Grisì: differenze tra le versioni

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===Età antica===
Scavi effettuati negli anni 80 per un’indagine archeologica dal nome ''Monreale Survey'', hanno provato che il territorio di Grisì, come tutta l'area dell’Alto [[Belice]], fu terra di antichi insediamenti dell’età neolitica e, in maniera più consistente, dei periodi ellenistico, romano e della dominazione araba<ref>{{cita web|titolo= ''Monreale Survey''. Insediamento nell'alto Belice dall'età Paleolitica al 1250 d,C.|url=https://www.academia.edu/6019364/_Monreale_Survey._Insediamento_nell_alto_Belice_dall_et%C3%A0_paleolitica_al_1250_d.C._}}</ref>. In cima al colle sotto cui si trova Grisì, furono riportati alla luce ruderi di fondamenta di un antico [[maniero]] (da qui il nome del colle, ''Castellaccio''), insieme a delle costruzioni di periodo Greco-Romano, utilizzate poi dai [[Saraceni]]. I ritrovamenti di antichi resti di vasellame e di resti di animali domestici hanno inoltre confermato che l’area di indagine della ''Monreale Survey'' fosse nota sin dai tempi remoti per la sua fertilità adatta all’agricoltura e all’allevamento. Con altri scavi praticati per scopi agricoli, furono rinvenute tracce di un antico cimitero, nei cui sarcofagi furono ritrovati oggetti e monete riconducibili all'epoca della [[Storia della Sicilia islamica|dominazione araba]] in Sicilia, durata dal X all’XI secolo d.C. L'area su cui sorge una piccola torre di architettura saracena, presente ancora oggi nel feudo Disisa, potrebbe essere stata utilizzata dagli Arabi come posizione strategica per poter facilmente controllare l'intero territorio circostante<ref>{{cita web|titolo=Il territorio del Feudo Disisa|url=http://www.vinidisisa.it/feudo2.html|accesso=13 maggio 2020|dataarchivio=20 ottobre 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211020060952/http://vinidisisa.it/feudo2.html|urlmorto=sì}}</ref>. L'etimologia araba dei toponimi dei feudi Disisa (da Aziz, la splendida<ref>{{cita web|titolo= La storia del Feudo Disisa|url= http://www.vinidisisa.it/feudo3.html|accesso=13 maggio 2020|dataarchivio=20 ottobre 2021|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20211020064511/http://vinidisisa.it/feudo3.html|urlmorto= sì}}</ref>) e Cambuca (da Lacamucka, divisa/feudo<ref name=":0">{{Cita libro|nome=Francesco|cognome=Flora|titolo=Ritratto di un ventennio|url=https://books.google.it/books?id=vdnlqlyEB48C&pg=PA249&lpg=PA249&dq=lacamuka+arabo&source=bl&ots=g2mOz5_QZU&sig=ACfU3U0jO0aClGkYDZNZofEzzjX6NX3U4Q&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjpiaX957HpAhWJCewKHU7JCT4Q6AEwAHoECAEQAQ#v=onepage&q=lacamuka%20arabo&f=false%7D%7D|accesso=7 giugno 2024|data=2003|editore=gioacchino nania|lingua=it|ISBN=978-88-87630-17-6}}</ref>) evidenzia il passato saraceno del territorio.
 
Il ''Rollum Bullarum'', importante documento in latino d'[[Storia della Sicilia normanna|epoca normanna]] risalente all'anno 1182, che riporta in dettaglio i territori donati dal re [[Guglielmo II di Sicilia]] all'[[Arcidiocesi di Monreale|Arcivescovado di Monreale]], attesta il toponimo arabo ''dail al K'rusìn'', localizzando Grisì all'interno del Feudo Disisa<ref name=":0" />. Un altro toponimo (''Currusyn''), indicato in un documento del 1327 come ''Curresim'', era sicuramente in stretto rapporto con l'attuale toponimo Grisì<ref name=":0" />.
 
===Età moderna===