Ippocrate: differenze tra le versioni
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{{citazione|Le cose sacre non devono essere insegnate che alle persone pure; è un sacrilegio comunicarle ai profani prima di averli iniziati ai misteri della scienza.|''Prolegomeni''<ref>Ippocrate, cit. in René Lachaud, ''op. cit.'', pag. 70.</ref>}}
Uno dei fondamenti della medicina ippocratica è il principio
[[File:Ippocrate di Coo - Studiolo di Federico da Montefeltro.jpg|thumb|upright=0.7|Ritratto di Ippocrate, dallo [[studiolo di Federico da Montefeltro]] ([[Galleria Nazionale delle Marche]]).]]
Ippocrate fu anche il primo a occuparsi di [[patologia]], anche se per farlo non utilizzò la dissezione sui cadaveri, per la quale, nella [[storia dell'anatomia]] greca, si dovrà attendere ancora un paio di secoli (e solo su animali). Egli inventò la [[cartella clinica]], teorizzò la necessità di osservare i pazienti prendendone in considerazione l'aspetto e i [[sintomi]] e introdusse per primo i concetti di [[diagnosi]] e [[prognosi]]<ref>{{Cita libro |url=http://www.unilibro.it/find_buy/Scheda/libreria/autore-angeletti_luciana_r_gazzaniga_valentina/sku-11994439/storia_filosofia_ed_etica_generale_della_medicina_.htm |autore=L. R. Angeletti, V. Gazzaniga |titolo=Storia, filosofia ed etica generale della medicina |editore=Elsevier Masson, Milano, 2008 |accesso=2023-05-30}}</ref>. Egli credeva infatti che solo la considerazione dello stile di vita del malato permettesse di comprendere e sconfiggere la malattia da cui era affetto. Se tale prospettiva è tutt'oggi tipica della pratica medica, la ricchezza degli elementi che Ippocrate chiama in causa (dietetici, atmosferici, psicologici, perfino sociali) suggerisce un'ampiezza di vedute che raramente sarà in seguito praticata. Ma la necessità di una considerazione globale valeva anche in senso inverso: ogni elemento nella natura umana aveva ripercussioni sull'esistenza.
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