Roberto Farinacci: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
=== La giovinezza socialista e l'interventismo ===
Figlio di un commissario di pubblica sicurezza, Michele Farinacci, e di Amelia Scognamiglio<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/roberto-farinacci_(Dizionario-Biografico)/|titolo=FARINACCI, Roberto - Enciclopedia|sito=Treccani|accesso=2025-10-07}}</ref>, a otto anni seguì la famiglia al nord, prima a [[Tortona]], in Piemonte, poi a [[Cremona]]. Lasciò presto la scuola per cercarsi un lavoro, che trovò all'età di 17 anni alle ferrovie di Cremona<ref name=autogenerato17>{{cita|Guido Gerosa|p. 46}}.</ref>; restò ferroviere per dodici anni. Si avvicinò giovanissimo alla politica e si occupò della riorganizzazione del sindacato agrario socialista. Iniziò a scrivere sul giornale locale ''[[L'Eco del Popolo]]'' e nel [[1913]] fondò un circolo giovanile dedicato a [[Roberto Ardigò]]<ref name=autogenerato17 />.
In questo periodo militò nella corrente riformista di [[Leonida Bissolati]]<ref name=autogenerato17 />. Nel [[1914]] passò al settimanale socialista ''[[La Squilla]]'', che si caratterizzava per la battaglia a favore dell'[[interventismo]]<ref name=autogenerato17 /><ref name=autogenerato16>{{cita|Silvio Bertoldi|p. 44}}.</ref>: l'eloquenza di Farinacci era caratterizzata dal cipiglio aggressivo, dalle peculiari imperfezioni (i fogli satirici lo chiamavano "''l'antigrammatico''"), e affascinava soprattutto gli incolti, con cui il futuro gerarca condivideva le umili origini<ref name=autogenerato7>{{cita|Guido Gerosa|p. 48}}.</ref>.
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