Enrico VI di Svevia: differenze tra le versioni
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Era il secondo figlio dell'imperatore [[Federico Barbarossa]] e della sua consorte [[Beatrice di Borgogna]]. Ben istruito in [[lingua latina]], oltre che in [[diritto romano]] e [[Diritto canonico|canonico]], Enrico era anche un mecenate di poeti e un provetto poeta
Enrico minacciò di invadere l'[[Impero bizantino]] dopo il 1194 e riuscì a ottenere un riscatto, l{{'}}''[[Alamanikon]]'', dall'imperatore [[Alessio III Angelo]] in cambio dell'annullamento dell'invasione. Egli rese il [[regno di Cipro]] e il [[regno armeno di Cilicia]] soggetti formali dell'Impero e costrinse [[Tunisi]] e [[Tripolitania]] a rendergli omaggio. Nel 1195 e nel 1196 tentò di trasformare il Sacro Romano Impero da monarchia elettiva a monarchia ereditaria, il cosiddetto ''[[Erbreichsplan]]'', ma incontrò una forte resistenza da parte dei [[Principe elettore|principi elettori]] e abbandonò il piano. Enrico si impegnò a partecipare a una crociata nel 1195 e iniziò i preparativi. Nel frattempo, nel 1197, Enrico soppresse una rivolta in Sicilia. I crociati [[Crociata del 1197|salparono per la Terra Santa nello stesso anno]], ma Enrico morì di malaria a [[Messina]] il 28 settembre 1197 prima che potesse unirsi a loro. La sua morte fece precipitare l'Impero nel caos della [[disputa sul trono tedesco]] per i successivi diciassette anni.
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