Leonzio Pilato: differenze tra le versioni

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Nell'inverno del 1358 Leonzio, per seguire corsi di studio, si reca a [[Padova]], dove un giurista lo presenta a Petrarca, alla ricerca di un traduttore delle opere di [[Omero]]: Leonzio comincia a tradurre i primi cinque libri dell{{'}}''[[Iliade]]'', ma interrompe il lavoro per recarsi ad [[Avignone]] sulla tomba del suo maestro Barlaam che era morto di [[peste]].
 
Nel 1359 si spostò a [[Venezia]], preparandosi a passare ad Avignone in cerca di fortuna presso la [[Curia romana|Curia papale]]. Lo raggiunge Giovanni Boccaccio, inviato dal Petrarca nel tentativo di trattenerlo innella Italiapenisola italica per continuare le traduzioni dell{{'}}''Iliade'' e dell{{'}}''[[Odissea]]''. Per convincerlo Boccaccio gli promise la cattedra di [[lingua greca|greco]] nello [[Studio Fiorentino]] e uno stipendio. Poiché le lezioni nello Studio Fiorentino iniziavano il 18 ottobre di ogni anno, è certo che Pilato continua le traduzioni dall'autunno del 1360 fino al 1362, periodo in cui tiene cattedra traducendo brani di [[Euripide]], forse di [[Aristotele]] e, soprattutto, Omero. Il suo metodo - che prevedeva una traduzione in prosa molto letterale, definibile "''verbum de verbo''" - lascia piuttosto perplesso il Petrarca, che intanto ne seguiva le vicende.
 
Nel novembre del 1362, terminata l'opera, Leonzio riprende la via di Venezia, presso Petrarca, senza consegnargli però le opere tradotte e commentate. Le porterà con sé pochi mesi dopo quando si imbarcherà per [[Costantinopoli]], da lui prescelta per la continuazione dei suoi studi.