qualità poetica e strutturale delle opere, unanimemente condannate dagli antichi, fin dalla ''Poetica'' aristotelica.
Dato lo scarso numero di frammenti sopravvissuti, la ricostruzione dei vari segmenti che compongono il ciclo epico è permessa da fonti indirette: in tal senso, le tragedie greche sono una fonte importante, in particolare per quanto riguarda i cicli non troiani, poiché ne hanno attinto a piene mani la materia narrativa. Il ciclo troiano è ricostruibile, invece, attraverso i riassunti di origine bizantina, come quello della [[Biblioteca (Fozio)|Biblioteca di Fozio]] del IX secolo d.C., a sua volta tratto dalla ''[[Crestomazia]]'' di Proclo (forse il [[Eutichio Proclo|grammatico del II secolo d.C.]], mentre è improbabile che si tratti del [[Proclo|filosofo del V secolo d.C.]]), che comprendeva una sintesi del ciclo troiano, non comprendente, tuttavia, i ''Cypria'', dei quali abbiamo un sunto in vari altri manoscritti.